lunedì 23 marzo 2015

La scomparsa di Nisman/2

Nisman nel suo documento di oltre 300 pagine giunge ad accuse e ricostruzioni che risultano deboli per mancanza di solide prove o ricostruzioni parziali basate su dicerie infatti sono presenti molti riferimenti alle cronache dei quotidiani di quei giorni e citazioni riprese da fonti "ufficiose" e mai esplicitate in testimonianza.
Per esempio Nisman scrive che due agenti dei servizi segreti argentini che avrebbero rallentato e depistato le indagini smarrendo prove e/o testimonianze che avrebbero portato ad un coinvolgimento dell'Iran nell'attentato di Amia; ma a smontare la ricostruzione vi è un giornalista che ha intervistato il direttore della Secretaría de Inteligencia (Oscar Parrilli) chiedendo se le persone citate da Nisman fossero o non fossero state in forza all'intelligence ha avuto come risposta che nessuno dei due ha mai fatto parte della Secretaría de Inteligencia.

Inoltre ci sono molti riferimenti, nelle 300 pagine redatte da Nisman, alle cronache di quei giorni riprese dai media e vi sono note riprese da fonti "ufficiose" del ministero degli esteri israeliano; queste ultime molto probabilmente sono notizie create generate dai servizi segreti e non prove. 

Vi è un fatto che lascia perplessi e getta ombre sul resoconto redatto da Nisman, perché nel suo documento non vengono menzionati i riscontri su un coinvolgimento dei Servizi Segreti Siriani ed al tempo si ipotizzo che i servizi Siriani compirono due attentati (il primo all'ambasciata israeliana a Buenos Aires del 1992 dove morirono 29 persone e nel 1994 quello alla Amia) in risposta al mancato rispetto degli accordi del 1988 tra l'allora presidente Hafiz al Assad e Menem nei quali l'Argentina avrebbe dovuto fornire un reattore nucleare alla Siria.

Grazie ai rilievi della polizia l'ipotesi del suicidio è stata scartata, nonostante in casa sia stata ritrovata la calibro 22 dalla quale è partito il colpo che ha ucciso il procuratore, dato che non è stata trovata polvere da sparo nelle mani dell’uomo e che si è appurato che il colpo è partito da una distanza inferiore ai 20 centimetri. Inoltre la porta dell’abitazione è stata trovata chiusa dall'interno ed è stata scoperta una porta di servizio che collega la casa di Nisman alla casa confinante ed in questa zona sono state rinvenute alcune impronte di scarpe sul pavimento tra i due ingressi. 
Dopo circa 20 giorni di indagini vi è un solo uomo arrestato ed è Diego Lagomarsino (perito informatico da anni collaboratore di Nisman) il proprietario della pistola che l’ha ucciso il procuratore che durante i vari interrogatori ha sempre ha sempre sostenuto che fu Nisman a chiedergli l’arma per proteggersi al meglio e che fu Jaime Stiuso (ex-direttore del Operaciones de la Secretaría de Inteligencia) a suggerirgli di avere sempre un'arma con se.

Le molte sfaccettature della vicenda e la nebbia che si addensa attorno ad essa, partendo dalle prime indagini sugli attentati fino alla morte di Nisman, rendono difficile comprendere tutti gli "attori" ed i loro interessi che ne hanno preso e ne prendono parte.
Sicuramente vi sono interessi da parte delle forze politiche e gli organi di stampa di destra che hanno montato una campagna mediatica contro Cristina Fernández la quale ha rispedito al mettente ogni accusa ed ha affermato di essere la prima a non credere all’ipotesi del suicidio di Nisman scrivendo che "prima lo hanno usato da vivo, ora ne hanno bisogno da morto" e sarebbe vittima illustre della congiura contro la verità sul caso Amia, le cui menti vanno rintracciate all'interno dei servizi segreti o in elementi occulti dello Stato a essi collegati.

venerdì 13 marzo 2015

La scomparsa di Nisman

La morte (omicidio o suicidio) del procuratore Natalio Alberto Nisman avvenuta il 19 gennaio 2014, che al momento stava indagando sull'attentato avvenuto nel 1994 contro la mutua ebraica Amia a Buenos Aires (dove un’autobomba causò 85 morti e 300 feriti), sta causando alla Presindeta Cristina Fernández grossi problemi politico/legali e perdita di consenso tra gli argentini. 

Le indagini sull'attentato di Amia gli furono affidate nel 2004 dall'allora presidente Argentino Néstor Kirchner e lo portarono nel 2006 a chiedere l’estradizione di sette funzionari iraniani e di un membro libanese di Hezbollah che non furono mai estradati. I successivi nove anni di indagini Nisman le ha riassunte in un faldone di circa 300 pagine nel quale affermava di aver scoperto un piano ordito da alcune alte cariche dello Stato per nascondere le Responsabilità dell'Iran nell'attentato.
Secondo Nisman l’Iran avrebbe chiesto l'insabbiamento delle indagini ed in cambio avrebbe riaperto le relazioni commerciali che avrebbero portato alla firma del protocollo d’intesa in cui vendeva all'Argentina a prezzi vantaggiosi gas e petrolio. 
Per questo Nisman stava pensando di incriminare il Ministro degli Esteri ,Héctor Timerman autorevole membro della comunità ebraica argentina, e la Presidenta Cristina Fernández de Kirchner per aver tentato di insabbiare le indagini.

