giovedì 25 agosto 2011

Il processo per “El Vesuvio”


Il processo che vedeva imputati gli ex-colonnelli dell'esercito argentino, Héctor Gamen e Hugo Pascarelli, si concluso il 15 luglio 2011 con un ergastolo ciascuno per crimini contro l'umanità.

I due ex-militari erano distaccati nel centro detentivo clandestino di “El Vesuvio”, a Buenos Aires, che rimase attivo tra il 1975 e il 1978. Nel centro di detenzione clandestino furono imprigionati e torturati oltre 2.500 cittadini tra cui l'autore Haroldo Conti e il regista Raimundo Gleyzer.

Héctor Gamen e Hugo Pascarelli negli anni in cui prestarono servizio a “El Vesuvio” si macchiarono di circa 156 casi di crimini di lesa umanità soprattutto verso i prigionieri politici che furono arrestati illegalmente e brutalmente torturati.
Nel processo che ha condannato i due ex-colonelli vi erano altri cinque imputati che hanno ricevuto pene tra i 18 ed i 22 anni di reclusione.

mercoledì 17 agosto 2011

L’impopolarità della classe politica cilena


Secondo un sondaggio effettuato dal Centro de Estudios de la Realidad Contemporánea (Cerc) sul Presidente cileno Sebastián Piñera rivela che il 60% dei cileno disapprova l'operato del suo governo. I risultati del sondaggio affermano che Piñera ha raggiunto livelli di  disapprovazione più alti di Pinochet.

Il governo ha iniziato la propria discesa nel gradimento popolare a causa della mancata riforma dell'educazione, che ancora oggi è frutto delle leggi di Pinochet, voluta e sostenuta con numerose marce e manifestazioni organizzate dai movimenti studenteschi.
Altre due proteste hanno aumentato la disapprovazione sull'operato del governo e sono: le proteste contro la creazione delle enormi centrali idroelettriche in Patagonia e l'appoggio dato ad una multinazionale che ha truffato migliaia di cileni. 

Oltre a questi tre fronti si ne è aperto un altro il 10 luglio 2011 ed è quello che ha portato allo sciopero nazionale del rame. In sciopero scenderanno circa 17.000 lavoratori della Corporación Nacional del Cobre (Codelco) che si oppongono alla privatizzazione di questa società mineraria che è anche la più grande impresa di estrazione del rame al mondo. 
Con la privatizzazione della Codelco si mette a rischio il posto di lavoro di migliaia di lavoratori e la funzione dell'azienda più importante del paese che da sola copre oltre il 50% del export nazionale. La Federación Nacional de Trabajadores del Cobre ha iniziato la sua lotta contro la vendita ed ha trovato supporto della popolazione e del movimento studentesco. Nelle manifestazioni di protesta contro la scelta del governo i cileni sono arrivati a rivendicare la nazionalizzazione del rame.

Se il governo non trova consensi tra gli elettori cileni anche l'opposizione non può sorridere. Il partito che oggi siede all'opposizione, la Concertación, attraversa un momento difficile a causa della sua lontananza dalla popolazione ed in particolare dai suoi elettori storici. 
Il popolo cileno chiede a gran voce che la classe politica si faccia da parte per lasciare spazio a persone non corrotte dalla brama di potere. 

giovedì 11 agosto 2011

Bagua archiviato il processo

Il processo che vedeva imputato il leader indigeno, Alberto Pinzago, insieme ad altri tre compagni (Saúl Puerta Peña, Cervando Puerta Peña e Teresita Antazú Lopez) per le violenze esplose durante le manifestazioni di Bagua in Perù (Ricordare Bagua ad un anno di distanza e Le manifestazioni Indios affogate nel sangue) è stato archiviato.

Le manifestazioni erano nate per il timore da parte degli indio di veder cancellati i propri diritti ancestrali sulle loro terre a causa di una nuova legislazione.A seguito di manifestazioni e blocchi stradali ci furono alcuni scontri tra manifestanti e forze di polizia nel giugno 2009 a Bagua in cui morirono 33 tra indio e militari; a seguito di ciò alcuni leader indio furono costretti all'esilio.

Il giudice Oscar Atilio Quispe Cama a due anni dai fatti ha deciso di sospendere i capi di accusa che erano sedizione, cospirazione e ribellione. Sempre per le violenze di Bagua sono stati incriminati tre alti funzionari della polizia e ufficiali dell'esercito per abuso di potere e violenze private.

giovedì 4 agosto 2011

Perù: Ollanta Humala eletto presidente

Alle elezioni presidenziali in perù dei primi di giugno è stato eletto Ollanta Humala con il 50,7% dei voti contro il 49,3% di Keiko Fujimori (figlia del dittatore ora in carcere per violazione dei diritti umani e delitti di lesa umanità).

Ollanta Humala
Le prime parole da Presidente le ha pronunciate in Plaza Dos de Mayo a Lima e sono state: "Stanotte rinnovo il mio compromesso con il popolo peruviano. Cominceremo a lavorare dal prossimo 28 luglio. I risultati ci stanno mostrando un successo arrivato al culmine di una campagna elettorale dura. Adesso possiamo procedere con un governo di concertazione."
Nella politica estera il governo Humala proverà ad avvicinare il Perù a gli altri paesi sud americani che già da anni hanno iniziato un processo forte di integrazione politico-economico.

Le priorità del suo mandato dovranno essere la crescita economica, le politiche sociali che mirino ad diminuire drasticamente le profonde ingiustizie sociali che esistono nel paese. 
A questo riguardo durante il suo primo discorso ha dichiarato: "Trasformeremo l'agricoltura e l'industria, per ricavarne più posti di lavoro e più soldi da far girare nel paese"

Il governo Humala dovrà trovare le soluzioni ai numerosi problemi che assillano la sanità, l'educazione e la sicurezza; inoltre il Perù dovrà varare un piano per ammodernare le infrastrutture.
Altro impegno importatne per il neo presidente sarà la lotta della corruzione nella politica e nelle pubbliche amministazioni. 

Mario Vargas Llosa, scrittore e premio Nobel della Letteratura, che si è molto speso per la campagna elettorale di Ollanta Humala ha affermato di essere "molto contento, c'è stata una sconfitta del fascismo, in Perù la democrazia è salva."