lunedì 15 luglio 2013

Le elezioni in Venezuela

Le elezioni in Venezuela hanno sancito la vittoria di Nicolás Maduro anche se con uno ridotto scarto di preferenze; 50,6% di Maduro contro il 49% di Capriles che ha richiesto il riconteggio dei voti.

Facciamo un passo indietro ricordando come in campagna elettorale Nicolás Maduro ha dimostrato di voler continuare il lavoro di Chavez mantenendo un contatto con l'elettorato storico del movimento e cercando di dare risposte ai problemi delle persone come il miglioramento dell'educazione e del servizio sanitario, l'aumento dei posti di lavoro e della retribuzione.
Enrique Capriles ha cercato di mostrare il lato "buono" del partito conservatore smarcandolo dai processi eversivi del primo decennio del XXI secolo (Capriles stesso partecipò ai tentati golpe ai danni della Rivoluzione bolivariana). Il nuovo volto della destra venezuelana, voluto dallo stesso Capriles, fa sorridere se si pensa che il candidato alla presidenza dichiarò nell'ottobre 2012 di essere un seguace di Lula da Silva che, però, lo smentì immediatamente sottolineando che il suo appoggio sarebbe andato a Chávez.
Inoltre si deve notare come, dopo la sua scomparsa, Chávez sia considerato uno dei padri della patria le cui orme Capriles è pronto a ripercorrere anche se l’11 aprile del 2002 partecipò attivamente al golpe che voleva deporre il legittimo presidente. Oltre a questo va ricordato come Hugo Chávez fu insultato (anche con il termine "zambo" che i coloni bianchi usavano per denigrare gli indigeni), fu accusato di ogni delitto immaginabile e fu il bersaglio di attacchi disinformativi da parte dei media controllate da lobby ostili alla politica dei governi chavisti.

Dopo lo spoglio dei voti Capriles, visto la piccola differenza di preferenze, non ha riconosciuto la vittoria di Maduro ed ha chiesto il riconteggio dei voti perché ha insinuato che il neo eletto presidente sia stato artefice di brogli. Tutto ciò ha aumentato la tensione nei suoi elettori che si sono radunati per un cacerolazo in piazza Altamira; inoltre vi sono stati anche numerosi attacchi contro media pubblici, contro le sedi del PSUV (quattro sedi ne paese sono state date alla fiamme) e contro i poliambulatori pubblici (in cui prestano servizio i medici cubani) .
Il riconteggio dei voti è avvenuto velocemente ed ha confermato il primo spoglio, sottolineando come il 99,98% dei voti erano stati attribuiti correttamente e certificando la vittoria di Maduro con il 50,61% dei voti mentre Caprile si è fermato al 49,12% di preferenze; inoltre l’ex-presidente statunitense Jimmy Carter ha affermato anche in questa occasione che "il sistema elettorale elettronico venezuelano è uno dei più trasparenti al mondo e si avvicina alla perfezione dell’errore zero".
Capriles non riconoscendo la vittoria di Maduro ha nuovamente mostrato la natura del suo partito: l'eversione.

Oggi il presidente venezuelano non può sicuramente guardare ai risultati estremamente positivi di 13 anni di chavismo ma dovrà sviluppare politiche ancora più efficaci contro la corruzione e l'inefficienza della politica e verso le la violenza della società venezuelana. Inoltre Maduro dovrà dar seguito al Plan Patria (ideato da Chávez che prevede una maggiore integrazione tra le fasce sociali venezuelane e la riduzione delle disuguaglianze) e rendere più indipendente l'economia del Venezuela dal petrolio; sfide che avranno un prezzo ma che saranno fondamentali per essere riconfermato con il referendum revocatorio, strumento di democrazia voluto da Chávez, tra tre anni.

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