giovedì 16 ottobre 2014

Il nagazionismo Guatemalteco

La condanna ad 80 anni di reclusione per genocidio e delitti di lesa umanità contro le popolazioni indigene Ixil commessi dal generale golpista Ríos Montt (link) è durata solo dieci giorni perché la Corte Costituzionale l'ha annullata perché avrebbe riscontrato alcuni passaggi incostituzionali durante i dibattimenti (link).

L'annullamento della condanna ha sancito che il processo dovrà essere rifatto e la data per il nuovo procedimento è fissata per il 5 gennaio 2015 quando ormai Ríos Montt avrà 88 anni; inoltre questa sentenza continua ad escludere lo da qualsiasi responsabilità per il lunghissimo "conflicto armado" che ha insanguinato il Guatemala tra il 1960 e il 1996 dato che i responsabili delle violazioni commesse ai danni delle popolazioni civili non siano mai stati puniti. 

Mentre in patria Montt gode dell'appoggio della destra reazionaria, che ha sempre appoggiato i suoi metodi sanguinari e la sua ossessione anticomunista arrivando a proteggerlo per oltre 15 anni facendolo eleggere come deputato al congresso ed addirittura candidandolo come presidente del paese, l'ONU lo ha inserito nell'elenco dei dittatori più sanguinari del XX secolo. 
Inoltre i sostenitori dell'ex-generale hanno dato mandato ad alcuni avvocati di cercare di far estendere anche a lui l’amnistia decretata nel 1986 per tutti i militari responsabili del genocidio maya e della guerra sporca contro la guerriglia perché Montt è stato dichiarato colpevole dell'omicidio dei di 1771 indigeni Ixiles.
Oltre ai sostenitori in patria Montt beneficia delle folli teorie negazioniste dello "storico" statunitense David Stoll il quale sostiene quanto non sia giusto parlare di genocidio maya; ma che sia corretto indicare come la guerra tra l'esercito nazionale e quello della guerriglia abbia coinvolto la popolazione civile che si è trovata nel mezzo ai due fuochi.
La teoria di Stoll ha da subito trovato l'appoggio incondizionato dei militari e della destra guatemalteca (appartenenti al Comité Coordinador de Asociaciones Agrícolas, Comerciales, Industriales y Financieras - Cacif); lo "storico" afferma anche che Montt non abbia mai ordinato di massacrare le popolazioni indigene ma che furono i comandanti dei battaglioni dell’esercito che agirono in tal senso perché godevano di un'ampia autonomia. 

Grazie a questo clima revisionista anche l'attuale presidente, Otto Pérez Molina, è riuscito a prendere le distanze e scagionarsi per i violenti interventi repressivi tra il 2012 e il 2013 a Totonicapán ed a Santa Cruz Barillasnche da lui ordinate. In questi ultimi episodi le comunità indigene manifestavano e si opponevano ai mega-progetti per lo sfruttamento minerario ed alla costruzione di nuove centrali idroelettriche. In quel periodo l'esercito intervenne numerose volte e sparò sui manifestanti provocando molti morti.
Anche Molina ha negato il genocidio Ixil affermando che l'unica soluzione per la pacificazione nazionale è quella della "reconciliación sin mirar al pasado"; in altre parole dimenticarsi dei delitti commessi dallo stato, non punire e/o scoprire i responsabili di tali atrocità e relegare all'oblio le scellerate scelte del governo che impose alla popolazione Ixil la migrazione forzata verso le montagne o la reclusione nelle "città modello", altro nome per i campi di concentramento, quando non furono passati alle armi.

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