venerdì 28 dicembre 2012

Bolivia: scoperti resti di vittime della dittatura


In Bolivia sono stati scoperti lungo le rive del fiume Piraí i resti di tre persone scomparse durante la dittatura di Hugo Banzer (1971-1978).
Le spoglie, secondo le prime analisi dell’Istituto Forense di Sucre, dovrebbero appartenere a José Luis Ibsen, i cui familiari hanno riconosciuto gli abiti che indossava il giorno della sua scomparsa, e José Carlos Trujillo; mentre il terzo corpo ancora non ha un nome.

José Luis Ibsen era un avvocato dell’impresa Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos e fu rapito, torturato e giustiziato a Santa Cruz perché stava indagando sulla morte del figlio, anche lui ucciso da uomini al soldo della dittatura mentre di Banzer.

La Procuratrice, Pura Cuéllar, che segue le indagini avviate dopo il ritrovamento delle spoglie ha dichiarato che "nella fossa sono stati trovati solo le estremità ed i crani, ai quali praticheremo i test del DNA per determinare a chi corrispondono".

Durante la dittatura di Hugo Banzer Suárez iniziò nel 1971 quando, con un colpo di stato, destituì il generale Juan José Torres che fu ucciso, per mandato di Banzer, mentre era in esilio in Argentina. 
La sua dittatura portò nel paese la famigerata Operación Cóndor; il suo governo durò fino al 1978, quando anche lui subì un golpe, e in questi anni si verificarono sistematiche violazioni dei diritti umani e omicidi (in Bolivia ed oltre confine) verso gli oppositori politici. Inoltre indebitò lo Stato boliviano verso gli organismi internazionali, facilitò una ristretta oligarchia economica boliviana ed stimolò addirittura la corruzione all'interno dell'apparato statale.
Questa sua condotta scellerata porto la Bolivia a frequenti e forti crisi inflative, economiche ed alla conseguente povertà ed instabilità sociale.
Per i crimini commessi ed ordinati durante la sua dittatura, di cui non esistono dati ufficiali, non è mai stato condannato o citato in giudizio dalla magistratura Boliviana.

venerdì 21 dicembre 2012

Cile: le difficili condizioni Mapuche


La condizione del popolo Mapuche in Cile continua ad essere sempre molto difficile. 
Gli indio sono vittima di una forte e strisciante repressione con ronde e loro territori militarizzati dalle forze dell'ordine; un esempio di questo stato di assedio sono le armi che il governo affida a gruppi di “Vigilantes” (molti giornalisti affermano che siano organizzazioni para-militari i quali hanno aggredito più volte gli indio nel silenzio e nell'impunità) che organizzano ronde, insieme alla polizia, per difendersi dalle proteste dei Mapuche.
Inoltre ogni azione anche di resistenza non violenta o manifestazione del popolo  Mapuche viene criminalizzata dal sistema giuridico cileno in cui figura una "legge antiterrorista" (approvata durante la dittatura di Pinochet e promulgata nel 1984) con la quale lo Stato può privare della libertà i propri cittadini in assenza di prove ma anche di inasprire le pene in caso di condanna nei processi in cui l'accusa può usufruire di testimonianza anonime e segrete. 
Oltre a questo vi è la legge di sicurezza interna con i quali i cittadini considerati "nemici della patria" vengono giudicati sempre da tribunali militari anceh se i reati sono di tipo civile.

In questo scenario di silenzio nazionale ed internazionale vi sono quattro giovani Mapuche che provano a far conoscere la propria drammatica situazione ricorrendo allo scipero della fame.
Due di loro sono stati condannati nel primo processo, basato su false accuse e prove manipolate, ad undici anni perché nelle loro case sono state rinvenute armi frabbricate in casa ed un bossolo già usato; un altro è accusato di aver organizzato un attentato contro un carabiniere anche se alcuni giorni dopo il suo arresto sono state rinvenute prove che indicano un membro di “Patria y Libertad" (movimento paramilitare di estrema destra fascista) come organizzatore dell'attentato.

Oltre ai primi quattro giovani dal 1° ottobre altri cinque prigionieri mapuche ventenni si sono uniti allo sciopero della fame che subiscono la detenzione preventiva nel carcere di Temuco.

venerdì 14 dicembre 2012

Paraguay: provate le violazioni dei diritti umani


Alcune Organizzazioni che si battono per il rispetto dei diritti umani in Paraguay hanno presentato le loro relazioni sulla situazione post destituzione del Presidente Fernando Lugo alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH).

Tutti i documenti presentati sottolineano come la destituzione di Lugo sia un fallimento della democrazia ed il rispetto dei diritti umani in Paraguay che sono sfociati in detenzioni illegali, persecuzioni ai danni dei difensori dei diritti umani e repressioni contro coloro che manifestavano il proprio sostegno al Presidente Lugo e ripudiavano il golpe parlamentare.
Una manifestazione, i cui fatti non sono mai stai appurati, fu repressa nel sangue si svolse nell'area di Curuguaty dove un presidio di campesinos fu sgomberato con la forza e morirono 11 agricoltori.

Molte denunce riguardano l'assenza di chiarezza o meglio l'assenza delle indagini da parte della polizia riguardo alla morte di un esponente politico di Puentesino, dei licenziamenti a causa dele pensiero politiche di migliaia di lavoratori statali; a tutto questo si sommano le numerose lacune nel campo della sanità e dell’educazione.

Le organizzazioni paraguaiane durante l'incontro con il CIDH hanno richiesto una fine delle violazioni,  delle pressioni, delle persecuzioni e la criminalizzazione del dissenso pacifico e soprattutto il ripristino dello Stato di Diritto e la democrazia in Paraguay.
La Commissione Interamericana ha condannato le violazione dei diritti umani ed ha convocato per la prossima seduta i rappresentati del governo di Federico Franco e nuovamente le organizzazioni sociali.

sabato 8 dicembre 2012

Elezioni municipali in Nicaragua


Alla fine di ottobre 2012 si sono svolte le elezioni nelle municipalità del Nicaragua; le elezioni si sono svolte nella massima tranquillità e senza nessun sospetto di brogli o irregolarità e l'affluenza è stata del 58%. Il dato è sicuramente basso ma in netta ascesa rispetto alle precedenti tornate elezioni municipali.

Il il Consiglio Supremo Elettorale (CSE) ha fornito e certificato i dati della tornata elettorale dove il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) è stato il vincitore in 134 delle 153 municipi, il Partito Liberale Indipendente (PLI) ha vinto in 12 mentre il partito Yatama ha primeggiato nei tre municipi dove si era presentato da solo; nelle altre aree faceva parte della coalizione Unida, Nicaragua Triunfa, con il FSLN.

Il leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha dichiarato, una volta resi noti i risultati, che "i cittadini hanno ribadito nelle elezioni municipali del 4 novembre il loro appoggio al cammino verso la pace e la sicurezza per continuare gli sforzi nella lotta contro la povertà", ha anche affermato che questi risultati premiano il cammino intrapreso dal popolo del Nicaragua e del suo Governo in ambito di lotta alla povertà, di lotta all'analfabetismo e di sviluppo del mondo del lavoro.