venerdì 3 agosto 2012

Brasile: il 27° rapporto sui conflitti agrari


La Commissione Pastorale della Terra (Cpt) ha reso noto a metà maggio 2012 il suo nuovo rapporto, oramai per il 27° anno, sullo stato dei "conflitti agrari" in Brasile. 
I rapporti pubblicati analizzano la situazione dei conflitti che si generano tra grandi proprietari terrieri e campesinos oppure le minacce, e non solo, che le comunità indio subiscono. 
Sono compresi anche i cosiddetti "conflitti della terra" comprendono le espulsioni, gli sfollamenti, la distruzione delle abitazioni o di altri beni, le minacce dei pistoleiros. 
Inoltre il rapporto del Cpt dedica una sezione anche alle lotte che i contadini o gli indio hanno intrapreso per il recupero delle loro terre.
I dati raccolti nel 2011 e da poco pubblicati sono molto preoccupanti.

I conflitti per la proprietà della terra sono passati da 835 nel 2010 al 1035 nel 2011; sono cresciute le persone che sono state coinvolte negli scontri hanno superato le 600.000 unità con le regioni del nord est del paese che hanno avuto una crescita notevole degli scontri.
Le occupazioni dei senza terra o delle popolazioni indigene hanno avuto un incremento del 11% percento così come sono cresciute del 75% il numero delle famiglie espulse.

Sono molto preoccupanti i dati che vedono le numerose minacce dai pistoleiros contro campesinos o indio e soprattutto è preoccupante il fatto che gli interessi dei grandi latifondisti riescano a scacciare o rubare terre con la violenza o con le minacce senza che lo Stato riesca a garantire i diritti dei più deboli.
Lo Stato non riesce a salvaguardare i più deboli perché è e resta corrotto; le parole del professor Carlos Walter Porto Gonçalves spiegano perfettamente la situazione: "Questi dati ci confermano scientificamente il carattere della Giustizia in Brasile: il potere pubblico agisce solo contro i movimenti sociali in lotta per la terra, ma resta indifferente di fronte agli abusi del potere privato”.

Nessun commento: