venerdì 6 marzo 2015

Honduras: continua la repressione

In Honduras a fine gennaio 2015 l'organizzazione La Vía Campesina che si batte per i diritti delle famiglie contadine, la sovranità alimentare e la riforma agraria integrale ha subito un nuovo attentato dimostrativo con l'esplosione di 15 colpi di pistola contro la sede dell'associazione.
L'attentato è stato ripreso da un telecamera di sorveglianza dalla quale si vede un'auto che di ferma davanti alla sede de La Vía Campesina e poi vengono esplosi i colpi di pistola che metteranno fuori uso anche la telecamera.

Dal colpo di Stato del 2009 questo è il quarto attentato contro la sede di La Vía Campesina; le altre tre volte gli uffici  erano stati saccheggiati e distrutti fortunatamente in tutti i casi non ci sono state né vittime né feriti.
Oltre agli attentati l'associazione ha ricevuto numerose minacce denunciate da Rafael Alegría, coordinatore di La Vía Campesina e deputato del partito Libertà e Rifondazione (Libre).

Gli attentati e le minacce all'associazione non sono sicuramente fatti isolati ma sono riconducibili ad una più ampia strategia finalizzata a generare paura nella popolazione, nei movimenti popolari e politici che da sempre si sono opposti alle forze politiche ed economiche che hanno attuato il colpo di Stato e che attualmente osteggiano il governo dittatoriale di Hernández.

A dimostrazione del clima in Honduras vi è stato un nuovo attacco ai membri dell’"Organizzazione fraternale negra honduregna", (Ofraneh) vicino alla città di La Ceiba, nel nord dell’Honduras, dove circa 50 abitanti della comunità Garífuna di Nueva Armenia sono stati bersaglio di numerosi colpi di arma da fuoco.
durante l'attacco è stato ferito gravemente alla testa ed al braccio un membro della comunità, Jesús Flores Satuye, che già nel 2011 fu vittima di un aggressione da parte della Forza Navale nella zona di Cayo Cochino (ad oggi ancora impunità).

Ofraneh si occupa di veder riconosciuto il diritto sulle terre di Armenia da parte del popolo Garífuna a cui furono sottratte negli anni '20 del XX secolo quando la multinazionale Standard Fruit Company (Dole) spostò con la forza la popolazione sulla sponda sinistra del fiume Papaloteca. 
Oggi queste terre non sono più in concessione Standard Fruit Company, che le ha restituite all'inizio del XXI secolo al comune di Jutiapa, ma sono diventate di proprietà di alcuni gruppi di contadini a cui, illegittimamente, il comune di Jutiapa le ha riassegnate. 

Il popolo Garífuna ha avviato un difficile processo di recupero delle proprie terre ma è osteggiata dalla violenza dei produttori di palma (protetti dalle autorità locali, nazionali e dal crimine organizzato); violenza che ha portato all'arresto di circa 80 membri della comunità per "usurpazione di terra" i quali hanno beneficiato di misure alternative alla detenzione, come l'obbligo di dimora ed il relativo divieto di avvicinarsi all'era rivendicata dal Garífuna.

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