domenica 27 marzo 2011

Bolivia: la COB scende in piazza

Il sindacato boliviano COB, Central Obrera de Bolivia, ha indetto alla fine del mese di febbraio del 2011 alcuni giorni di mobilitazione con la convocazione di numerose manifestazioini per richiamare l'attenzione del governo verso l'aumento dei prezzi, i salari bassi e l'inflazione continua a salire.Le manifestazioni sono state molto partecipate e dai lunghi cortei si sono levati slogan contro il neoliberismo e contro l'aumento indiscriminato dei prezzi.

In alcune città, per esempio Cochabamba, le strade sono state bloccate e ci sono stati alcuni incidenti tra manifestanti e forze dell'ordine. Le numerose e nutrite manifestazioni indette in tutta la Bolivia hanno dato nuova forza alla Central Obrera, che da sempre ha appoggiato il presidente Evo Morales, per rinnovare la richiesta di un aumento salariale.

La Central Obrera però non hanno accettato di sedersi al tavolo delle trattative in cui alcuni ministri erano stati delegati dal presidente perché pretendono che il referente sia solamente il presidente Evo Morales.

Adesso si attende la risposta del presidente alle richieste del COB; inoltre il governo è atteso al varco per riportare a livelli accettabili l'inflazione, che per adesso sembra non essere pienamente sotto controllo, e per varo di alcune riforme economiche che rilancino l'economia nazionale.

martedì 22 marzo 2011

Brasile: il processo Veron

Kaiowá Marcos Veron
A San Paolo del Brasile dopo otto anni dall'uccisione di Kaiowá Marcos Veron, importante esponente del popolo Guaranì, inizia il processo contro gli imputati Estevão Romero, Carlos Roberto dos Santos e Jorge Cristaldo Insabralde. I tre uomini sono accusati di omicidio, arresti arbitrari, frode procedurale e altri crimini minori.
Nel 2003 un latifondista che aveva usurpato le terre ancestrali del popolo Guaranì commissionò l'omicidio di Veron che aveva guidato la rioccupazione delle terre del suo popolo, per questo fu sequestrato e picchiato a morte.

Al popolo Guaranì sono state rubate le proprie terre, senza che le autorità locali e nazionali facessero rispettare le leggi, per poter sviluppare i latifondi dove impiantare nuove piantagioni o far pascolare il bestiame.

Il Procuratore Generale del Brasile ha affermato che l'essere riuscito a portare in tribunale le persone accusate dell'omicidio di un indio Guaranì è un fatto storico perché è la prima volta che ciò accade; fino ad oggi le violenze ed i soprusi ai danni del popolo Guaranì (costretti a vivere in riserve minuscole o in baraccopoli) non erano mai state portate in aule di tribunale.

giovedì 17 marzo 2011

La politica dell’istruzione in Nicaragua

L'innaugurazione dell'anno scolastico 2001 in Nicaragua è stata l'occasione per il presidente Ortega di tracciare un bilancio di questi quattro anni nel campo dell'istruzione.
Ortega ha ricordato che negli anni 80 il governo rivoluzionario sandinista aveva introdotto e garantito garantito la gratuità dell'istruzione ed aveva combattuto l'analfabetismo facendone diminuire il tasso dal 52% al 12%. Mentre nei governi successivi, neoliberisti, dal 1990 al 2006 l'analfabetismo è cresciuto fino ad arrivare al 30% e l'istruzione è stata riformata privatizzandola e lasciando di fatto  senza un'istruzione più di mezzo milione di giovani.

La riforma secondo Ortega "ha avuto il sostegno dei paesi europei e degli Stati Uniti. I governi neoliberisti hanno ricevuto quantità gigantesche di denaro, è cresciuta la generazione di ricchezza ed è aumentata la povertà per la maggioranza di nicaraguensi. Sono migliaia le persone che sono dovute emigrare all'estero. A questi governi non importava l'aumento dell'analfabetismo e questa è la prova di come funziona il capitalismo selvaggio.  

