lunedì 30 dicembre 2013

Honduras: alle lezioni vince il partito del Broglio

Il giorno dopo la chiusura delle urne in Honduras il TSE (Tribunale Supremo elettorale), a spoglio ancora in corso, ha diffuso i primi risultati parziali. Con  circa il 67% delle schede scrutinate, Juan Orlando Hernández (Partido Nacional de Honduras quello rimasto al governo dal golpe del luglio 2009) avrebbe avuto il 34% dei voti, Xiomara Castro (Libertad y Refundación - Libre) con circa il 28% ed al terzo posto il candidato Mauricio Villeda del Partito Liberale con il 20% ed infine Salvador Nasralla del Partito Anticorruzione con il 15%. 

L’ex presidente Manuel Zelaya dirigente del partito Libre ha affermato: "Non riconosciamo questi risultati. Fateci vedere i verbali, confrontiamoli e provateci che abbiamo perso!"
Zelaya ha denunciato che gli organi di garanzia per le elezioni avrebbero escluso il 20% dei verbali per non presunte irregolarità, però non specificate, ed incongruenze; questa esclusione ha portato a non conteggiare circa 400.000 voti di areee dove il partito Libre ha avuto una schiacciante preferenza da parte degli elettori e che potrebbero modificare nettamente il risultato elettorale. 
Zelaya ha continuato affermando: "Non accettiamo questo risultato, protestiamo contro questo risultato e lo rifiutiamo, perché i nostri exit-poll, il nostro conteggio dei voti e gli osservatori internazionali [di alcune ong] confermano che Xiomara ha conquistato la Presidenza della Repubblica con oltre il 3% di vantaggio su Hernández".
Anche il rappresentante del Libre nel Consiglio Consultivo del TSE, Rixi Moncada, ha sostenuto le tesi del Partito Libre affermando che "ci sono più di 1900 verbali di Dipartimenti dove vince Libre nettamente che non sono stati inseriti nel conteggio, ma passati ad un procedimento di scrutinio 'speciale' che testimonia come domenica [24 novembre 2013] è avvenuta una chiara frode contro la volontà popolare, che senza dubbio, è stata alterata attraverso la trasmissione irregolare dei risultati". 

Oltre alle accuse del partito di Xiomara Castro vi sono anche quelle di Salvador Nasralla, candidato del Partito Anti-Corruzione (PAC), che addirittura ha parlato di una "clamorosa frode elettorale che porterà all'installazione di una dittatura in Honduras".

Juan Barahona importante esponente del FNRP (Fronte Nazionale di Resistenza Popolare) ha rivolto sentito appello a tutti i simpatizzanti del Partito Libre e ed a tutti i cittadini che sostengono la democrazia affinché vigilino sul regolare conteggio dei voti. L'appello è stato recepito immediatamente dagli studenti dell'Università Nazionale Autonoma dell'Honduras (UNAH) che hanno manifestato per sostenere il riconteggio dei voti ed il reintegro dei verbali esclusi. 
La manifestazione però è stata dispersa dall'esercito con i gas lacrimogeni perché, secondo le autorità, bloccava le strade del centro di Tegucigalpa ed inoltre non era stata autorizzata dal Governo.

giovedì 19 dicembre 2013

Nicaragua: aumenta l'accesso all'acqua potabile ed all'elettricità

Durante una trasmissione radiogonica di Radio La Primerísima le società Enacal (Impresa nicaraguense degli acquedotti e fognature) e Enatrel (Impresa nazionale di trasmissione dell'energia elettrica) hanno reso noto alcuni importanti miglioramenti nella copertura nazionale che oggi supera l'85% della popolazione.

In Nicaragua l'85,9% della popolazione ha accesso all'acqua potabile con un incremento del 15% circa rispetto al 2006. Il servizio è da migliorare perché vi sono circa 70.000 famiglie che possono utilizzare l'acqua per sei ore al giorno, 90.000 famiglie la possono utilizzare tra le sette e le undici ore mentre le restanti 440.000 famiglie hanno il servizio erogato 24 ore su 24.

I dati sulle reti fognarie diffusi da Enatrel sottolineano come dal 2006 ad oggi la percentuale di cittadini serviti da fognature sia salita dal 36% al 40%, inoltre è stato costruito e innaugurato un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue che confluiscono nel Lago Xolotlán.
L'Impresa Enatrel per migliorare il servizio per le famiglie che hanno accesso in modo limitato e per raggiungere il resto della popolazione, che per adesso non sono raggiunte dall'acqua potabile e dalle fogne, ha pianificato numerosi interventi per i prossimi mesi ed anni stimando di estendere l'erogazione di acqua potabile al 93% della popolazione ed il 47% per quanto riguarda le fognature nel 2017.
I prossimi interventi interessaranno i municipi di Bilwi, Bluefields, EI Rama, Nueva Guinea, Acoyapa, Santo Tomás, Jalapa, Rivas, Masaya, La Esperanza, Chinandega, Mozonte, Susucayán, Chichigalpa, San Carlos, Cárdenas, Nandaime, Camoapa, Condega, La Trinidad e Malpaisillo.

Per quanto riguarda l'erogazione dell'energia elettrica tra 2007 ed il 2012 la copertura vi è stato un aumento della copertura del 20% arrivando raggiungere il 74% della popolazione ed Enatrel confida di riuscire a collegare l'87% della popolazione entro la fine del 2016. 
Gli investimenti sono quantificati in circa 570 milioni di dollari che svilupperanno la rete di distribuzione la costruzione di 8 piccole centrali idroelettriche e l'installazione di circa 800 pannelli solari che serviranno per dare energia ad alcune comunità non facilmente raggiungibili da rete di distribuzione.  

giovedì 12 dicembre 2013

Argentina: La Ley de Medios è costituzionale

Il 3 novembre 2013 la Corte Suprema di Giustizia ha decretato che i quattro articoli della Ley de Servicios de Comunicación (Ley de Medios promulgata nel 2009), su cui pendeva il ricorso degli avvocati del Gruppo editoriale Clarin, sono costituzionali.

I Gruppo Clarin, uno dei principali organi di stampa che appoggiava la dittatura tra il 1976 al 1983, aveva contestato quattro articoli della legge e più precisamente il numero 45, il 41, il 48 ed il 161.
L'editore possedeva prima del pronunciamento della Corte Suprema di Giustizia 240 concessioni tv via cavo, numerose riviste, case editrici, quotidiani (nazionali e locali), l’agenzia di stampa Diarios y Noticias (fondata con l'aiuto della dittatura militare) ed i canali nazionali "in chiaro" Canal 13 e TN. 

L'articolo 45 della Ley de Medios impone un numero massimo di licenze editoriali e di frequenze televisive e radiofoniche; per l'editore Clarin significa che dovrà cedere molte delle 240 licenze per le tv via cavo come dovrà vendere le numerose frequenze radio-televisive.
Gli articoli 41 e 48 stabiliscono che gli editori che possiedono più licenze di quelle che la legge consente dovranno rimettere nelle mani dell'organo di vigilanza pubblica le licenze per bandire un'asta pubblica e che parte del ricavato verrà versato agli ex-proprietari come indennizzo.
Infine l'articolo 161 stabilisce in un anno il tempo massimo per mettersi in regola con le nuove norme.

La Ley de Medios, considerata dai giuristi di tutto il mondo come una delle più avanzate mai promulgate, era stata impugnata dei legali del Gruppo Clarin perché secondo loro limitava la libertà di pensiero degli editori, la libertà di impresa ed inoltre introduceva una sorta di "censura preventiva"; secondo i giuristi e gli avvocati al soldo dei grandi editori si doveva promulgare una legge che garantisse il libero mercato e non ponesse alcun limite alle licenze di ogni singolo editore.
La Corte Suprema di Giustizia ha respinto la richiesta di incostituzionalità citando la Declaración de Principios de la Libertad de Expresión, approvata dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani nell’ottobre del 2000, sottolineando come i media non possano essere gestiti e controllati da un gruppo ristretto di persone perché in questo modo mancherebbero le condizioni minime di pluralità dell’informazione ed il relativo apporto/critica che ogni gruppo sociale può e deve esercitare nella vita democratica del proprio Paese. 

