lunedì 24 febbraio 2014

Paraguay: aumentano le proteste sociali

Dopo pochi mesi dal suo insediamento, Horacio Cartes deve far fronte a nutrite manifestazioni convocate dai sindacati, partiti e movimenti sociali tutti riunito sotto il nome Coordinadora Democrática.

I primi a protestare sono stati gli insegnati che in 15.000 hanno chiesto la modifica della Ley de Jubilación (legge che regolamenta il loro sistema di pensionamento), poi sono stati i medici a scendere in piazza perché per cinque mesi (dal maggio al settembre 2013) non hanno ricevuto lo stipendio.
La Coordinadora Democrática con le proprie manifestazioni si oppone alle politiche di privatizzazione volute dal governo di Cartes come il Proyecto de Alianza Público-Privada (APP) con il quale viene autorizzato il presidente a svendere alle imprese private i servizi e le opere di proprietà pubblica. 
Altra legge che suscita indignazione e proteste è la Ley de Defensa Nacional, che permette allo stato di inviare l’esercito nella zona nord del paese per,ufficialmente, fronteggiare il gruppo guerrigliero dell’Ejército del Pueblo Paraguayo, ma che in realtà serve al governo per controllare le regioni del nord e fronteggiare prontamente le proteste popolari si queste si intensificassero. 

Le proteste di piazza per adesso sono cadute nel vuoto; anzi gli insegnanti per le loro manifestazioni e rivendicazioni sono stati "puniti" dal governo con multe che gli hanno ridotto il loro salario di settembre di circa il 50%.

Alle proteste dei lavoratori si sono sommate le richieste dei parlamentari del Frente Guasú (coalizione di centrosinistra del ex-presidente Fernando Lugo) che hanno ripetuto più volte durante le sedute del parlamento come "il presidente Cartes privilegi le relazioni economiche con le grandi imprese, sostienendo l’agrobusiness e non si interessi in nessunmodo ai diritti civili, sociali e sindacali dei propri concittadini".
Queste parole sottolineano come Horacio Cartes voglia dare continuità alla politica del presidente-golpista Federico Franco, che nel giugno 2012 destituì con un colpo di stato parlamentare il leggittimo presidente, Fernando Lugo, approfittando del frammentazione dell’Alianza por el Cambio e del massacro di Curuguaty. Il 15 giugno 2012 a Curuguaty furono uccisi e feriti numerosi contadini cdai terratenientes mentre cercavano di riprendersi le loro terre; secondo abili ricostruzioni giornalistiche e dell'allora opposizione fu la polizia a sparare sui manifestanti dopo un ordine,. seppur non diretto, del presidente Lugo, quest'ultimo fu ritenuto responsabile del massacro e grazie ad una procedura prevista dalla Costituzione paraguayana, ma mai applicata, fù deposto con una votazione parlamentare.

giovedì 13 febbraio 2014

Argentina: bloccata la costruzione dell’impianto Monsanto

Il Tribunale di Cordoba ha ordinato, accogliendo un ricorso delle associazioni ambientaliste e dei cittadini della provincia di Cordoba, alla multinazionale Monsanto di bloccare i lavori di costruzione dell'impianto di essiccamento di semi più grande del mondo a  Malvinas Argentinas. L’impianto che Monsanto vuole costruire è simile a quello di Rojas vicino a Buenos Aires e dovrebbe estendersi su 27 ettari, accanto alla strada provinciale  A-188.

La sentenza impone al municipio di bloccare ogni iter burocratico che porti al rilascio di qualsiasi tipo di autorizzazione per la costruzione dell'impianto e per la semina dei sementi fino a quando non verrà prodotto uno studio sugli effetti della pianta sull'ambiente.

I gruppi ambientalisti ed i comitati cittadini hanno iniziato la loro battaglia legale agli inizi del 2013 contro le autorizzazioni concesse dal municipio di Malvinas Argentinas alla multinazionale statunitense (link Argentina: Denunciata la Monsanto) perché preoccupati dai danni provocati dai prodotti chimici, come il glifosfato, utilizzati nelle coltivazioni del mais geneticamente modificato, noto come Mon810, della Monsanto.
Gli oppositori della multinazionale hanno denunciato come ricerche e studi effettuati in altre parti del mondo hanno riscontrato numerosi danni alla salute delle persone dove Monsanto ha impiantato le proprie colture oltre ad aver rilevato un maggior inquinamento ambientale. Vi è uno studio commissionato dal Governo Argentino dove si documenta il ritrovamento su terreni e falde acquifere di allarmanti livelli di inquinamento da pesticidi; inoltre sono state ritrovate tracce di pesticidi non trascurabili nel sangue di circa l'80 per cento dei bambini esaminati.

Il 18 settembre 2013 la Asamblea Malvinas Lucha por la Vida, Madres de Barrio Ituzaingó e numerosi cittadini organizzarono il primo blocco stradale che impedì l'arrivo dei camion con il materiale per costruire l’impianto di essiccamento di semi più grande del mondo. 
Le manifestazioni di protesta sono continuate fino alla sentenza del Tribunale di Cordoba e numerose volte sono state disperse con la forza da parte della polizia ma anche da uomini, si crede, assoldati dalla Monsanto che hanno fatto irruzione nei presidi assalendo e ferendo i manifestandoli.
(Questi link mostrano le manifestazioni represse con la forza video1 e video2 del 30-12-2013)

martedì 4 febbraio 2014

Colombia: Le popolazioni Indio si riuniscono

L'ultima settimana di novembre del 2013 a La Maria nella regione del Cauca in Colombia si sono riuniti circa 4500 indio provenienti da tutto il continente americano con lo scopo di promuovere un nuovo progetto sociale che si fonda sui diritti della Madre Terra, della plurinazionalità e del vivere armoniosamente rifiutando in toto il modello economico neoliberale.

Dalla riunione sono nate nuove proposte per lottare affinché "l’esclusione storica e la sistematica violazione dei nostri diritti da parte degli Stati e della Società neoliberale cessi", ma anche perché le  le politiche economiche (per esempio il Trattati di Libero Commercio (TLC) ed i Trattati Bilaterali di Investimento (TBI)) che saccheggiano i beni comuni e lasciano solo degrado ed inquinamento abbiano termine.
Inoltre si è sottolineato come "il modello depredatore e di sfruttamento irrazionale ha messo a rischio la vita e la vigenza di tutti gli esseri del pianeta e i governi fino al momento non hanno delle politiche né delle strategie per affrontare gli impatti del cambio climatico e dei suoi effetti”.

I rappresentanti che si sono riuniti in Colombia hanno convenuto che gli obbiettivi da perseguire nei prossimi anni sono la protezione e difesa del territorio, l’autodeterminazione, l’autonomia ed un proprio governo, un proprio sviluppo ed un maggiore dialogo e cooperazione con le istituzioni nazionali affinché, quest'ultime, rispettino i loro diritti e le loro terre ancestrali.
Inoltre per consolidare l’unità tra i popoli indio è stata dichiarato il 12 ottobre "Giorno della Resistenza Continentale contro il capitalismo di estrazione ed il saccheggio dei beni naturali" ed hanno chiesto alle Nazioni Unite una Dichiarazione Universale dei Diritti della Pachamana (Madre Terra) nella prossima Conferenza che si terrà nel 2014.

"Oggi più che mai la Madre Terra ci convoca a continuare a difenderla in lungo e in largo e noi non possiamo restare insensibili di fronte a questa esigenza ed a questa sfida" sono parole di Luis Fernando Arias, Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia, che sintetizzano perfettamente lo spirito della riunione indigena di La Maria.