Oggi invece il governo sandinista, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Educazione (Mined) e dall'ONU, è riuscito a sradicare l'analfabetismo riportandolo sotto il 3%; questo progetto ha coinvolto oltre cinquecentomila cittadini, soprattutto donne, che vivono per lo più in aree rurali.  
L'obbiettivo dichiarato del 2011 è quello di portare gli alunni, di ogni grado scolastico, a 1,6 milioni  cercando di combattere l'abbandono scolastico. Per combattere questo fenomeno il Mined ha deciso di garantire la "merenda scolastica" a circa un milione di alunni garantendo gratuitamente i libri di testo ed iniziando un programma di aggiornamento per i circa  1.500 insegnanti.  
Il programma del 2011 per l'istruzione prevede anche uno stanziamento di 25  milioni di dollari per la costruzione e ristrutturazione di 7000 aule e l'acquisto di materiale didattico. 
Inoltre grazie al Governo cubano il progetto "Yo sí puedo seguir" andrà avanti e permetterà di conseguire il diploma di scuola primari a circa settantamila persone che sono state alfabetizzate lo scorso anno.  
  
Ortega ha continuato il suo intervento affermando: "abbiamo dovuto affrontare grandi sfide. Abbiamo ristabilito la gratuità dell'istruzione e analizzato a fondo i dati sul numero di studenti e professori che ci hanno presentato nel 2006. Erano stati gonfiati per rubare fondi pubblici. Ora dobbiamo ridurre ulteriormente l'analfabetismo e raggiungere l'obiettivo dell'educazione primaria universale (entro il 2015)."

Per il governo sandinista l'istruzione ha un'importanza fondamentale, infatti ogni volta che un'esponente del governo affronta i temi dello sviluppo del Nicaragua pongono l'accento che "le persone che reggeranno le sorti del paese, che continueranno a trasformarlo profondamente. sono i giovani che adesso studiano e che a cui un giorno toccherà guidare il paese".

La leader indigena guatemalteca e Premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchú, che è stata invitata dal presidente Ortega all'innaugurazione del nuovo anno scolastico ha sottolineato come il Nicaragua "ci stia dando l'esempio di come l'istruzione non debba essere intesa come un qualcosa marginale, bensì come l'anima dello sviluppo. Non ci può essere sviluppo senza istruzione. A una persona che sa leggere e scrivere si aprono nuove prospettive. Quando le persone sono esseri pensanti sono libere, quando non è permesso loro di parlare, di pensare e di essere creative, sono oppresse, sono schiave. Mi congratulo con il governo del Nicaragua per avere fatto dell'istruzione una politica pubblica. Sta dimostrando che con il sacrificio di tutti si può sognare una vita migliore. Lottiamo per un'istruzione integrale che serva alla vita. Grazie per aiutarci a sognare".

domenica 13 marzo 2011

Brasile: il processo Veron

A San Paolo del Brasile dopo otto anni dall'uccisione di Kaiowá Marcos Veron, importante esponente del popolo Guaranì, inizia il processo contro gli imputati Estevão Romero, Carlos Roberto dos Santos e Jorge Cristaldo Insabralde. I tre uomini sono accusati di omicidio, arresti arbitrari, frode procedurale e altri crimini minori.
Nel 2003 un latifondista che aveva usurpato le terre ancestrali del popolo Guaranì commissionò l'omicidio di Veron che aveva guidato la rioccupazione delle terre del suo popolo, per questo fu sequestrato e picchiato a morte.

Al popolo Guaranì sono state rubate le proprie terre, senza che le autorità locali e nazionali facessero  rispettare le leggi, per poter sviluppare i latifondi dove impiantare nuove piantagioni o far pascolare il bestiame.

Il Procuratore Generale del Brasile ha affermato che l'essere riuscito a portare in tribunale le persone accusate dell'omicidio di un indio Guaranì è un fatto storico perché è la prima volta che ciò accade; fino ad oggi le violenze ed i soprusi ai danni del popolo Guaranì (costretti a vivere in riserve minuscole o in baraccopoli) non erano mai state portate in aule di tribunale.

martedì 8 marzo 2011

Il governo Rousseff taglio le spese

Il governo brasiliano guidato Dilma Rousseff ha deciso di tagliare le spese di circa 20 miliardi di euro dopo aver studiato le previsioni sull'andamento dell'economia locale che nel 2011 la crescita sarà al massimo del 5%.
Il governo si sta muovendo in anticipo per poter avere anche dei margini di manovra e non impattare molto sul mondo del lavoro e sociale.

