mercoledì 3 giugno 2015

Il Paraguay e la sua memoria

Sono passati sette anni da quando la Comisión Verdad y Justicia del Paraguay nel 2008 denunciò che durante la dittatura di Stroessner, durata dal 1954 al 1989, ci furono almeno 423 desaparecidos, circa 20.000 casi di torture ed altrettanti esiliati ma ancora oggi in Paraguay regna il silenzio e l'impunità.
Oltre ai crimini elencati dal documento della Comisión Verdad y Justicia in Paraguay la dittatura ha sottratto numerosi beni agli oppositori ed ha partecipato attivamente al Plan Condor trasformando di fatto il Paraguay nel luogo migliore, dopo l'oceano, dove far sparire gli oppositori dei regimi sudamericani.

In Paraguay ad oggi non sono stati istruiti processi per dare un nome ai colpevoli dei delitti, delle torture e delle sparizioni e solo ad inizio 2015 è stato avviato un programma per l'identificazione dei molti corpi rinvenuti nel paese.
Il programma per l'individuazione dei corpi istituito dell’attuale presidente Cartes, dopo numerose pressioni dell'ONU e dei paesi confinanti, con tutta probabilità porterà alla luce il destino di molti desaparecidos non soltanto paraguayani ma anche argentini, brasiliani e cileni i quali furono vittime dalle rispettive dittature e del Plan Condor.

Sembra che nel paese la società civile ancora non abbia sviluppato una coscienza e non voglia fare i conti con la propria storia al contrario dei paesi confinati dove si sta affrontando la pesante eredità delle giunte militari. In Paraguay la maggioranza della popolazione, secondo alcuni intellettuali, è convinta che gli anni della dittatura appartengano al passato e quindi debbano essere dimenticati, di conseguenza non vi è memoria e senza memoria non è possibile provare ad avere giustizia.

Stroessner e del Partido Colorado grazie a decenni di violenze di un regime ferreo sono riusciti ad ammutolire i paraguayani fino al punto di rendere i Diritti Umani e la propria storia un tabù.

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