Alla luce di queste indagini e delle rivelazioni avvenute dopo la morte del magistrato le forze politiche e gli organi di stampa della destra hanno montato una campagna mediatica in cui hanno indicato la Presidenta Cristina Fernández come unica possibile mandante del presunto omicidio di Nisman e così anche una parte dell’opinione pubblica sostiene questa versione.

La campagna mediatica montata dalle forze politiche e dai media di destra non tiene conto, o meglio non ne vuol tener conto, dei rapporti che Nisman aveva con alcuni esponenti dell'ambasciata Statunitense con i quali discuteva i dettagli delle proprie indagini senza aver messo al corrente la Procura di Buenos Aires il tutto secondo i messaggi inviati dalla stessa ambasciata Usa a Washington e rivelati da WikiLeaks.
Così come non vengono resi noti i rapporti tra l'ex-direttore del Operaciones de la Secretaría de Inteligencia (SI, i servizi segreti Argentini), Antonio Stiles (conosciuto come Jaime Stiuso che è andato in pensione nel dcembre 2014 dopo 42 anni di servizio inclusi i 7 anni prestati sotto la dittatura militare ed il "Proceso de Reorganización Nacional" tra il 1976 ed il 1983). 
Sempre secondo i documenti forniti da Wikileaks le ambasciate di USA ed Israele esercitarono forti pressioni affinché le indagini si concentrassero sull'Iran ed affermavano di aver scoperto un "piano delittuoso e deliberato per lasciare impuniti gli iraniani accusati dell’attentato; questo piano è stato orchestrato da alte cariche dello Stato con la collaborazione di terzi".

Il motivo per cui vengono nascoste tutte le informazioni su Nisman ed i suoi rapporti con i servizi segreti ed l'Ambasciata USA probabilmente sono una strategia per un "golpe de Estado blando" o almeno per indebolire il Governo in carica che si è reso sempre più indipendente dalle politiche Statunitensi.

venerdì 6 marzo 2015

Honduras: continua la repressione

In Honduras a fine gennaio 2015 l'organizzazione La Vía Campesina che si batte per i diritti delle famiglie contadine, la sovranità alimentare e la riforma agraria integrale ha subito un nuovo attentato dimostrativo con l'esplosione di 15 colpi di pistola contro la sede dell'associazione.
L'attentato è stato ripreso da un telecamera di sorveglianza dalla quale si vede un'auto che di ferma davanti alla sede de La Vía Campesina e poi vengono esplosi i colpi di pistola che metteranno fuori uso anche la telecamera.

Dal colpo di Stato del 2009 questo è il quarto attentato contro la sede di La Vía Campesina; le altre tre volte gli uffici  erano stati saccheggiati e distrutti fortunatamente in tutti i casi non ci sono state né vittime né feriti.
Oltre agli attentati l'associazione ha ricevuto numerose minacce denunciate da Rafael Alegría, coordinatore di La Vía Campesina e deputato del partito Libertà e Rifondazione (Libre).

Gli attentati e le minacce all'associazione non sono sicuramente fatti isolati ma sono riconducibili ad una più ampia strategia finalizzata a generare paura nella popolazione, nei movimenti popolari e politici che da sempre si sono opposti alle forze politiche ed economiche che hanno attuato il colpo di Stato e che attualmente osteggiano il governo dittatoriale di Hernández.

A dimostrazione del clima in Honduras vi è stato un nuovo attacco ai membri dell’"Organizzazione fraternale negra honduregna", (Ofraneh) vicino alla città di La Ceiba, nel nord dell’Honduras, dove circa 50 abitanti della comunità Garífuna di Nueva Armenia sono stati bersaglio di numerosi colpi di arma da fuoco.
durante l'attacco è stato ferito gravemente alla testa ed al braccio un membro della comunità, Jesús Flores Satuye, che già nel 2011 fu vittima di un aggressione da parte della Forza Navale nella zona di Cayo Cochino (ad oggi ancora impunità).

Ofraneh si occupa di veder riconosciuto il diritto sulle terre di Armenia da parte del popolo Garífuna a cui furono sottratte negli anni '20 del XX secolo quando la multinazionale Standard Fruit Company (Dole) spostò con la forza la popolazione sulla sponda sinistra del fiume Papaloteca. 
Oggi queste terre non sono più in concessione Standard Fruit Company, che le ha restituite all'inizio del XXI secolo al comune di Jutiapa, ma sono diventate di proprietà di alcuni gruppi di contadini a cui, illegittimamente, il comune di Jutiapa le ha riassegnate. 

Il popolo Garífuna ha avviato un difficile processo di recupero delle proprie terre ma è osteggiata dalla violenza dei produttori di palma (protetti dalle autorità locali, nazionali e dal crimine organizzato); violenza che ha portato all'arresto di circa 80 membri della comunità per "usurpazione di terra" i quali hanno beneficiato di misure alternative alla detenzione, come l'obbligo di dimora ed il relativo divieto di avvicinarsi all'era rivendicata dal Garífuna.