Adesso che la Ley de Medios è stata dichiarata costituzionale il Governo argentino dovrà renderla veramente operativa e dovrà vigilare affinche non ci sia un passaggio di consegna da un monopolio mediatico all'altro.
Con queste preoccupazioni gli editori indipendenti e di media comunitari chiedono che una percentuale delle concessioni tolte agli editori oggi fuorilegge siano affidate ai media popolari come per esempio al canale televisivio l’Espacio de Televisoras Alternativas y Comunitarias (Barricada Tv) che a breve dovrebbe beneficiare della redistribuzione delle licenze. 
Grazie a questa legge vi è anche la possibilità che una parte delle concessioni radio-televisive sia assegnato a radio e televisioni no profit; così alcune comunità chiedono al Governo di integrare Ley de Medios con alcune norme per riservare loro circa il 33% delle frequenze, destinate al solo no profit, così da riuscire a sviluppare un maggior numero di emittenti comunitarie.

giovedì 5 dicembre 2013

Argentina: Denunciata la Monsanto

All'inizio di Ottobre in Argentina la multinazionale Monsanto è stata denunciata, nel distretto di Cordoba, in base alla legge Nacional de Residuos Peligrosos Nº 24.051 perché i prodotti chimici che la multinazionale userà per "curare" le colture (insetticidi, fungicidi e trattamenti per sementi) sono classificati come tossici.
Oltre alla tossicità dei prodotti, alcuni dei quali sono proibiti nei paesi in cui vengono prodotti per esempio la Clotianidina prodotta dalla Bayern e vietata in tutta la UE, vi è un'altra inadempienza da parte della Monsanto che è la mancata presentazione della documentazione di impatto ambientale.
Il rapporto di impatto ambientale, stilato da diversi enti indipendenti, permette di stabilire quali sono i possibili effetti negativi per la salute delle persone e dell'ambiente che si potranno verificare con la l'impiego degli agenti chimici dichiarati nella coltivazioni Monsanto.

La denuncia depositata dai proprietari degli appezzamenti di terra confinanti con la Monsanto insieme al Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel e con l'aiuto degli avvocati Darío Ávila y Miguel Martinez.
Darío Ávila, presentando la denuncia, ha affermato che "non avere uno studio di impatto ambientale ci permette di esercitare il 'principio alla precauzione' perché vi sono numerose pubblicazioni scientifiche che ci mettono in guardia dalle reazioni che questi prodotti sviluppano sulla salute dell'uomo e sull'ambiente. 
[..] Non vedo l'ora che il Parlamento elabori una legge contro il reato di inquinamento ambientale; ma per adesso dobbiamo adoperarci per provare alla magistratura come l'uso di questi agenti chimici e le fumigazioni, che irroreranno non solo le colture della Monsanto ma anche quelle dei vicini, ricada nella pericolosità descritta e sanzionata dalla legge 24.051".

giovedì 28 novembre 2013

La Bolivia espelle Usaid

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato il Primo Maggio l’espulsione dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (Usaid) perché vi sono gravi prove di cospirazione contro il suo governo.
Queste sono state le parole del presidente durante la celebrazione della Giornata dei Lavoratori: "Vi sono alcune istituzioni dell’ambasciata degli Stati Uniti che continuano a cospirare contro il popolo e il Governo nazionale, per questo approfitto del 1º Maggio per informare che abbiamo deciso d’espellere la USAID dalla Bolivia. Se ne va la USAID dalla Bolivia".

Morales aveva già protestato con gli USA dopo che il 18 aprile 2013, John Kerry, definì "l’America Latina il cortile posteriore del suo paese" affermando di respingere "queste dichiarazioni che sono irrispettose, perché non riconoscono la realtà dei popoli dell’America Latina [...] che oggi non sono più il cortile dietro casa grazie alle nuove politiche economiche e di integrazione, alle nazionalizzazioni degli idrocarburi ed alla lotta dei movimenti sociali".

L’Agenzia Usaid, che operava in Bolivia dal 1964 e poteva contare su un imponente organizzazione composta da uomini e mezzi, è accusata di ingerenza nella vita politica del paese grazie all'enorme flusso di denaro che riesce ad immettere nel paese; vi sono prove che l'organizzazione statunitense abbia sovvenzionato alcuni dirigenti sindacali e di organizzazioni sociali, per destabilizzare il governo del paese.
L'identica politica che ha portato l'Agenzia all'espulsione era già stata già usata negli anni passati anche da alcuni ambasciatori USA come per esempio l’ambasciatore Philip Goldberg, accusato di cospirare insieme all’opposizione per far cadere il presidente Morales, ed espulso nel 2008; inoltre si deve ricordare come nel novembre dello stesso anno Morales avesse chiesto il rimpatrio di alcuni agenti statunitensi della DEA per spionaggio

martedì 19 novembre 2013

La Cia e la scomparsa nel 1976 di due diplomatici cubani

Durante la dittatura militare Argentina (dal 1976 al 1983) furono uccisi due diplomatici cubani, Jesús Cejas Arias e Crescencio Nicomedes Galañena, nello svolgimento di una missione diplomatica a Buenos Aires.

Jesús Cejas Arias e Crescencio Nicomedes Galañena furono rapiti dai militari argentini il 9 agosto 1976 nei pressi dell’ambasciata cubana di Buenos Aires e condotti al Automores Orletti dove furono torturati e giustiziati. 
I responsabili della loro desaparición sono i due agenti della Cia Guillermo Novo Sampol, cubano-americano, e Michael Townley, che operava negli anni '70 per conto della DINA cilena(Polizia politica voluta da Pinochet). 
Quando il corpo diplomatico cubano iniziò le ricerche dei due diplomatici gli agenti della Cia ed il regime argentino fecero circolare la falsa informazione che Arias e Galañena avevano deciso di disertare perché rinnegavano gli ideali della rivoluzione cubana; ma, a distanza di molti anni, alcuni esami forensi condotti sui loro resti stabilirono che i due furono uccisi poco dopo il loro rapimento.

La giustizia argentina ha emesso, nell'agosto 2013, i mandati di cattura internazionale per poter processare in Argentina Townley e Novo Sampol. I due attualmente sono residenti negli USA ed hanno sottoscritto un'accordo con la giustizia Statunitense dalla quale vengono protetti in cambio della loro testimonianza nei procedimenti per crimini contro l’umanità commessi dalla dittatura di Pinochet anche se molti di questi crimini sono stati organizzati o commessi da loro. 
Townley, durante un'interrogatorio, ammise addirittura di aver partecipato attivamente all'omicidio nel 1974 a Buenos Aires dell’ex capo dell’esercito cileno Carlos Prats; inoltre Townley è stato condannato per aver partecipato all'attentato del 1976 a Washington in cui fu ucciso Orlando Letelier che fu ministro della Difesa di Salvador Allende.

mercoledì 13 novembre 2013

Paraguay: la nascita della Coordinadora Democrática


Il senatore Luis Alberto Wagner del Partido Liberal del Paraguay ha affermato, durante un incontro con alcuni giornalisti, che il 90% dei sui colleghi lotta contro la privatizzazione delle società pubbliche ed il relativo licenziamento dei lavoratori.
La posizione del senatore è condivisa con ampi settori della popolazione (sindacati, movimenti sociali e comuni cittadini) e ne ha avuto riprova durante il viaggio in cui ha accompagnato il presidente del partito Miguel Abdon Saguier. 

Wagner durante il suo viaggio ha sottoscritto un documento con il quale viene data vita alla Coordinadora Democrática insieme ai Partiti della Sinistra del Paese, i sindacati, le organizzazioni sociali e le organizzazioni contadine.
La Coordinadora ha come obbiettivi la difesa della democrazia, i rifiuto della privatizzazione dei servizi pubblici, gli investimenti nei settori sociali per ridurre la povertà, aumentare il livello dell'assistenza sanitaria e dell'educazione scolastica inoltre è necessaria una più equa politica fiscale. 

Il senatore ha sottolineato come la legge de Alianza Publico-Privada voluta dal governo mette in pericolo il posto di lavoro di migliaia di lavoratori pubblici perché apre le porte alla gestione delle società di proprietà dello stato alle aziende private che vorranno sicuramente massimizzare i profitti.

Per questi obbiettivi e pericoli il PL insieme a tutti i membri della Coordinadora Democrática ha organizzato una manifestazione per protestare contro le politiche economiche e sociali del Governo e soprattutto contro la legge de Alianza Publico-Privada.
Il senatore Wagner ha concluso l'incontro con i media dicendo: "La politica economica che ispira e che vuole imporre il presidente Cartes si è già dimostrata fallimentare e distruttiva in molti altri paesi latino-americani ed è osteggiata dal popolo paraguayo".

mercoledì 6 novembre 2013

Argentina: Condannato Menéndez

Il tribunale Oral en Criminal de La Rioja (Argentina) ha condannato a 20 anni di carcere il repressore, Luciano Benjamín Menéndez, per essere il "co-autore del crimine di sequestro di persona e tortura di sette persone" durante il processo istruito per far luce sui delitti di lesa umanità commessi durante l'ultima dittatura militare argentina dal  III Cuerpo de Ejército.
Menéndez, che ha ascoltato la sentenza in videoconferenza, ha affermato che le sue azioni erano rivolte a "preservare il regime democratico garantito dalla Costituzione del 1953 perché i sovvertivi volevano instaurare un regime comunista".

