giovedì 1 agosto 2013

Belo Monte: Indio occupano il cantiere principale

Le comunità indigene del Rio Xingu (Munduruku, Xipaya, Arara, Kayapó e Tupinambá) ed alcuni attivisti che si oppongono alla costruzione delle diga di Belo Monte in Brasile hanno nuovamente occupato pacificamente il principale cantiere che si trova nello stato del Pará.
Dalla fine di maggio all'occupazione del cantiere partecipano anche i duemila lavoratori del Consórcio Construtor de Belo Monte che protestano contro la mancanza di diritti, di tutele sanitarie sul posto di lavoro oltre che per i salari bassissimi.
I nativi protestano non solo per la costruzione della diga di Belo Monte ma anche per i progetti di altri bacini artificiali che verranno costruiti sui fiumi Tapajós e Teles Pires (importanti affluenti del Rio delle Amazzoni); la costruzione di questi invasi artificiali spazzerà via la debole e precaria economia su cui si basa la sussistenza delle popolazioni indigene, dei piccoli agricoltori e dei ribeirinhos che già adesso con la costruzione di alcune dighe provvisorie (utilizzate per lavorare alla costruzione centrale idroelettrica).

Il Consórcio Construtor de Belo Monte ha richiesto al Tribunale Federale di multare gli occupanti dell'area perché stanno bloccando i lavori di 5000 Reais(circa 1700 euro) al giorno. I manifestanti per adesso non hanno abbandonato il cantiere e resistono alle pressioni del Consórcio che ha richiesto ed ottenuto dalla Stato un dispiegamento imponente e permanente di forze di polizia con i corpi Força Nacional, Polícia Rodoviária Federal e la Tropa de Choque da Polícia Militar (tristemente famosa per i modi violenti) oltre alle milizie private del Consórcio. 
I lavoratori che stanno protestando hanno denunciato ai media che vi sono uomini "infiltrati" al soldo del Consórcio che stanno cercando di rompere il fronte operaio e l'accordo con le comunità indigene per continuare l'occupazione.

Le comunità indigene rivendicano il diritto di essere consultate sul faraonico e devastante progetto di Belo Monte ma per adesso la loro richiesta non è stata accolta dalla presidenta Dilma Rousseff, a fare da contraltare alla legittima richiesta dei popoli indio vi una proposta di legge che, nel caso fosse approvata, eliminerà dai poteri del presidente del Brasile la facoltà di decidere la demarcazione dei territori indigeni a fovore del Parlamento Brasiliano. 
Questa proposta di legge preoccupa molto le popolazioni indigene perché in tutti gli schieramenti politici sono presenti gli esponenti della bancada ruralista (lobby che protegge gli interessi dei grandi proprietari terrieri).

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