venerdì 8 febbraio 2013

Cuba: riformata la Legge sul Emigrazione


Il 14 gennaio 2013 a Cuba è entrata in vigore il Decreto-Legge 302/2012, che attualizza la Legge d’Emigrazione del 1976.
La nuova legge elimina la richiesta al Ministero degli Interni del Permesso d’Uscita per i viaggi all'estero ed estende da 11 a 24 mesi la possibilità di trattenersi fuori da Cuba. 
La legge permette ai cittadini che intendano recarsi all'estero di espatriare con il solo passaporto ma lascia invariate le conseguenze penali per coloro che non rientreranno entro i termini stabiliti; per esempio chi potranno perdere i diritti civili e politici, non potranno più acquisire beni in via ereditaria, potranno perdere la patria potestà ed il diritto ai sussidi alimentari (libreta). 

La riforma della Legge d’Emigrazione fa parte delle riforme socio-economiche che il Governo cubano ha iniziato a promulgare dall'aprile 2011 ed approvate nel VI Congresso del Partito Comunista; le novità più importanti riguardano anche la sfera produttiva per stimolare anche il settore privato.

Raúl Castro presentando le riforme sulla politica migratoria nel suo intervento nell’Assemblea Nazionale del luglio 2012 ha affermato che le modifiche avrebbero contribuito a mantenere stretto il rapporto tra gli emigranti cubani ed il proprio paese. 
Inoltre ha ricordato come Cuba non possa dimenticare l’ostilità degli Stati Uniti che hanno imposto il blocco economico, commerciale e finanziario, e la Legge di "Ajuste Cubano" (che privilegia i cittadini cubani che entrano in territorio statunitense, con il proposito di stimolate l’emigrazione illegale) che ha il chiaro intento di minare l'economia e la stabilità del Paese caraibico oltre a il favorire il furto dei cervelli.
Per questi motivi Castro rigetta le critiche per le limitazioni imposte all'emigrazione del personale specializzato, come medici, ingegneri e tecnici affermando che la Legge cerca di limitare il tentativo il furto dei cervelli cubani da parte di paesi ostili.

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