mercoledì 27 marzo 2013

Ecuador: elezioni 2013


Le elezioni, con altissima affluenza, in Ecuador hanno sancito la vittoria del presidente uscente Rafael Correa con il 58% delle preferenze (al suo partito sono andati il 52% dei voti per assegnare i seggi del Parlamento).
Lo sfidante Guillermo Lasso, del movimento politico CREO appoggiato anche dal Opus Dei, ha ottenuto il 23% dei voti, Lucio Gutierrez si è fermato al 7%, Mauricio Rodas al 4% mentre Alberto Acosta, ex ministro del governo Correa che lasciò per divergenze politiche, ha ottenuto il 3,5%. 
Il risultato delle urne sottolinea la popolarità di un presidente che ha visto crescere il suo consenso di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2009; questo porterà la sua formazione politica, Alianza País, ad avere una maggioranza qualificata di due terzi all'Assemblea Nazionale. 

Correa ha affermato che "la Revolución Ciudadana avanza e non la fermerà niente e nessuno", aggiungendo che i prossimi quattro anni alla guida del paese serviranno per attuare quelle riforme necessarie per cambiare il paese. 
Il presidente rieletto ha continuato affermando: "Dedico questa vittoria a Chávez, uno straordinario leader latinoamericano… Oggi ha perso la partitocrazia, il potere mediatico, il FMI, l’oligarchia interna e i suoi alleati internazionali, ha vinto il popolo dell’Ecuador, la sua volontà e la sua sovranità che mai più potrà essere piegata dai poteri forti".

La rielezione di Correa si basa oltre che sull'opposizione frammentata anche sui risultati ottenuti durante il primo mandato presidenziale. Seppur i risultati non siano in linea con le aspettative e con le promesse della prima campagna elettorale si deve sottolineare che l'indice di povertà è diminuita di circa il 30%, la disoccupazione si è attestata intorno al 5% e l'economia è in costante crescita (8% nel 2011 e 5% nel 2012).
Correa grazie alla sua politica è riuscito ad intercettare anche il voto della classe imprenditoriale e della borghesia che hanno apprezzato la crescita economica del paese, una migliore gestione dei trasporti e la creazione di nuove infrastrutture. Contemporaneamente è riuscito a consolidare il sostegno dei più poveri che hanno beneficiato del "bono de desarrollo", passato da 35 a 50 dollari mensili, degli investimenti nello sviluppo sociale, nell'istruzione  e nelle politiche di impiego e redistribuzione del reddito.

Un aspetto della politica di Rafael Correa spesso criticata è la criminalizzazione dei movimenti sociali; da ricordare gli scontri con le comunità Indio, i movimenti ambientali, le associazioni per la difesa dell’acqua e dell'ambiente. 

Le sfide del rieletto presidente saranno molteplici partendo dal fatto di riuscire a far divenire lo stato Ecuadoriano più giusto, solidale e ambientalmente sostenibile fondato sulla politica del "buen vivir".
Se il governo ecuadoriano riuscirà a dare continuità e maggior forza ai rapporti instaurati nel UNASUR e nel ALBA, oltre alle politiche del "buen vivir", l'Ecuador potrà essere un vero e proprio laboratorio ed una speranza per tutto il continente latinoamericano.

mercoledì 20 marzo 2013

Nubifragi colpiscono il Perù


Almeno sei sono le persone morte delle piogge torrenziali che per circa una settimana dal 8 febbraio hanno inondato il paese; le regioni più colpite che hanno dichiarato lo "situación de emergencia" sono quelle di Puno, Cusco, Ayacucho, Huancavelica, Junín, Lima, Huánuco, La Libertad, San Martín, Cajamarca, Apurímac, Amazonas y Madre de Dios.

Il sindaco di  Arequipa (nel Perù meridionale), Alfredo Zegarra, ha riferito di aver dichiarato lo stato di emergenza ed ha confermato la morte di sei persone; due corpi sono stati rinvenuti "in un furgone che è stato sepolto da una valanga di fango", le altre quattro vittime "due uomini e due donne sono sono state trovate nei distretti di Alto Selva Alegre e Cerro Colorado Miraflores". 
Le forti piogge hanno causato da venerdì otto febbraio smottamenti e frane che hanno investito costruzioni  strade dove la protezione civile ha già iniziato a lavorare per poter raggiungere anche i villaggi rimasti isolati; le abitazioni danneggiate sono oltre mille nella sola provincia di Arequipa.
Il Servizio Nazionale di Meteorologia e Idrologia (Senamhi) ha dichiarato che "mai nella città di Arequipa si è registrata una pioggia così intensa come quella registrato tra il pomeriggio e la sera di venerdì". 

Nelle province di Ollantaytambo e di Urubamba si sono verificati altri danni a causa delle piogge torrenziali che hanno danneggiato una ventina di stabili e circa cento persone sono state sfollate, un ponte e numerosi argini dei fiumi che esondando hanno danneggiato numerose colture.
Il comandante della polizia di Urubamba, Wilbert Callapiña, ha affermato che le forti piogge non hanno danneggiato le importanti strutture turistiche della regione ed anche la ferrovia che porta a Machu Picchu non ha subito nessun danno.

Ad Ica (Provincia nella costa sud del Perù) sono state allontanate dalle loro abitazioni circa quattromila persone a causa delle frane che hanno interessato le città di Icae, Ingenio e Nasc; inoltre nella Provincia di Puno, specialmente nella cittadina di Huancané, l'esondazione dei fiumi hanno invaso e danneggiato oltre centocinquanta ettari di campi coltivati a patate, mais ed altri alimenti inoltre il governo regionale ha inviato in alcuni villaggi, isolati, alimenti per la popolazione e gli animali.