Un primo scoglio che si pone davanti alla presidente Rousseff è quello dei salari. I sindacati operai chiedono un aumento di 580 reais mentre il governo, a fronte del piano di riduzione della spesa e del pericolo di inflazione, non vuole salire oltre i 545 reais.

Il Ministro delle Finanze, Guido Mántega, durante la presentazione del piano del governo ha dichiarato: "Con meno consumo del governo si ridurrà la pressione sui prezzi. [...] Questo taglio sarà comunque più drastico di quelli fatti gli scorsi anni. [...] L'obbiettivo è chiaro ed è quello di mantenere l'inflazione sotto controllo e ridurre le spese del governo è la maniera principale per combattere qualsiasi inflazione", successivamente Mántega ha sottolineato che il Programa de Aceleración del Crecimiento (PAC), piano di sviluppo e costruzione di opere pubbliche fondamentali, non sarà toccato. 

Il governo brasiliano nel suo studio economico prevede di ridurre fortemente, già nel 2001, il debito pubblico invertendo la tendenza del biennio 2009-2010. Nel biennio scorso il governo Lula, che aveva sempre Mántega come Ministro delle Finanze, decise di sostenere l'economia brasiliana con importanti finanziamenti all'industria per arginare la crisi globale e non far cadere il Brasile in recessione; quindi il Governo aumentò le proprie spese ed i risultati gli hanno dato ragione. 
Oggi però Dilma Rousseff non può continuare con questa politica economica e rischiare un pericoloso indebitamento del Brasile, ma deve cercare di lasciare che l'industria prosegua il suo cammino contando sulle proprie capacità ed sulla crescita economica del paese che continua anche se meno forte del passato.

giovedì 3 marzo 2011

Rapa Nui: il popolo Mapuche rivendica i propri diritti

Gli indios Mapuche dell'isola di Pasqua, il nome indigeno è Rapa Nui, hanno iniziato una serie di manifestazioni e proteste contro il governo cileno che nel passato ha concesso ai privati le terre ancestrali delle comunità indigene.

Il conflitto tra i nativi di Rapa Nui e lo Stato cileno inizia nel 1933 quando il Cile prese possesso di circa 87% dell'isola lasciando solamente il 13% del territorio in mano ai nativi che erano circa il 70% della popolazione di Rapa Nui.
Nel 1966 lo Stato cileno decise di vendere molte terre ancestrali dei Mapuche agli imprenditori alberghieri calpestando una legge nazionale che vietava la vendita del territorio dell'isola a stranieri e privati. In questi territori tra pochi mesi la Sociedad Hotelera Interamericana S.A. sta per iniziare la costruzione di un enorme complesso alberghiero da oltre 50 milioni di dollari.

Oggi gli indigeni continuano la protesta, a dicembre hanno manifestato le proprie ragioni occupando una struttura alberghiera; questo atto ha scatenato la reazione del governo che ha deciso di inviare la polizia per sgombrare l'area. Lo scontro tra polizia e manifestanti ha provocato cinque feriti e dieci arresti tra gli indios.
La voce degli indios è giunta alla Comision Interamericana de Derechos Humanos, i Mapuche chiedono con decisione "l'immediato stop delle violenze e la garanzie che gli agenti della polizia e lo Stato non mettano a rischio la vita o l'integrità fisica dei membri della comunità".

I Mapuche continuano a difendere le loro tradizioni ed i loro diritti oltre che con le manifestazioni e le occupazioni, sempre pacifiche, anche attraverso il ricorso ai tribunali che avranno l'onere di decidere se restituire le terre usurpate ai Mapuche oppure far proseguire lo scempio del territorio e dei diritti dei Mapuche di Rapa Nui.