I tre giudici hanno anche condannato a 15 anni l'ex-militare Eduardo Britos ed a 3 anni Ricardo Torres Daram sulla base delle prove riuscite a produrre dai pubblici ministeri e dagli investigatori oltre che dalle testimonianze delle vittime, sequestrate nel giugno 1977, che furono recluse presso Escuadrón 24 de Gendarmería Nacional en Chilecito e Instituto de Rehabilitación de La Rioja.
I giudici hanno anche appurato come Menéndez abbia lavorato insieme all'intellince cilena per assicurare alla "giustizia" gli oppositori dei regimi militari. 

mercoledì 30 ottobre 2013

L'assistenza Sanitaria a Cuba e Venezuela

Il Ministero di Salute Pubblica di Cuba, in una conferenza sullo stato della Assistenza Sanitaria cubana, rende noti i dati sulla distribuzione e l'impiego del farmaco Heberprot-P, medicinale sviluppato dalla biotecnologia cubana per le ulcere dei piedi dei diabetici, comunicando che da settembre 2013 è possibile ritirarlo, ed essere seguiti nelle cure, in 350 centri di assistenza sanitaria sparsi in tutto il paese e che circa 22000 persone, dal 2007 ad oggi, hanno beneficiato dei vantaggi di questo farmaco.
Il Ministero, con la verifica e l'appoggio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha inoltre formato oltre mille medici ed infermieri sul farmaco e sulle patologia agiologiche per rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze dei pazienti.

Il Centro Biotecnologico cubano ha continuato la ricerca sul farmaco Heberprot-P estendendne l'utilizzo ed i benefici oltre che per le ulcere gravi è anche per rallentarle e bloccarle allo stadio iniziale della malattia.

Nel solito incontro il Ministero di Salute Pubblica sottolinea come la ricerca cubana che ha prodotto il farmaco Heberprot-P, unico del suo tipo a livello mondiale, abbia portato beneficio anche ad oltre 100.000 pazienti nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il rappresentante venezuelano ha dichiarato che grazie all'Accordo Integrale di Cooperazione Cuba-Venezuela, firmato il 30 ottobre del 2000, si sono avuti risultati straordinari come i circa 40.000 pazienti venezuelani che hanno evitato l’amputazione di una delle estremità inferiori inoltre grazie al farmaco cubano vi è stata notevole diminuzione nel tempo di cura delle ulcere e della durata dei ricoveri.

martedì 22 ottobre 2013

Venezuela: istituita la Comisión de la Verdad

Il Venezuela ha commemorato il 27 febbraio 2013 l'anniversario delle proteste popolari del 1989 organizzando una marcia nella città di Caracas dove sono state ricordate le vittime che "con sentimento patriottico fecero fronte alla politica neoliberista imposto dal presidente Carlos Andrés Pérez".
Oltre alla commemorazione dei cittadini Venezuelani l'Asamblea Nacional Venezuelana ha dato l'annuncio di voler formare una Comisión de la Verdad per individuare i responsabili dei crimini commessi durante le proteste, conosciute come "El Caracazo", del febbraio-marzo 1989.

I provvedimenti economici del governo venezuelano sono noti come "paquetazo económico" e furono emanati il 16 febbraio 1989 per seguire le direttive del Fondo Monetario Internacionale (FMI) che aveva prestato al Venezuela una notevole quantità di denaro. Il governo di Carlos Andrés Pérez seguendo le direttive del FMI decise di privatizzare le industrie statali, di liberalizzare i mercati, di abbassare i dazi doganali e di eliminare il controllo dello Stato nel cambio tra Bolivar e Dollaro; queste misure fecero innalzare vertiginosamente il costo dei generi di prima necessità. 
Per questi motivi il 27 febbraio 1989 ci fu una mobilitazione popolare spontanea che si opponeva al "paquetazo económico"  che fu repressa con la mobilitazione dell'esercito ordinata dal presidente Carlos Andrés Perez che portò alla morte di oltre 3500 manifestanti.

A causa di queste ricette economiche nel 1989 l'economia del Venezuela si contrasse del 8,1%, l'inflazione si attestò al 84,5% e l'indice di povertà arrivò al 30%.

L'approvazione da parte del parlamento della legge per punire i crimini di sparizione forzata, tortura ed altre violazioni dei diritti umani commessi nel periodo compreso tra il 1958 ed il 1998 aiuterà la neo commissione formata da 19 membri (10 sono familiari e amici delle vittime ma anche coloro che hanno subito torture dalla polizia o esercito mentre gli altri nove sono personalità politiche) che hanno giurato ed ha iniziato il proprio lavoro nell'estate 2013.

lunedì 14 ottobre 2013

Ecuador: Correa rinnega "yasunizar el mundo"

L'iniziativa di bloccare ogni attività mineraria e di estrazione di petrolio e gas naturale nel Parque Nacional Yasunì-ITT figlia della Costituzione del 2008 sembra arrivata alla fine.
Nel 2007 Alberto Acosta, al tempo ministro dell’energia del governo Correa, dichiarava che non estrarre petrolio dal Parque Nacional Yasunì-ITT significava conservare intatta un’area di straordinaria biodiversità e rispettare i diritti dei popoli indigeni incontattati. 

L’Iniciativa Yasuní-ITT (il cui acronimo deriva dai pozzi petroliferi di Ishpingo, Tiputini e Tambococha) era stata presentata da Correa durante un’assemblea dell’Onu; il Presidente dichiarò all'Assemblea di non voler estrarre il petrolio per evitare l’emissione di oltre 450 milioni di tonnellate di CO2, le quali avrebbero notevolmente contributo al riscaldamento globale del pianeta, in cambio di questo blocco Correa chiese una compensazione economica di circa 3600 milioni di dollari in un arco di tempo di 12 anni.

Oggi nel settembre 2013 il Presidente Correa ha deciso di sospendere la "moratora petrolera" perché non si è riusciti a coprire, insieme alla comunità internazionale, almeno la metà degli introiti dell'estrazione del petrolio. Correa afferma che le risorse economiche derivanti dall'estrazione del greggio siano fondamentali per l'Ecuador; questo denaro serve per abbattere il tasso povertà e di sottosviluppo che affliggono il paese affermando che "il maggior attentato ai diritti umani è la miseria" e ricordando come la comunità internazionale non abbia mantenuto gli accordi. 
Le difficoltà economiche dell’Ecuador sono note e l'unica risposta arrivata da Palacio de Carondelet è stata quella di sospendere la moratoria (dobbimao ricordare che la protezione del Parque Nacional Yasunì-ITT ebbe un consenso mondiale tra i movimenti sociali e come fu inventato il motto "yasunizar el mundo").  

I movimenti sociali ed le popolazioni indigene sottolineano come la Costituzione ecuadoriana obblighi lo stato a preservare le aree naturali ed i luoghi dove le popolazioni indigene vivono come il Parque Nacional Yasunì; ma vi è una norma, controversa, nella Costituzione in cui per motivi di "interesse nazionale" il presidente può derogare a questo articolo della Costituzione.
Inoltre la popolazione ricorda come l'estrazione del greggio abbia causato gravi danni ambientali come nel caso della multinazionale Chevron-Texaco  a cui è stata inflitta una dura condanna (Confermata la condanna a Chevron).
I movimenti sociali bollano come demagogica la proposta di Correa che promette di usare i proventi dell'estrazione mineraria per combattere la povertà perché significa anche sostenere che l’estrazione mineraria ridurrà la disoccupazione; così Correa nel dubbio tra ambiente e sviluppo ha scelto lo sviluppo affermando implicitamente che ambientalismo porta alla povertà. Altro aspetto fondamentale è l'accrescimento delle disuguaglianze sociali a scapito dei popoli che vivono nel parco che saranno costretti a migrare e divenire "sfollati ambientali"

Il Sumak Kawsay, buen vivir, di Correa si è trasformato secondo le popolazioni indigene e le organizzazioni sociali nel "nuovo modello di dominazione borghese"; modello che chi governa insegue vessando con numerossisimi processi penali e civili (molte volte pretestuosi) a carico dei leader dei movimenti sociali, dei campesinos e dei nativi i quali hanno la sola "colpa" di battersi per la difesa della foresta amazzonica.
L'autentico Sumak Kawsay è l'eleggere la Pachamama al centro di tutta la vita e liberla dalle rondas petroleras e mineras. 

giovedì 3 ottobre 2013

Colombia: La protesta del Catatumbo

La regione del Catatumbo in Colombia è molto ricca di risorse naturali (petrolio, carbone e gas naturale),  ma solo il 28% della popolazione accede all'acqua potabile ed in numerosi municipi il livello di povertà tocca il 90%.  
L'area di Catatumbo è strategica sia per gli interessi politici che per quelli economici delle multinazionali perché ha una vasta frontiera con il Venezuela e per la sua vicinanza al Lago di Maracaibo (area ricca di risorse energetiche, logistiche e industriali). 
Per queste ragioni il presidente colombiano Juan Manuel Santos sta spingendo per iniziare una nuova stagione di sfruttamento minerario che porterà notevoli guadagni nelle casse dello stato ma che genera paure nelle comunità locali a causa dell'inquinamento che devasterà le loro terre.
Santos sta cercando di convincere le popolazioni parlando di scelte democratiche che porteranno prosperità e "pace sociale" ma non è riuscito a conquistare la fiducia dei circa quattromila campesinos che già il 26 giugno 2013 sono scesi nelle strade per protestare contro lo sfruttamento del sottosuolo.

