mercoledì 25 gennaio 2012

Nicaragua: Riconfermato alla presidenza Daniel Ortega


Le elezioni in Nicaragua hanno riconfermato Daniel Ortega con circa il 63% dei voti contro il 31% il candidato del Partito liberale indipendente (l'imprenditore Fabio Gadea).

Gadea non ha riconosciuto valido il voto che ha rieletto per la terza volta l'ex guerrigliero ed ha affermato che "le elezioni sono state inquinate sin dall'inizio" e che "gli elettori non hanno avuto l'opportunità credibile di esercitare il loro diritto democratico". 
Gli osservatori internazionali hanno esposto le loro perplessità su come si sono svolte le operazioni di voto dato che non gli è stato permesso l'accesso ad alcuni seggi. Inoltre gli osservatori si sono dichiarati "preoccupati per le irregolarità e le possibili intimidazioni agli elettori" che alcuni gruppi armati e vicini all'estrema destra avrebbero effettuato sui cittadini nicaraguensi.

Le tensioni che già esistevano tra i sostenitori di Gadea e quelli di Ortega sono salite a causa delle parole del leader del Partito liberale indipendente e così sono stati rafforzati i controlli di polizia intorno alle sedi dei due partiti, degli edifici governativi e sedi della commissione elettorale.
Sfortunatamente però questo maggior controllo non ha evitato gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti in cui si contano dei feriti e soprattutto quattro vittime (tre sostenitori del Partido Liberal Indipendente ed un segretario locale del Frente Sandinista).

giovedì 19 gennaio 2012

Guatemala: Molina vince le elezione presidenziali


Le elezioni in Guatemala vedono come vincitore l'ex generale Otto Perez Molina del Partito Patriottico (destra reazionaria) che ha avuto, nel ballottaggio del 6 novembre 2011 con l'affluenza del 54,84%, il 55% di preferenze contro il 45% del manager Manuel Baldizon del partito Libertà Democratica Rinnovata (altra formazione di destra).

Otto Pérez Molina
Otto Pérez Molina, generale in pensione di 51 anni con molte zone d'ombra nel suo passato, ha incentrato la sua campagna elettorale sulla sicurezza e giustizia. Gli altri punti su cui si è soffermato nella sua campagna elettora sono stati: bloccare il crimine organizzato, le Maras (bande giovanili) e la micro-delinquenza.

Le ombre sul passato del nuovo presidente è indagato Tribunale supremo elettorale per avere sforato il tetto massimo di spesa per la campagna elettorale (tetto fissato in un milione di dollari) oltre che per la provenienza dei fondi che sembrano essere stati "donati" dai narcos. 
Oltre a questo Molina figura nelle indagini dell'omicidio del vescovo Gerardi, per il quale è accusato di essere il mandante ma anche come esecutore materiale. Secondo le indagini ed alcune indiscrezioni alle spalle di Molina vi sono le importanti esponenti del narcotraffico che in passato hanno protetto e sponsorizzato altri politici del paese.
Molina, come se non bastasse, è anche indagato per crimini contro l'umanità per aver ordinato e partecipato ai massacri nella regione indigena di Nebaj.

Il paese ha espresso la sua preferenza ma continua a vivere un momento molto difficile perché oltre alla violenza dilangante nei primi nove mesi del 2011 si sono contati 2506 omicidi che lo colloca già come l'anno più violento dell'ultima decade. 
Inoltre le istituzioni sono state svuotate di ogni dignità e forza a causa della corruzione e del regime di terrore che i narcotrafficanti sono riusciti ad instaurare in Guatemala; la strada per far recuperare credibilità alle istituzioini è molto ardua sia per il clima che si respira nel paese sia perché, dato per scontata la buona fede del neo-presidente, Molina dovrà scendere a compromessi con le altre forze politiche con le quali si è alleato per riuscire a formare una maggioranza parlamentare.

venerdì 13 gennaio 2012

Colombia: 5 condannati per il massacro di Cajamarca


Il Tribunal Superior di Bogotá ha condannato, a fine ottobre 2011, cinque militari colombiani a pene comprese tra i 35 ed i 40 anni di prigione per il massacro compiuto a Cajamarca (nella provincia di Tolima) nel 2004 in cui furono uccisi Albeiro Mendoza e sua moglie Yamile Urueña, i due figli di 17 anni e di sei mesi, César Santana Gutiérrez di 14 anni e Norberto Mendoza Reyes.

