venerdì 31 agosto 2012

Argentina: Videla ed altri gerarchi condannati per la sparizione dei figli delle desaparecidas


Il 5 luglio 2012 si è concluso il processo contro l’ex dittatore argentino Jorge Videla che lo vedeva imputato  per aver rapito i neonati delle donne o coppie di desaparecidos.
Il Tribunal Oral Federal 6 lo ha riconosciuto colpevole, stabilendo che è esistita una "pratica sistematica ed incontrovertibile" di appropriazione dei figli delle donne sequestrate che al momento del sequestro erano incinta, e lo ha condannato a 50 anni di reclusione.

La presidentessa del Tribunal Oral Federal 6, María del Carmen Roqueta, ha dichiarato che non è stata accettata l'istanza di prescrizione della difesa perché "i fatti giudicati sono di lesa umanità e messi in atto attraverso una pratica sistematica e generalizzata di sottrazione, sequestro e occultamento di minorenni. Il tutto è stato fatto alterando o sopprimendo le loro identità e sequestrando, detenendo, facendo sparire o uccidendo le loro madri, in un piano generale di annichilimento che ha riguardato una buona parte della popolazione civile. Il tutto con il pretesto di combattere la sovversione e usando metodi terroristici di Stato dal 1976 al 1983”.

E' stato condannato anche l'ex-dittatore, Reynaldo Bignone, a 15 anni di reclusione per 31 casi di sparizione di figli di desaparecidos e per aver ordinato la distruzione dei documenti in cui erano numerose prove che dimostravano la sistematica repressione di ogni forma di dissenso verso il regime argentino. 
Inoltre sono stati condannati l’ex vice-almirante Antonio Vañek a 40 anni, l’ex capo del Grupo de Tareas de la Escuela de Mecánica de la Armada (Esma) Jorge Acosta a 30 anni, l’ex capo del Campo de Mayo Santiago Omar Riveros a 20 anni, Víctor Gallo a 15, Juan Antonio Azic a 14, Jorge Magnacco a 15 e Susana Colombo a 5 anni sempre per i medesimi capi di imputazione di Jorge Videla.

Il processo è nato grazie alla forza di volontà delle Abuelas de Plaza de Mayo che hanno scoperto e denunciato questi crimini; inoltre sono riuscite a ridare la vera identità a 25 dei 35 casi sui quali inizialmente era stato istruito il processo ed a cui, successivamente, se ne sono aggiunti altri 400 circa tra i quali figura il nipote di Estela de Carlotto (presidentessa delle Abuelas de Plaza de Mayo).

Paraguay: destituito il Presidente Lugo/2


Molti analisti politici concordano che le votazioni svolte nei due rami del parlamento paraguayano hanno portato praticamente ad un golpe bianco dove i militari non sono scesi per le vie ma sono stati gli esponenti politici ad orchestrare la caduta del Presidente Lugo.  

Anche Lugo ha definito, in un'intervista rilasciata a Telesur, la scelta del Congresso paraguayano come "un colpo di Stato 'express', perché hanno preso le decisioni tra la notte e la mattina [...] Le azioni dell’opposizione sono anticostituzionali perché non rispettano le leggi”. 
L'ex-presidente ha continuato rivolgendo un caloroso ringraziamento "alla grande resistenza del popolo del Paraguay che manifestando ha evidenziato l’interesse per la democrazia e lo Stato di diritto" ha poi aggiunto: "I leader dei partiti politici che rappresentano le classi privilegiate hanno voluto allontanarmi dalla presidenza del Paese perché si sono resi conto che la politica pubblica e sociale ha reso popolare il mio governo[...] Mi auguro che Federico Franco non possa reprimere cittadini pacifici che manifestano".