Gli agricoltori della regione non credono alle parole del presidente colombiano perché sono ancora vivi nelle loro memorie i fatti del lontano 1905 quando lo Stato colombiano concesse i permessi di estrazione del petrolio alle multinazionali statunitensi Mobil Texas e Tropical Oil Company. Furono concessi diritti di estrazione per un periodo di 50 anni dall'allora presidente Rafael Reyes che promise prosperità alle popolazioni locali.
Inoltre durante il periodo in cui operarono le multinazionali petrolifere il tenore di vita della popolazione non crebbe anzi aumentarono la povertà ed i problemi di salute a causa dell'inquinamento e gli abitanti manifestarono per i loro diritti e per la loro salute ma Rafael Reyes inviò l'esercito che soffocò le proteste nel sangue.

I campesinos credono che oggi la storia si possa ripetere se venissero approvate le concessioni per lo sfruttamento intensivo del sottosuolo inoltre lo sfruttamento del carbone comporterebbe l'apertura di miniere a cielo aperto (secondo alcune proposte avanzate da multinazionali canadesi, messicane e colombiane). 
Le miniere a cielo aperto denunciano i contadini ed i minatori (scesi in sciopero per sostenere la protesta degli agricoltori) uccideranno le acque del Río Catatumbo, affluente del lago di Maracaibo (Venezuela), e ciò impatterà negativamente sulla salute degli abitanti sulle loro coltivazioni e sull'ecosistema.
Le multinazionali che già operano nell'estrazione sottolineano le comunità locali non hanno mai rispettato i loro diritti decidendo unilateralmente dove e quando creare una nuova miniera a cielo aperto andando contro le leggi nazionali che in questi casi impongono l'approvazione delle popolazioni indio. 
Tutto ciò è accaduto senza che lo Stato colombiano intervenisse perché il Trattato di Libero Commercio (Tlc) stipulato con gli Stati Uniti garantisce guadagni enormi con miniere di carbone e l'estrazione di petrolio, gas, ed oro.

Allo sfruttamento del sottosuolo e del conseguente inquinamento dobbiamo sommare anche i danni portati dalle monoculture (della palma e del cacao) imposte dai latifondisti o dalle multinazionali agricole a monocoltura intensiva dell’olio di palma e del cacao. 
Inoltre la provincia di Catatumbo è da sempre luogo prediletto dai paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (Auc) prima e le Águilas Negras (Bloque Catatumbo e Bloque Norte) adesso, per i traffici di stupefacenti. Insieme al traffico di droga i paras operano con i Batallones Contraterroristas dell’esercito nella guerra sporca con le FARC portando al desplazamiento (sfollamento forzato) di 290mila abitanti ha facendo circa cinquantamila vittime (tra persone ferite ed uccise) . 

Le miniere già presenti, le monoculture e la presenza dei paracos hanno aumentato i conflitti sociali ed oggi le comunità di campesinos ed indio hanno sollecitato l'intervento dello stato, fino ad ora latitante, per finanziare alcuni investimenti per l'assistenza sanitaria, l'istruzione, le infrastrutture e per sviluppare progetti di coltura alternativi a quelli imposti dalle multinazionali dell’agrobusiness. 
Le popolazioni chiedono anche il blocco delle fumigazioni per distruggere le coltivazioni della foglia di coca tramite le fumigazioni ed lo status di Zona de Reserva Campesina per il Catatumbo. 

Per questi motivi le popolazioni del Catatumbo sono scese in piazza e sono riuscite a "contagiare" i minatori, altri gruppi di lavoratori e gli studenti universitari che hanno proclamato di una serie di giornate di protesta contro il presidente Santos e la politica di sviluppo colombiana.

giovedì 26 settembre 2013

Guatemala: sgomberi forzati nel Polochic

In Guatemala le multinazionali che operano nel settore agricolo cercano con la violenza e l'intimidazione di estendere le loro coltivazioni ai danni dei nativi e dei campesinos.
Dall'inizio del 2013 lo zuccherificio Chabil Utzaj di proprietà della multinazionale Pellas ha iniziato una "guerra" con i campesinos che confinano con le proprie coltivazioni nella valle del Polochic, Alto Verapaz.
L'episodio più grave si è verificato alla fine di maggio quando nella zona di Río Polochic sono intervenuti circa cento uomini armati, tra guardie private e capisquadra del Chabil Utzaj, che sono entrati nel villaggio sparando contro le circa 90 famiglie di etnia q'eqchi' che lottano da molti anni per non essere cacciati e difendere il loro diritto alla terra.
La violenta incursione "paramilitare" ha provocato il ferimento di 7 persone di cui una in gravi condizioni.

Il Comitato d’unità contadina, Cuc, ha reso noto che anche il 3 febbraio 2013 gli uomini dello zuccherificio Chabil Utzaju, per espandere le proprie piantagioni di canna da zucchero, hanno devastato alcuni ettari dove la comunità di Agua Caliente coltivano mais, fagioli, ayote e banane.

Il Cuc sottolinea come i continui accaparramenti e concentrazione di terre nelle mani di latifondisti e multinazionali per mezzo di atti violenti ai danni delle piccole comunità q'eqchi' rimangono impuniti; come l'attacco che nel 2011 i gruppi armati dello zuccherificio provocò lo sgombero di 14 comunità q'eqchi's (per un totale di circa 4.000 persone) in cui furono uccise quattro persone anche se ancora oggi nessun indagine è stata avviata.
Inoltre il governo non hai mai rispettato le direttive dalla Commissione interamericana dei diritti umani, Cidh, a favore delle 14 comunità sgomberate ma continua ad avallare gli sgomberi extragiudiziai e difendere la proprietà privata al di sopra dei diritti umani e dei diritti collettivi.

Il Cuc chiede a tutte le comunità indigene, contadine ed a tutte le associazioni che difendono i diritti umani di denunciare a livello nazionale ed internazionale tutti "gli atti violenti e le violazioni dei diritti individuali e collettivi, commessi da imprenditori, latifondisti e dal governo" affinché non rimangano più impuniti.

venerdì 6 settembre 2013

Perù: Medici in sciopero

In Perù all'inizio di agosto vi è stato uno sciopero di 48 ore dei medici dell’Assistenza Sociale della Sanità (Essalud) per il mancato rispetto degli accordi firmati con la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Circa 9000 medici chiedono che vengano applicate le direttive del documento firmato nel 2012 dove veniva posto l'accento sul miglioramento dei protocolli di assistenza per i pazienti/assicurati; inoltre chiedono garanzie contro la privatizzazione del sistema sanitario, un aumento dei macchinari e delle loro condizioni economiche.

L'attuale sistema sanitario prevede due settori quello pubblico e quello privato; il primo si divide in "regime contributivo" e "regime sovvenzionato". Con il "regime contributivo" lo Stato peruviano attraverso il Ministerio de Salud (MINSA) offre le cure mediche in cambio di contributi variabili soggetti alla discrezione del Seguro Integral de Salud (SIS) che contemporaneamente finanzia anche i servizi necessari alla popolazione più povera. 
Inoltre per chi presta servizio nelle forze armate e nelle forze di polizia e le loro famiglie vi sono due sistemi sanitari integrati il Sanidades de las Fuerzas Armadas (FFAA) e la Policía Nacional del Perú (PNP).
Esiste anche una sanità privata sia a pagamento sia gratuita (spesso gestite da ordini religiosi o  ONG) per le fasce più povere della popolazione che forniscono prestazioni mediche del tutto indipendenti dalla struttura statale.

Ollanta Humala ha chiesto di bloccare gli scioperi e le proteste fino alla fine di settembre 2013 per poter inserire gli accordi del 2012 nella riforma della salute pubblica che però la Federazione Medica Peruviana considera neoliberale.

venerdì 30 agosto 2013

Argentina: Arrestato Wolk

Il direttore del centro di detenzione clandestino il "Pozzo di Banfield", Juan Miguel Wolk soprannominato "El Nazi" o "El Alemán" o "El Patón", è stato arrestato dopo la fuga dagli arresti domiciliari a cui era stato condannato dopo per i reati commessi (appropriazione di bambini, privazione illegale della libertà, torture ed omicidio) nel "Pozzo di Banfield".
Il nuovo arresto del settantasettenne Wolk è stato comunicato tramite un comunicato dal Ministero della Giustizia che ha sottolineato il suo trasferimento nel carcere di massima sicurezza di Marcos Paz .

Juan Miguel Wolk è fuggito nel maggio 2012 dalla sua residenza di Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires, dove era agli arresti domiciliari per i rapimenti, le torture e le scomparse verificatesi nel centro clandestino "Pozzo di Banfield" che diresse tra il 1976 ed il 1979 in cui si scomparvero 116 detenuti, 137 subirono torture, 14 furono uccisi e furono "rubati" 9 bambini.
Il centro di detenzione clandestino era una dei centri principali dove furono reclusi anche gli studenti sequestrati nella Notte delle Matite, inoltre servì come base di appoggio del Plan Cóndor.

