martedì 2 settembre 2014

EZLN: ¡Galeano vive! /1

Il 2 maggio 2014 è stata compiuta un'altra aggressione alle comunità zapatiste nella zona di Caracol De La Realidad con un'azione paramilitare preparata minuziosamente dai membri della CIOAC-Histórica nella quale è stata distrutta la scuola e la clinica del villaggio oltre al ferimento di quindici uomini. Il maestro dell’Escuelita zapatista, José Solís López detto "Galeano", è stato circondato da una ventina di uomini armati di bastoni, machete e fucili, è stato colpito con bastoni e machete, poi da una pallottola nel petto ed infine giustiziato con un colpo alla testa.

Undici giorni dopo l'attacco alla comunità di Caracol De La Realidad il Subcomandante Marcos ha invitato chiunque avesse voluto rendere omaggio al compañero Galeano a raggiungere il Caracol de La Realidad il 24 maggio.
A La Realidad sono giunti oltre 4000 persone per commemorare Galeano e per ascoltare le parole dei membri dell’EZLN che si sono presentati sempre col capo coperto da passamontagna, berretto verde e paliacate (fazzoletto rosso); inoltre avevano l’occhio destro coperto da una benda, "per guardare il mondo solo da sinistra".
Prima dell'intervento del Subcomandante Insurgente Marcos è stato il turno del Subcomandante Moisés, suo portavoce dal 2013 , a leggere un comunicato.
Nel comunicato letto da Moisés vi sono stati numerosi passaggi importanti come l'apertura in cui si è trovato "Non vi offriamo molte comodità, ma la certezza di essere forti e ribelli. Benvenuti a questa terra umile e ribelle, benvenuti a La Realidad". Successivamente il passo in cui si sottolinea cosa le comunità zapatiste cercano: "Cerchiamo giustizia, non vendetta, chiediamo a tutti di non provocare e di non cercare la giustizia per mano propria, di usare la rabbia contro il sistema e non contro questi poveri paramilitari comprati dal malgoverno, che non hanno il cervello per pensare alla vita dei propri figli". Infine vi sono le accuse ai governi (locali e nazionale) formati da corrotti e assassini, che forma continuamente gruppi paramilitari con lo scopo di far "uccidere i loro fratelli", è per questo che il governatore dello stato del Chiapas, Manuel Velasco Coello, viene definito uno dei tanti capi paramilitari comandati dal "el vendepatria" Enrique Peña Nieto, attuale presidente del Messico. 

Dopo Moisés è il turno del Subcomandante Insurgente Marcos che elenca i nomi dei responsabili, sia politici sia paramilitari , che hanno ordito ed attuato l'attacco, ha sottolineato che questa "gente è manipolata e venduta al malgobierno che vuole che ci ammazziamo tra indigeni e che perdiamo la testa diventando pazzi come sono loro. Stanno facendo il lavoro di Peña Nieto e del demonio del neoliberismo. Chiediamo a questa gente, cosa insegnano ai loro figli? Ad ammazzare la propria gente in cambio di denaro? La nostra vendetta va oltre questa gente, è contro il capitalismo".
Marcos sottolinea come il desiderio di vendetta non esista nella comunità zapatista ma esiste solo la voglia di riprendere le attività delle Escuelitas ed il desiderio di ricostruire tutte le strutture distrutte dall'attacco del 2 maggio. Infine afferma che le comunità indigene del Messico hanno sempre più chiara la strategia del governo (fatta di provocazioni ed attacchi paramilitari) ed anche chi sono gli amici ed i nemici del EZLN.

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