Oltre a queste considerazioni ed analisi politiche con i giorni che passano trapelano anche altre notizie ed indiscrezioni le quali vedrebbero, dietro la destituzione del Presidente, un opera attuata dell'opposizione politica figlia della dittatura.  
Questa teoria viene suffragata da un documento proveniente dall’ambasciata statunitense in Paraguay, datato 28 marzo 2009, in cui si afferma che alcuni politici dell’opposizione stessero preparando le mosse per l'impeachment nel caso in cui Lugo avesse commesso alcuni errori.
L'informativa dell'Ambasciata USA in cui si legge "Ci sono rumori persistenti secondo cui l’ex generale Lino Oviedo e l’ex presidente Duarte sono al lavoro per riprendere il potere politico per vie legali, fatto che causerebbe la caduta di Lugo."; Lino Oviedo è alla guida del partito Union Nacional de Colorados Eticos.

Oggi nel Paraguay vivono due anime ben distinte; una è rappresentata dal popolo il cui voto, nel 2008, ha provato ad estromettere dal potere la vecchia oligarchia del Partito Colorado legata alla lunghissima dittatura di Alfredo Stroessner Matiauda (1954 - 1989) e l'altra è formata proprio dai politici del Partito Colorado che oggi hanno compiuto un nuovo colpo di Stato.

venerdì 24 agosto 2012

Paraguay: destituito il Presidente Lugo


Il 23 giugno 2012 Fernando Lugo il Senato del Paraguay lo ha destituito dalla presidenza con l’accusa di "inettitudine e mancanza di decoro". La presidenza è stata affidata al ex-vicepresidente Federico Franco (Partito Liberale).

La destituzione nasce da una gestione poco oculata della protesta ed occupazione da parte di 150 contadini della fattoria dell’ex senatore Blad Riquelme (avversario politico di Lugo) che rivendicavano il loro diritto a lavorare la terra. I Campesinos che protestavano si sono scontrati con circa 300 agenti delle forze dell'ordine ed il bilancio dello scontro è di 6 poliziotti e 11 campesinos morti.
Ad accendere ancora di più gli animi dei partiti che osteggiavano Lugo sono arrivate anche le affermazioni, false, del ex senatore che sosteneva l'esistenza di gruppi di guerriglieri dell’Epp (Ejercito del Pueblo Paragauyo) tra le fila dei campesinos.

Alla notizia dell'esito della votazione del senato molti sostenitori del ex-presidente sono scesi in piazza per manifestare il loro appoggio a Lugo ed in alcune città, specialmente nella Piazza delle Armi di Assuncion, ci sono stati anche scontri con la polizia che fortunatamente non hanno provocato vittime.

Una volta ufficializzata la destituzione di Lugo il ministro per l’Adolescenza e l’Infanzia, Liz Torres, ha deciso di dimettersi ed ha dichiarato: "Tenendo conto che sono stata chiamata a far parte di un progetto per il Paese che tenesse in considerazione la giustizia e la tolleranza, e che ha sempre voluto radicare nella società i principi di giustizia sociale e democrazia, ritengo imprescindibile la mia rinuncia all’incarico". Insieme a Liz Torres ha deciso di dimettersi Esperanza Martinez, ministro della Salute Pubblica.

La reazione dei Paesi dell’Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) dopo la votazione del Senato paraguayano è stata immediata ed hanno espresso la loro "energica condanna alla rottura dell’ordine democratico del Paraguay"; inoltre, si legge nel comunicato "le cancellerie aderenti all’Unasur riaffermano che è imprescindibile il rispetto delle clausole democratiche votate dal Mercosur, Unsasur e dal Celac. Le cancellerie considerano che le azioni in corso in Paraguay potrebbero essere comprese negli articoli 1, 5 e 6 del Protocollo Addizionale del Trattato Costitutivo dell’Unasur sull’impegno per la democrazia, fatto che potrebbe configurare una minaccia all’ordine democratico, omettendo il rispetto al giusto processo. I Governi dell’Unasur valuteranno quale sia la misura più appropriata per continuare la cooperazione nel quadro dell’integrazione sudamericana”.
Ma le reazioni dei paesi confinanti non non si sono fermate alla presa di posizione dell'Unasur così Ecuador,  Bolivia, Argentina e Brasile hanno deciso di non riconoscere il nuovo governo.

venerdì 10 agosto 2012

Le miniere del Chiapas


Nel Chiapas (regione nel sud del Messico al confine con il Guatemala) le popolazioni indigene sono in costante difficoltà a causa delle pesanti discriminazioni che subiscono dal governo messicano e per le numerose azioni ostili che il loro territorio subisce da parte delle multinazionali che mirano allo sfruttamento delle risorse naturali presenti.