L'evasione di Wolk deve essere ricondotta anche agli scarsi controlli che sono stati effettuati durante il periodo di detenzione domiciliare. Altro particolare da non trascurare è la palese complicità della sua famiglia; sua figlia è stata denunciata per aver favorito l'evasione e per aver aiutato il padre a nascondersi a Mar del Plata nella casa del fratello.
La città dove Wolk si è nascosto per oltre un anno è la solita di dove scontava la pena, questo particolare fa sorgere molte dubbi come quello che nessuno ha pensato di indagare sulla famiglia o di perquisire le case dei parenti o di intercettare i telefoni delle persone più vicine al fuggitivo.
Questi dubbi trovano però un'unica spiegazione che si può sintetizzare con l'impunità di cui continuano a godere ancora oggi i repressori della dittatura argentina.

martedì 20 agosto 2013

Argentina: nuovo processo per delitti di lesa umanità

Il Tribunale Orale Federale della provincia di Corrientes ha avviato il processo, nel maggio 2013, contro l'ex tenente Héctor Marío Filippo e Carlos Faraldo e Rubén Darío Ledesma per delitti di lesa umanità commessi durante la dittatura.

Filippo, Faraldo e Ledesma prestavano servizio presso il Distaccamento Militare di Intelligenza 123 di Paso de los Libres e sono accusati di privazione illegittima della libertà e torture commessi contro Carlos Lossada, Lilian Lossada e Rosa Noemí Coto nel novembre 1976.

Il processo, secondo la Commissione Provinciale dei Diritti Umani , sarà breve perché sono pochi gli accusati, i testimoni, le vittime ed inoltre perché sono state fissate le date per le nuove udienze; inoltre la Commissione sottolinea l'importanza di in questo procedimento in quanto "si processano anche civili, che lavoravano per i servizi di intelligenza".

lunedì 12 agosto 2013

La protesta contro le dighe in Honduras

Il Congresso Nazionale del Honduras dal 2010 ha promosso la costruzione di 24 nuove centrali idroelettriche; questa politica porterà sicuramente benefici economici alle industrie del Paese ed alle multinazionali che hanno vinto gli appalti.
Oltre ai vantaggi economici sbandierati dal Governo è da ricordare come gran parte dell'opinione pubblica sia contraria alla costruzione di questi impianti e ben presto gli ambientalisti ed i Nativi si sono congiunti con i movimenti sociali protestano contro il governo golpista chiedendo il ritorno alla democrazia di fatto sospesa dal giugno 2009 mese in cui fu destituito il legittimo presidente (Manuel Zelaya).

A fine maggio 2013 un numeroso gruppo di indigeni di etnia Lenca ha tenuto un picchetto di protesta davanti all'ingresso del cantiere di Agua Zarca, una diga che quando sarà terminata produrrà 22 megawatt, che è stato sgomberato con la forza dalla polizia e dall’esercito; durante lo sgombero sono stati arrestati numerosi dimostranti e circa 15 indio sono stati trasportati nelle strutture sanitarie più vicine perché feriti da proiettili e dai manganelli delle forze dell'ordine.
Il progetto Agua Zarca viene combattuto pacificamente dagli indio perché li costringerà al desplazamiento (abbandono forzato delle proprie terre e case), li priverà dell’accesso all’acqua e distruggerà le loro terre ancestrali. Agua Zarca per i nativi porterà solo distruzione ambientale oltre alla possibilità di veder morire la loro cultura; la loro protesta è energica e pacifica ma l’impresa honduregna Ficosah e quella cinese SinoHidro, unite per costruire la centrale idroelettrica, non se ne curano continuando la costruzione dell'opera.

La violenza con cui il governo honduregno vuole piegare le proteste dimostra secondo Bertha Cáceres, esponente del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (Copinh), la vera natura del governo golpista. Inoltre Cáceres e Tomás Gómez Membreño, un giornalista della radio della comunità Copinh (Radio Guarajambala), hanno denunciato un fermo illegale perché durante una perquisizione dell'auto su cui stavano viaggiando in direzione di Santa Bárbara, dove vedrà la luce una diga che prosciugherà il Río Gualcarque, è stata trovata una pistola. Il ritrovamento della pistola ha permesso alla polizia di arrestarli e di impedirgli di arrivare al presidio contro la costruzione delle diga. I due arrestati sono stati rilasciati grazie all'intervento di uno dei legali del Copinh che ha contestato il fermo perché l'arma ritrovata non poteva essere dei due fermati dato che quel determinato modello è dotazione solamente alle forze di polizia.
Oltre al singolare ritrovamento dell'arma i militari non avevano alcun mandato di cattura, né hanno rispettato le procedure durante l'esecuzione del fermo. Altro fatto singolare è quello che vede Bertha e Tomás condotti immediatamente in cella di isolamento atto che la polizia ha negato fino addirittura a non registrare i loro nomi nel Libro de Entradas della prigione.
Il comportamento della polizia è molto semplice chi si oppone alla costruzione delle centrali viene come minimo arrestato, il Cofadeh denuncia numerosi arresti indiscriminati di altri leader sociali, dal golpe del giugno 2009, i quali vengono costretti in celle di isolamento e ne viene negato addirittura il fermo.

giovedì 1 agosto 2013

Belo Monte: Indio occupano il cantiere principale

Le comunità indigene del Rio Xingu (Munduruku, Xipaya, Arara, Kayapó e Tupinambá) ed alcuni attivisti che si oppongono alla costruzione delle diga di Belo Monte in Brasile hanno nuovamente occupato pacificamente il principale cantiere che si trova nello stato del Pará.
Dalla fine di maggio all'occupazione del cantiere partecipano anche i duemila lavoratori del Consórcio Construtor de Belo Monte che protestano contro la mancanza di diritti, di tutele sanitarie sul posto di lavoro oltre che per i salari bassissimi.
I nativi protestano non solo per la costruzione della diga di Belo Monte ma anche per i progetti di altri bacini artificiali che verranno costruiti sui fiumi Tapajós e Teles Pires (importanti affluenti del Rio delle Amazzoni); la costruzione di questi invasi artificiali spazzerà via la debole e precaria economia su cui si basa la sussistenza delle popolazioni indigene, dei piccoli agricoltori e dei ribeirinhos che già adesso con la costruzione di alcune dighe provvisorie (utilizzate per lavorare alla costruzione centrale idroelettrica).

Il Consórcio Construtor de Belo Monte ha richiesto al Tribunale Federale di multare gli occupanti dell'area perché stanno bloccando i lavori di 5000 Reais(circa 1700 euro) al giorno. I manifestanti per adesso non hanno abbandonato il cantiere e resistono alle pressioni del Consórcio che ha richiesto ed ottenuto dalla Stato un dispiegamento imponente e permanente di forze di polizia con i corpi Força Nacional, Polícia Rodoviária Federal e la Tropa de Choque da Polícia Militar (tristemente famosa per i modi violenti) oltre alle milizie private del Consórcio. 
I lavoratori che stanno protestando hanno denunciato ai media che vi sono uomini "infiltrati" al soldo del Consórcio che stanno cercando di rompere il fronte operaio e l'accordo con le comunità indigene per continuare l'occupazione.

Le comunità indigene rivendicano il diritto di essere consultate sul faraonico e devastante progetto di Belo Monte ma per adesso la loro richiesta non è stata accolta dalla presidenta Dilma Rousseff, a fare da contraltare alla legittima richiesta dei popoli indio vi una proposta di legge che, nel caso fosse approvata, eliminerà dai poteri del presidente del Brasile la facoltà di decidere la demarcazione dei territori indigeni a fovore del Parlamento Brasiliano. 
Questa proposta di legge preoccupa molto le popolazioni indigene perché in tutti gli schieramenti politici sono presenti gli esponenti della bancada ruralista (lobby che protegge gli interessi dei grandi proprietari terrieri).

martedì 23 luglio 2013

In Honduras si ricorda il 4° anniversario del golpe

Il 28 giugno 2013, a quattro anni esatti dal Golpe che nel 2009 destituì il presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya Rosales, si sono riuniti migliaia di cittadini in molte città e villaggi del Honduras per commemorare l'anniversario del Golpe mobilitati dal FNRP (Frente Nacional de Resistencia Popular).
Le manifestazioni sono state pacifiche e molto partecipate anche se la massiccia presenza delle forze di polizia e dell'esercito in assetto anti sommossa aveva fatto temere che ci potessero essere scontri con le forze dell'ordine; ma la condotta dei manifestanti non ha dato nessun alibi al governo per far intervenire le forze dell’ordine.