I cinque sono stati condannati a per omicidio, associazione a delinquere, sequestro di persona, falso ideologico, falsa testimonianza ed inquinamento di prove; inoltre dovranno anche risarcire i familiari delle vittime.
Il giudice ha ordinato all'Esercito ed il ministero della Giustizia di "chiedere perdono alla comunità per i fatti commessi dai membri della forza armate che hanno violato i diritti umani ed il diritto internazionale dando prova di come non si dovrebbero mai comportare i militari che dell’esercito colombiano”.

I militari si sono difesi affermando che durante la notte vigeva il coprifuoco perché nella zona operavano i guerriglieri ed è per questo che erano in missione di stavano pattugliamento; i militari, secondo la loro versione, aprirono il fuoco perché le sei vittime non si identificarono e perché non tentarono di allontanarsi una volta "scoperti".

Il giudice non ha creduto a questa versione anche grazie a tutte le prove e testimonianze fornite ed ha affermato che "le vittime non si potevano catalogare come guerriglieri dato che tutte le prove e le testimonianze hanno dimostrato il contrario".

sabato 7 gennaio 2012

Massacro di Acteal: Zedillo a giudizio


L'ex presidente del Messico Ernesto Zedillo (dal dicembre 1994 al dicembre 2000) è stato denunciato per Lesa Umanità dai sopravvissuti al massacro che avvenne nel 1997 ad Acteal in Chiapas.

Ad Acteal il 22 settembre 1997 furono massacrate 45 persone (A 10 anni dal massacro di Acteal e Il massacro di Acteal non ha colpevoli) da un gruppo di paramilitari; la strage faceva parte della “guerra a bassa identità” con cui lo stato messicano cercava di contrastare e distruggere l’Esercito di liberazione nazionale di Zapata.

I sopravvissuti di Acteal si sono rivolti all'ufficio legale Rafferty Kobert Tenenholtz Bounds & Hess (specializzato in diritto internazionale) di Miami che grazie alle leggi statutarie degli USA danno la possibilità ai querelanti di citare Zedillo come mandante morale di crimini contro l'umanità e torture.
Oltre alle testimonianze dirette dei sopravvissuti vi è un'importante documento (Rapporto della Segreteria della Difesa Nazionale) scritto nel 1994. Nel Rapporto si esplicita il piano per formare gruppi di paramilitari che dovevano disperdere le popolazioni locali dalle aree sotto il controllo dell' esercito Zapatista al fine di distruggere le basi d’appoggio delle milizie e la solidarietà della società verso EZLN.

lunedì 2 gennaio 2012

Cile: Continuano le manifestazioni degli studenti


La manifestazione studentesca contro l'odinamento scolastico ereditato dalla dittatura di Pinochet, del 29 settembre 2011 a Santiago del Cile, è terminata con una serie di scontri con i carabineros quando i manifestanti hanno deviato dal percoso prestabilito che ha lasciato sul campo 4 feriti, 263 manifestanti di cui 33 minorenni.

Dispersa la manifestazione da parte delle forze dell'ordine sono apparsi alcuni gruppi di uomini incapucciati che hanno commesso alcuni atti vandalici che sono stati immediatamente strumentalizzati dal governo che ha accusato la Confederación de Estudiantes de Chile (Confech), che ha organizzato la manifestazione, degli atti vandalici e degli scontri.
Il portavoce del governo ha continuato dichiarando che "l'accaduto è una mancanza di leadership da parte dei dirigenti del movimento studentesco. Finora i capi hanno sempre camminato in testa ai cortei, rispettando le regole. Ieri non è accaduto".

La risposta degli studenti non si è fatta attendere ed il Confech ha affermato che "non ci sono dubbi, la violenza dei carabinieri è stata la scintilla che ha provocato i disturbi" e la presidentessa, Camila Vallejo, ha fatto autocritica affermando che "ci sono stati dei problemi di gestione durante la manifestazione [...] Abbiamo tentato di farla nel migliore dei modi, ma non abbiamo fatto abbastanza [...] e non dobbiamo fornire nessun elemento per strumentalizzare la nostra protesta".