Dall'inizio del 2012 nel centro del Chiapas alcune aziende messicane e la multinazionale canadese Black Fire stanno lavorando giorno e notte nell'esplorazione di acune aree montane; sembra che abbiano la solo autorizzazione statale e non quella delle popolazioni locali che non sono mai state interpellate come prevede la legge messicana. 
Vi sono anche altri interventi di scavo nel sud della regione, che vedono protagonista la società canadese Black Fire, ma sembrano abusivi dato che non vi è traccia di alcuna concessione.
Alcune testimonianze raccolte nella regione raccontano che le aziende "convincono i piccoli proprietari terrieri a vendere, offrendo in cambio infrastrutture, di cui nella zona c’è forte bisogno. Ma sappiamo bene che che questi scambi sono solo un pretesto per inserirsi nell’ambiente e avere la possibilità di ottenere dallo Stato del Chiapas concessioni per lo sfruttamento minerario".
Inoltre le esplorazioni e gli scavi sono molto inquinanti per i fiumi e le falde dato che i materiali estratti vengolo lavati con solventi o con cianuro.

Ad oggi gli abitanti delle aree interessate non sono stati ancora interpellati sulle concessioni minerarie e la loro protesta viene fatta cadere nel vuoto dallo Stato.

venerdì 3 agosto 2012

Brasile: il 27° rapporto sui conflitti agrari


La Commissione Pastorale della Terra (Cpt) ha reso noto a metà maggio 2012 il suo nuovo rapporto, oramai per il 27° anno, sullo stato dei "conflitti agrari" in Brasile. 
I rapporti pubblicati analizzano la situazione dei conflitti che si generano tra grandi proprietari terrieri e campesinos oppure le minacce, e non solo, che le comunità indio subiscono. 
Sono compresi anche i cosiddetti "conflitti della terra" comprendono le espulsioni, gli sfollamenti, la distruzione delle abitazioni o di altri beni, le minacce dei pistoleiros. 
Inoltre il rapporto del Cpt dedica una sezione anche alle lotte che i contadini o gli indio hanno intrapreso per il recupero delle loro terre.
I dati raccolti nel 2011 e da poco pubblicati sono molto preoccupanti.

I conflitti per la proprietà della terra sono passati da 835 nel 2010 al 1035 nel 2011; sono cresciute le persone che sono state coinvolte negli scontri hanno superato le 600.000 unità con le regioni del nord est del paese che hanno avuto una crescita notevole degli scontri.
Le occupazioni dei senza terra o delle popolazioni indigene hanno avuto un incremento del 11% percento così come sono cresciute del 75% il numero delle famiglie espulse.

Sono molto preoccupanti i dati che vedono le numerose minacce dai pistoleiros contro campesinos o indio e soprattutto è preoccupante il fatto che gli interessi dei grandi latifondisti riescano a scacciare o rubare terre con la violenza o con le minacce senza che lo Stato riesca a garantire i diritti dei più deboli.
Lo Stato non riesce a salvaguardare i più deboli perché è e resta corrotto; le parole del professor Carlos Walter Porto Gonçalves spiegano perfettamente la situazione: "Questi dati ci confermano scientificamente il carattere della Giustizia in Brasile: il potere pubblico agisce solo contro i movimenti sociali in lotta per la terra, ma resta indifferente di fronte agli abusi del potere privato”.