I cartelli e gli striscioni che hanno animato i cortei hanno anche fotografato, con i loro slogan, il difficile periodo che il Paese sta attraversando con riferimento alle costanti violenze (le violazioni dei diritti umani che subiscono i sindacalisti e gli oppositori del governo), la dura crisi alimentare che ha fatto lievitare notevolmente i prezzi.
Queste denunce vengono rinnovate con forza ogni giorno dalla società civile e dalle forze politiche di opposizione ma il Presidente, Porfirio Lobo, non ha mai dato una risposta
.
La manifestazione di Tegucigualpa è stata chiusa da alcuni discorsi, il primo è stato tenuto dal leader del sindacato STIBYS e del FNRP, Carlos H. Reyes, il quale ha sottolineato come è orgoglioso della numerosa partecipazione e del comportamento irreprensibile dei suoi concittadini ed ha avvertito l'oligarchia nazionale e l'imperialismo, i quali minacciano un nuovo colpo di stato, se il Frente vincerà le prossime elezioni “governerà solo il popolo honduregno” ha poi sottolineato come “oggi abbiamo un'altra generazione di cittadini i quali hanno capito che questa lotta è necessaria per formare una nuova la classe politica perché la gente in questi quattro anni di dura repressione ha capito che si tratta di lotta di classe; che si tratta di l'impero e l'oligarchia contro il popolo del Honduras".

Anche il coordinatore del FNRP, Juan Barahona, ha ricordato le conseguenze disastrose che il colpo di stato ed ha invitato il popolo honduregno a partecipare, se è possibile, ancora più attivamente all'organizzazione del Fronte e del Partito per vincere le elezioni presidenziali del prossimo novembre insieme alla candidata Xiomara Castro.
Barahona ha continuato ricordando che "la nostra lotta è ispirata alla memoria ed al sangue dei nostri martiri, alla loro lotta rivoluzionaria, alla loro lotta di classe (operaia, sociale e contadina). Voglio dire Grazie a questi compagni sacrificatisi per la Resistenza e per una patria dignitosa, per una patria di tutti ".

Anche Manuel Zelaya, il presidente legittimo destituito nel 2009, ha sottolineato come il Frente sia cresciuto molto ed ha ricordato “come sono cambiate le cose in Honduras, 4 anni fa ero in pigiama esiliato in Costa Rica ma ora sono qui grazie alla Resistenza! Grazie gente! Grazie honduregni “.
Zelaya continuando il suo discorso ha dichiarato che “si può fare giustizia senza le armi che mi hanno deposto e senza la violenza che ha soffocato le manifestazioni contro il golpe, insegniamo che i problemi politici non si risolvono con le armi, con la violenza, con gli omicidi, con la repressione e con la persecuzione ma si possono risolvere solamente con la democrazia e con la cultura".

lunedì 15 luglio 2013

Le elezioni in Venezuela

Le elezioni in Venezuela hanno sancito la vittoria di Nicolás Maduro anche se con uno ridotto scarto di preferenze; 50,6% di Maduro contro il 49% di Capriles che ha richiesto il riconteggio dei voti.

Facciamo un passo indietro ricordando come in campagna elettorale Nicolás Maduro ha dimostrato di voler continuare il lavoro di Chavez mantenendo un contatto con l'elettorato storico del movimento e cercando di dare risposte ai problemi delle persone come il miglioramento dell'educazione e del servizio sanitario, l'aumento dei posti di lavoro e della retribuzione.
Enrique Capriles ha cercato di mostrare il lato "buono" del partito conservatore smarcandolo dai processi eversivi del primo decennio del XXI secolo (Capriles stesso partecipò ai tentati golpe ai danni della Rivoluzione bolivariana). Il nuovo volto della destra venezuelana, voluto dallo stesso Capriles, fa sorridere se si pensa che il candidato alla presidenza dichiarò nell'ottobre 2012 di essere un seguace di Lula da Silva che, però, lo smentì immediatamente sottolineando che il suo appoggio sarebbe andato a Chávez.
Inoltre si deve notare come, dopo la sua scomparsa, Chávez sia considerato uno dei padri della patria le cui orme Capriles è pronto a ripercorrere anche se l’11 aprile del 2002 partecipò attivamente al golpe che voleva deporre il legittimo presidente. Oltre a questo va ricordato come Hugo Chávez fu insultato (anche con il termine "zambo" che i coloni bianchi usavano per denigrare gli indigeni), fu accusato di ogni delitto immaginabile e fu il bersaglio di attacchi disinformativi da parte dei media controllate da lobby ostili alla politica dei governi chavisti.

Dopo lo spoglio dei voti Capriles, visto la piccola differenza di preferenze, non ha riconosciuto la vittoria di Maduro ed ha chiesto il riconteggio dei voti perché ha insinuato che il neo eletto presidente sia stato artefice di brogli. Tutto ciò ha aumentato la tensione nei suoi elettori che si sono radunati per un cacerolazo in piazza Altamira; inoltre vi sono stati anche numerosi attacchi contro media pubblici, contro le sedi del PSUV (quattro sedi ne paese sono state date alla fiamme) e contro i poliambulatori pubblici (in cui prestano servizio i medici cubani) .
Il riconteggio dei voti è avvenuto velocemente ed ha confermato il primo spoglio, sottolineando come il 99,98% dei voti erano stati attribuiti correttamente e certificando la vittoria di Maduro con il 50,61% dei voti mentre Caprile si è fermato al 49,12% di preferenze; inoltre l’ex-presidente statunitense Jimmy Carter ha affermato anche in questa occasione che "il sistema elettorale elettronico venezuelano è uno dei più trasparenti al mondo e si avvicina alla perfezione dell’errore zero".
Capriles non riconoscendo la vittoria di Maduro ha nuovamente mostrato la natura del suo partito: l'eversione.

Oggi il presidente venezuelano non può sicuramente guardare ai risultati estremamente positivi di 13 anni di chavismo ma dovrà sviluppare politiche ancora più efficaci contro la corruzione e l'inefficienza della politica e verso le la violenza della società venezuelana. Inoltre Maduro dovrà dar seguito al Plan Patria (ideato da Chávez che prevede una maggiore integrazione tra le fasce sociali venezuelane e la riduzione delle disuguaglianze) e rendere più indipendente l'economia del Venezuela dal petrolio; sfide che avranno un prezzo ma che saranno fondamentali per essere riconfermato con il referendum revocatorio, strumento di democrazia voluto da Chávez, tra tre anni.

lunedì 8 luglio 2013

Argentina: arrestato Alberto Julio Candiotti

L'ex tenente colonnello del Battaglione 601, Alberto Julio Candiotti, è stato arrestato in Uruguay dall'Interpol su mandato di cattura internazionale emesso dalla Magistratura argentina per delitti di lesa umanità e dovrebbe essere estradato in pochi giorni.
Il procedimento che lo vede imputato è il numero 83 in cui si, intitolata "Indagine, privazione illegale della libertà, applicazione di torture e scomparsa forzata di persone (Brigata di Investigativa di San Justo)".
Candiotti, durante il periodo della dittatura, ha operato nel centro di detenzione clandestino Brigada de Investigaciones de San Justo (Provincia di Buenos Aires), tra gennaio 1978 e aprile 1979, ed è coinvolto nella scomparsa di un soldato di leva, Robert Daniel Suarez, verificatosi nel 1977 nella città di Santa Fe de Santo Tomé oltre ad altri episodi in cui furono sequestrati e torturati alcuni "dissidenti".

Le testimonianze a suo carico sono sia delle vittime della repressione che degli ex membri delle forze armate che già nel 1983 raccontarono alla Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (Commissione Nazionale sulla Scomparsa delle Persone, CONADEP) cosa accadeva nel centro di detenzione clandestino dove Candiotti prestava servizio.
I testimoni, in particolar modo gli ex-militari, raccontarono che Robert Daniel Suarez fu sequestrato torturato ed ucciso "per ordine dell'allora capo del battaglione, il colonnello José de León Tidio Lagomarsino, con un colpo di pistola alla testa [...] successivamente fu avvolto in un telo verde, posto su una chiatta che attraversò il fiume per poi far tornare senza il corpo."

L'ex ufficiale dopo la dittatura era riuscito a seppellire il suo passato di repressore ed aveva iniziato la carriera di dirigente sportivo; è riuscito ad arrivare alla vice-presidenza della squadra di calcio del Colón de Santa Fe oltre che ad essere nominato consulente, per oltre dieci anni, del il presidente della Federazione di Calcio Argentina (AFA), Julio Grondona.

lunedì 1 luglio 2013

Honduras: i lavoratori chiedono un forte cambiamento

I lavoratori honduregni durante le manifestazioni del Primo Maggio hanno chiesto al Governo la "rifondazione dello Stato attraverso un'assemblea Costituente" che hanno indicato come unico mezzo per "migliorare e rendere più giusta la società honduregna"
Le richieste dei lavoratori nascono come risposta all'aumento della violenza, della povertà e per l'alto costo della vita e per combattere la forte militarizzazione del Honduras che si sono verificate dopo il golpe del 28 giugno 2009, che ha deposto il presidente Manuel Zelaya Rosales.
Durante questo periodo i lavoratori ed i sindacati, che li rappresentano, il paese non si è più occupato dei cittadini e non ha cercato di migliorare le condizioni di vita della popolazione ma anzi si è notato come le industrie sono riuscite a sfruttare maggiormente i lavoratori.
Il peggioramento delle condizioni lavorative e di salario ha fatto si che nei cortei del Primo Maggio i lavoratori richiedessero a gran voce il superamento del modello neoliberista in favore di una società più equa ed un modello di sviluppo economico più vicino alla popolazione ed alle esigenze della società.