Il governo di Ollanta Humala ha immediatamente attivato i canali per fornire aiuti (in particolare materassi, coperte, tende, pale, picconi, utensili e contenitori per alimenti oltre ad alimenti come l'olio, riso e conserve) alle popolazioni e carburante per i mezzi di soccorso. 
In una nota diffusa dal Instituto Nacional de Defensa Civil (Indeci) si legge che "Indeci sta lavorando su tutto il territorio nazionale organizzando soccorsi alla popolazione e valutando i danni alla strutture per poi iniziare nel minino tempo possibile le riparazioni necessarie alla rete idrica ed elettrica".

mercoledì 13 marzo 2013

Paraguay: morto Lino César Oviedo Silva


La mattina del 3 febbraio 2013 Lino César Oviedo Silva è morto in un'incidente che ha coinvolto il suo elicottero vicino a Puerto Antequera.
Oviedo ha ricoperto la carica di generale delle forze armate paraguaiane ed inoltre si è candidato candidato alla presidenza nelle elezioni del 2008.

La carriera "politica" di Oviedo iniziò nel 1989 quando prese parte alla rivolta militare, in cui si rese protagonista di violenze verso i suoi "nemici", che portò alla destituzione del dittatore Stroessner.
Nell'aprile 1996 Lino Oviedo, ricopriva la carica di Capo delle Forze Armate, fu arrestato per il tentativo di golpe ai danni del governo di Carlos Wasmosy in cui partecipò attivamente pianificandolo dal momento in cui il presidente Wasmosy annunciò il suo ritiro dalla politica alla fine del proprio mandato.

Condannato a 10 anni di carcere per i fatti del 1996 non scontò mai la sua pena perché fuggì in Argentina e poi in Brasile; ma cercò sempre di influenzare la vita politica del paese pianificando, nel 1999, quello che conosciamo come  il "Marzo Paraguayo" nel quale fu ucciso il vicepresidente Luis María Argaña ed alcuni suoi collaboratori (Argaña fu ucciso da un commando paramilitare che lo intercettò ed apri il fuoco verso l'auto su cui viaggiava) perché antagonista personale di Oviedo e del presidente Raúl Cubas.
Dopo l'uccisione di Luis María Argaña vi furono delle manifestazioni di protesta contro la polizia e lo stato che non si adoperava per assicurare alla giustizia i responsabili, in una di queste manifestazioni alcuni uomini di Oviedo uccisero dieci manifestanti nel "Masacre del Marzo Paraguayo"
Il 27 marzo Raúl Cubas Grau si dimise per le pressioni ricevute dai paraguaiani e dal proprio partito politico che designo Luis Ángel González Macchi, dirigente del Partido Colorado, nuovo presidente.

Seppur in esilio nel 2000 riuscì ad organizzare, grazie ad una parte dell'esercito a lui fedele, un nuovo tentativo di colpo di stato il 18 maggio ai danni del governo di González Macchi.

Contestualmente alle sue attività sovversive fu processato e condannato a lunghe pene detentive che non scontò perché in esilio ma nel luglio 2007 riuscì ad ottenere la libertà vigilata, per la condanna per il massacro del "Marzo Paraguayo", grazie ad un istanza legata al Habeas Corpus presentata ed accettata dalla Corte Suprema de Justicia paraguaiana.
La Corte Suprema a fine 2007 lo assolse anche dalle imputazioni derivanti dal colpo di stato del 1996.

Nel 2008, Lino Oviedo si candidò alla presidenza per il partito di estrema destra Unión Nacional de Ciudadanos Éticos (UNACE); ma fu sconfitto da Fernando Lugo che fu poi destituito nel giugno del 2012 da un golpe bianco orchestrato dall'oligarchia paraguaiana.

I 3 giorni di lutto nazionale indetti, dal presidente de facto Fanco, per rendere omaggio ad golpista Lino Oviedo fanno comprendere come il Paraguay si ripiombato in mano all'oligarchia di destra che lo ha governato per oltre 50 anni.

mercoledì 6 marzo 2013

Venezuela: è morto Hugo Chávez


La morte del Presidente del Venezuela, Hugo Chávez, è avvenuta il 5 marzo 2013 e ne ha dato notizia il Vicepresidente, Nicolás Maduro, in una conferenza stampa a reti unificate in cui sono riecheggiate queste parole: "Riceviamo l’informazione più dura e tragica che potessimo trasmettere al nostro popolo. Alle 4.25 del pomeriggio di oggi 5 marzo è venuto a mancare il nostro comandante presidente Hugo Chávez Frías".

Chávez si arrende dopo circa due anni di lotta contro un cancro addominale che gli ha impedito di prestare giuramento nel gennaio scorso per il mandato nuovo presidenziale (dal 2013 al 2019) sancito dalla vittoria alle urne dell'ottobre 2012.
Il Presidente Chávez era rientrato in Venezuela il 18 febbraio scorso da L’Avana, dove aveva ricevuto tutte le cure (quattro operazioni da quando fu diagnosticata la malattia nel giugno 2011 ed i successivi cicli di chemioterapia), trascorrendo questo ultimo periodo nell'Ospedale Militare di Caracas.

Oggi non ripercorrerò la sua storia perché le mie idee sono ancora confuse ma posso solo augurarmi che Nicolás Maduro, il quale è stato designato dallo stesso Chávez come suo “erede", sia all'altezza e riesca a  guidare il partito socialista al cui interno vivono alcune rivalità.
Spero che le elezioni indette per la prossima primavera dimostrino che i venezuelani desiderino continuare la strada del cambiamento intrapresa insieme ad Hugo Chávez con cui hanno vinto campagne elettorali, sconfitto golpe e complotti oltre ad aver conquistato miglioramenti sociali e diritti.