La manifestazione che si è snodata per le strade della capitale, Tegucigalpa, era organizzata dalla Confederazione dei lavoratori dell'Honduras (CTH), dalla Confederazione Generale dei Lavoratori (CGT), dalla Confederazione dei Lavoratori (CUTH) e dal Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) e si è conclusa con un comizio del deposto Presidente.
Durante il comizio Zelaya ha ricordato come l'attuale presidente, Porfirio Lobo, "può anche avere buone intenzioni ma il potere viene gestito dalle forze golpiste e pertanto è impossibile migliorare il paese", inoltre ha ricordato le menzogne dell'attuale governo il quale sostiene di aver aumentato i posti di lavoro, di aver migliorato la sicurezza nel paese e di aver incrementato gli indici economici ma la verità è un'altra perché il tasso di disoccupazione è aumentato, a criminalità si è e si sta rafforzando e la popolazione è sempre più povera.

L'ex-presidente Zelaya insieme ai portavoce dei Sindacati ha ricordato che in Honduras nel 2012 vi sono stati 20 morti al giorno (dato fornito dall'Osservatorio sulla Violenza della Università Nazionale Autonoma del Honduras) mentre nel 2008, l'anno prima del golpe, vi erano undici vittime. Quest'incremento non è tollerabile ed è così "chiediamo all'attuale governo di fermare lo spargimento di sangue in Honduras che colpisce anche i movimenti popolari, i sindacalisti, gli insegnanti ed i difensori dei diritti civili".

venerdì 21 giugno 2013

Uruguay: Approvata la riforma del matrimonio

Il Senato uruguaiano, nel marzo 2013 ha approvato con 31 voti favorevoli e 23 contrari la proposta di legge per i matrimoni omosessuali ed inviata, alla fine di aprile, per la seconda votazione al Parlamento dove  è stata approvata definitivamente con 72 voti a favore su 92. 

La nuova legge completa il percorso iniziato con il riconoscimento delle unioni civili anche per i gay iniziato nel 2007 ed completato con il "progetto per l'uguaglianza nel matrimonio" formato da 29 articoli che modifica il Codice Civile Uruguaiano che adesso contempla il matrimonio come "la unione permanente tra due persone di uguale o differente sesso". Inoltre in uno dei 29 articoli vi è anche l'estensione delle adozioni anche per le coppie gay e autorizza tutte le coppie a scegliere quale cognome dare ai figli, così i genitori potranno scegliere l’ordine dei cognomi da dare ai propri figli, dato che fino ad oggi il primo cognome è sempre stato quello del padre.
Questa nuova legge però vieta alle coppie gay straniere di sposarsi in Uruguay ma garantisce questo diritto solo alle coppie straniere eterosessuali. 

Il cammino del disegno di legge è stato molto difficile; nel periodo in cui venivano discussi gli articoli nelle piazze del Paese si snodavano sia manifestazioni di sostegno sia contrarie; quest'ultime fomentate soprattutto della Chiesa cattolica.
L’arcivescovo di Montevideo, Nicolás Cotugno, si è appellato alla coscenza dei deputati cattolici, nei giorni antecedenti la votazione, per non sostenere una legge che "va contro il progetto di Dio". Fortunatamente la risposta del Partito Nazionale a cui era rivolto l'appello della Chiesa è giunta dal segretario Luis Alberto Heber ed è stata decisa e sorprendente perché ha ribattuto che "il Partito Nazionale non accetta nessun diktat dalla Chiesa".

venerdì 14 giugno 2013

Guatemala: revocata la condanna a Montt

La Corte Constitucional de Guatemala ha revocato la sentenza in cui veniva condannato l'ex-dittatore 
Efraín Ríos Montt per genocidio e delitti di lesa umanità per i massacri degli indio Ixil annullando tutto il processo avvenuto dal 19 aprile 2103.

La condanna ad 80 anni di reclusione per le torture e gli omicidi di 1.771 indio Ixil ma anche per il desplazamiento forzoso dei campesinos nel periodo che va dal marzo 1982 al agosto 1983 (Guatemala: condannato per genocidio Ríos Montt).

La sentenza è stata annullata perché la Corte Constitucional de Guatemala ha riscontrato dei passaggi incostituzionali durante i dibattimenti e le procedure avvenute dal 19 aprile, ma non ma annullato l'intero procedimento.
Uno dei passaggi "incriminati" che ha portato al pronunciamento della Corte Constitucional de Guatemala
è l'interruzione del dibattimento ordinata dal giudice Carol Patricia Flores il 19 aprile 2013 .
Con questo pronunciamento Ríos Montt è stato scarcerato e ricondotto agli arresti domiciliari in attesa di una nuova sentenza. 

Esiste anche la possibilità che il collegio difensivo di Montt possa chiedere l'annullamento del Procedimento ma, ad oggi, non è stata presentata nessuna istanza alla Corte Costituzionale.

giovedì 6 giugno 2013

Guatemala: condannato per genocidio Ríos Montt


Il tribunale guatemalteco, Tribunal A de Mayor Riesgo, presieduta dal giudice Jazmín Barrios ha condannato l'ex-dittatore Ríos Montt ad 80 anni di prigione per genocidio e delitti di lesa umanità contro le popolazioni indigene di Ixil; inoltre la sentenza revoca immediatamente gli arresti domiciliari ed ordina la detenzione in carcere.
Nel medesimo processo il l'ex-direttore dei servizi di Intelligence  il generale José Mauricio Rodríguez, è stato assolto perché non ebbe nessuna responsabilità sulle operazioni pianificate da Montt.

Ríos Montt governò il Guatemala tra il 1982 ed il 1983 nel periodo più cruento del conflitto iniziato col golpe voluto ed appoggiato dagli USA nel 1954 quando venne rovesciato il governo democraticamente eletto di Jacobo Árbenz nel 1954; secondo la sentenza l'ex-dittatore pianificò ed ordinò le operazioni, compiute dall'esercito, denominate Campaña Victoria 82, Operaciones Sofía, Operaciones Ixil y Firmeza 83 in cui furono uccisi 1771 indigeni Ixil.
Al processo hanno testimoniato circa cento testimoni che sono sopravvissuti alla politica della "terra bruciata" (piano per lo sterminio delle popolazioni indigene accusate di aver collaborato con la guerriglia di sinistra dell’URNG) che hanno dettagliato ogni singolo orrore, tortura, assassinio e stupro. 
Moltissime donne hanno ricordato che gli stupri erano sistematici ed una in particolare ricorda di avere sentito che "l’ordine era che prima fossimo stuprate dai soldati sani, e solo alla fine da quelli ammalati di sifilide e gonorrea. Soprattutto le più giovani di noi e le bambine non sopravvissero".
A supportare le testimonianze vi sono anche le scoperte delle numerose fosse comuni vicine ai fiumi Schel e Chajul dove sono stati ritrovati le spoglie degli Indio de villaggi Chajul, Nebaj e Cotzal; sui loro corpi sono stati trovati fori di proiettile nel torace e nella testa. 

Ríos Montt si è sempre dichiarato innocente e nel giorno della sentenza, il 9 maggio 2013, si è rivolto al giudice con queste parole: "Signora, mi dichiaro innocente. Non ho mai avuto l'intensione di distruggere una minoranza etnica del Paese".
Dopo la lettura della sentenza ha affermato che "non sono angosciato dalla idea di andare in prigione perché ho applicato la legge. Mi spiace solo per la mia famiglia. [...] Mi hanno condannato per genocidio, la sentenza del tribunale dice che sono un genocida ma ha sentenziato solo sulla base di ipotesi. Questo è uno show politico!". Oltre a queste esternazioni l'avvocato del ex-dittatore ha annunciato che presenterà ricorso contro la sentenza 

La storica condanna di Ríos Montt permette di iniziare a fare luce su tutti i delitti di lesa umanità commessi durante la lunga guerra civile sulle inermi popolazioni indigene e "certifica" quello che i quattro volumi del progetto «Nunca Más» (ai quali ha lavorato instancabilmente anche Rigoberta Menchú) ha scoperto e divulgato, anche a costo della vita di chi ha partecipato alle ricerche, le testimonianze dei sopravvissuti al genocidio.

giovedì 30 maggio 2013

Le elezioni i Paraguay


Horacio Cartes candidato del Partido Colorado alle elezioni presidenziali del 21 aprile 2013 è il nuovo presidente dell' Paraguay.
Cartes ha dichiarato varie volte che il modello di stato a cui si ispira è quello Statunitense; in una delle su ultime interviste per elettorali dichiarò: "Mi piacciono molto gli USA (è cresciuto negli Stati Uniti perché il padre ha lavorato molto con la compagnia Cessna) ho fatto tutto il mio percorso scolastico come i miei fratelli. Gli USA è un paese dove tutto funziona (...) è un paese che quando si commette un errore che si paga, tutto funziona, funziona la giustizia, è un paese che dopo le grandi crisi hanno capacità di recupero".
Con queste affermazioni Cartes oltre a rinforzare il rapporto storico tra Paraguay e Stati Uniti cerca di rompere l'isolamento politico derivato dalla sospensione ricevuta dal Unasur e dal Mercosur a causa del Golpe parlamentare che destituì il presidente Lugo. Si deve ricordare che lo storico rapporto tra i due paesi ha permesso al Paraguay di rimanere come membro attivo nel OAS (Unione Stati Americani) anche se ne era stato richiesto la sospensione sempre a causa della destituzione del Presidente Lugo.
Gli USA hanno difeso ed appoggiato nelle sedi Internazionali il Paraguay ma ha praticamente imposto al Governo la creazione di un ambiente favorevole per gli investimenti esteri e il mantenimento di una pressione fiscale bassa che favorisca le imprese internazionali.

Il Golpe subito da Lugo ha portato la sinistra paraguayana a frammentarsi ancora di più e quindi a non poter incidere nelle elezioni presidenziali; inoltre anche i movimenti sociali si sono indeboliti ed hanno perso lo slancia che aveva acquistato durante la campagna elettorale di Lugo nel 2008.
Con questo il Partido Colorado ha ripreso vigore riuscendo a rafforzare il proprio messaggio economico che che vede le politiche liberiste come unica strada percorribile.
Cartes sottolinea che l'espansione economica può arrivare solo proteggendo le grandi industrie del Paese ma anche quelle estere che investono in Paraguay quindi la sua "nuova" ricetta è il liberismo e con questo, nella sua campagna elettorale lo ha dichiarato più volte, punta a rafforzare e migliorare le esportazioni di soia (nel 2013 si calcola che il Paraguay ne esporterà più di più di 5 milioni di tonnellate di soia), così come l'esportazione di carne che nel 2013 sfonderà la cifra di 1.000 milioni di euro. 

La preoccupazione dei movimenti sociali e dei campesinos per queste "nuove" misure economiche è altissima perché temono che ogni forma di protesta possa, e quasi sicuramente lo sarà come è già accaduto in passato, essere criminalizzata per screditare i movimenti stessi che lottano per la terra e per l'approvazione della legge di riforma agraria (da oltre 4 anni ferma in parlamento per una serie di veti e contrasti tra le varie forze politiche).
Queste preoccupazioni si basano sulla storia del Partido Colorado che non ha mai tutelato i paraguaiani più poveri e nel suo passato golpista ha perseguitato, represso, imprigionato ed ucciso chi ha tentato di ribellarsi e cercato a cambiare il Paese.

Oggi il Paraguay non può prescindere dall'integrazione regionale che offre il Mercosur quindi il neo-presidente Cartes si dovrà attivare per far cancellare le sanzioni al suo Paese ma sarà interessante capire se il Paraguay vorrà puntare veramente sull'integrazione regionale accettando e provando ad attuare i cambiamenti strutturali di cui il Paese ha urgente bisogno nell'interesse di tutti i cittadini oppure agirà come "portavoce" degli Stati Uniti in seno al Mercosur puntando ancora una volta sulle corporazioni locali ed internazionali.

mercoledì 22 maggio 2013

Ecuador: il Governo ignora la Costituzione


La protesta dei popoli indigeni e delle associazioni in Ecuador e sempre più osteggiata dal Governo del presidente Rafael Correa; nell'ultima manifestazione, del 21 marzo 2013, per difendere l'accesso alle risorse idriche tre rappresentanti delle comunità del Tarqui, che da molti anni si oppongono alle concessioni mineraria nell'area di Kimsacocha, stati condotti in carcere.
Carlos Pérez, Federico Guzmán e Efraín Arpi sono stati arrestati durante la manifestazione, pacifica, 
e condannati a un anno di detenzione dal Tribunale di Cuenca che ha poi ridotto la pena ad otto giorni perché, secondo la corte, "protestare per il diritto all'acqua è una lotta altruista".
Mentre nei primi giorni di aprile del 2013 sono stati arrestati, sempre per "sabotaggio", "terrorismo" e "blocco della circolazione", dieci attivisti di sinistra conosciuti come i "dieci di Luluncoto" (perché provenienti dal barrio dove sono stati catturati, a sud di Quito) per "punire" la loro partecipazione attiva ai movimenti per la tutela dell’acqua pubblica e contro lo sfruttamento delle risorse minerarie.

I fermi a cui sono sottoposti i rappresentanti delle associazioni e degli indio arresti sono arbitrari e senza fondamento; i fermati vengono fantasiosamente accusati di atti di "sabotaggio", di "terrorismo" e di blocco della circolazione (se un cittadino vine dichiarato colpevole di obstrución ilegal de vías in Ecuador rischia fino a 3 anni di carcere) durante le manifestazioni in cui non si è mai verificato uno scontro con le forze di polizia. A tutto ciò si aggiunge il fatto di aver ritirato loro il passaporto e quindi gli viene impedito di recarsi agli incontri dei popoli indio che si svolgono in tutto il Sud America.

Le associazioni rivendicano il loro diritto a manifestare pacificamente affermando che lo Stato deve garantirgli questo diritto oltre a mantenere l’ordine pubblico qualora ci fossero incidenti (ad oggi mai verificati).
I movimenti indio e le associazioni denunciano che in Ecuador non è mai stato effettuato un referendum per convalidare la Ley de Aguas; il referendum fu chiesto a gran voce nel maggio 2010 con La Marcha de la Pachamama y el Agua, indetta dal Conaie (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador), per sensibilizzare il paese sul fatto che l’acqua era esclusivamente nelle mani delle multinazionali e che l'accesso a questo bene fondamentale e per la popolazione era difficile e costoso. 
Inoltre l’estrazione di oro, argento e rame contamina le faglie ed i corsi d'acqua riducendo così la possibilità di approvvigionamento delle popolazioni.

Quello che colpisce è l'accanimento con cui lo stato ecuadoriano persegue e gli attivisti impegnati a difendere i diritti umani e ambientali; il tutto appare ancora più assurdo se si pensa che la stessa Costituzione del Ecuador stabilisce il diritto fondamentale all'acqua  alla sovranità alimentare, e riconoscere il diritto alla resistenza di fronte a decisioni prese dallo stato che violano i diritti costituzionali dei suoi abitanti. 

mercoledì 15 maggio 2013

Guatemala: la criminalizzazione dei Movimenti Sociali


In Guatemala da quando si è insediato il Presidente Otto Perez Molina, nel gennaio 2012, è in atto una campagna diffamatoria ed intimidatoria (con minacce di morte, numerosissimi episodi di omicidi e torture) contro i militanti dei movimenti sociali.
Il motivo di questa offensiva guidata da movimenti di estrema destra, supportata anche dal Governo di Molina che ha sempre insabbiato o minimizzato gli episodi violenti che hanno visto gli attivisti vittime, è da ricercarsi nei numerosi investimenti che il Governo vorrebbe attirare per la costruzione di centrali idroelettriche, un canale interoceanico che colleghi Atlantico e Pacifico e l’edificazione di un mega-porto in ciascun oceano.

Numerosi gruppi conservatori, come il Chapines Unidos por Guate (CUG), si sono mobilitati per bloccare le riforme promosse (come la Ley del Sistema Nacional de Desarrollo Rural Integral con cui i movimenti contadini vorrebbero indirizzare le politiche agrarie verso una gestione ed una  ripartizione più attenta al sociale) e le proteste attuate dai movimenti sociali, definiti "gruppi violenti legati all'opposizione , perché limiterebbero un poco le manovre ed i profitti dei grandi latifondisti e delle multinazionali a vantaggio dei più poveri.
Un'altra arma usata dai gruppi di estrema destra è la diffamazione verso l'opinione pubblica ed ogni occasione, come scioperi o manifestazioni, è una buona per apostrofarli come "gruppi violenti legati all'opposizione  oppure le notizie portate alla luce da loro sono solo "disinformazione data dalla manipolazione della realtà". Oltre a ciò la disinformazione riesce a far passare il messaggio che le proteste organizzate dai movimenti civili si oppongono al progresso del paese dato che si battono per limitare lo strapotere della proprietà privata e per non ratificare del Trattato di Libero Commercio tra Guatemala e USA. 

I movimenti guatemaltechi obbiettivo degli attacchi del Governo e dei gruppi di estrema destra sono la Coordinadora de Unidad Campesina (Cuc), gruppo storico e molto attivo nella lotta per il diritti alla terra e nell'opposizione alle multinazionali che impongono le monocolture, la Coordinadora Nacional Indígena y Campesina (Conic), la Coordinadora Nacional de Organizaciones Campesinas (Cnoc) ed il Cifca (Iniciativa de Copenhague para Centroamérica y México); fino ad oggi, fortunatamente, le minacce e le violenze non hanno avuto l'effetto di diminuire le lotte per la salvaguardia del territorio, dell’acqua e della madre terra.

"Le violenze e la paura in Guatemala crescono di giorno in giorno e mai ci piegheremo allo sfruttamento capitalista e al razzismo: le lotte rappresentano i semi della liberazione del nostro paese”, queste parole di Hernández Ixcoy, tra i fondatori del Cuc, mostrano come la lotta è ancora viva.