mercoledì 28 dicembre 2011

Bolivia: Vittoria degli Indio


Dopo sessanta giorni di cammino e numerose manifestazioni di protesta gli indio boliviani sono riusciti a far ravvedere il presidente Evo Morales riguardo alla costruzione di una strada che avrebbe dovuto tagliare in due Parque Nacional Isiboro Secure (Bolivia: lacrimogeni contro indosBolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada).

Il presidente Evo Morales dichiarando il parco intoccabile ha di fatto reso definitiva la decisione di bloccare il progetto ha dichiarato che "qui comanda il popolo e il governo ubbidisce ... il problema di quel territorio è stato risolto e questo si chiama governare obbedendo". Questa scelta del presidente avrà sicuramente delle ripercussioni positive sulla sua popolarità, che negli ultimi tempi ha avuto qualche battuta di arresto di troppo.

I problemi degli indio non sono ancora risolti del tutto ed è per questo entro la fine del 2011 Averranno discussi 15 importanti punti tra Morales ed i rappresentanti degli indio; uno dei punti fondamentali è quello che riguarda la chiusura dei pozzi di petrolio ancora aperti e che inquinano la riserva.

venerdì 23 dicembre 2011

Fermato lo scempio di Belo Monte


Il giudice brasiliano Carlos Castro Martins a fine settembre 2011 ha emesso una sentenza con cui sospende la costruzione della diga di Belo Monte.
L'intervento del tribunale era stato richiesto da numerosi gruppi ambientalisti e dai legali delle popolazioni della regione di Belo Monte che contestavano lo scempio ambientale e sociale che la costruzione della diga avrebbe causato.

La sentenza del giudice proibisce alla Norte Energia di costruire un porto, di utilizzare dell'esplosivo, di costruire canali e argini e tutte le altre infrastrutture che potrebbero modificare il corso naturale del fiume e che "avrebbero un impatto negativo sulle comunità che vivono di pesca".

Il governo, che aveva autorizzato ed affidato l'opera la gigantesca opera alla Norte Energia, esce sconfitto dal confronto con le popolazioni di indio che hanno visto premiate le loro battaglie per preservare l'ambiente e l'economia strettamente legata ad esso.

sabato 17 dicembre 2011

ESMA: giudicati i repressori


Il 27 ottobre 2011 Daniel Obligado, presidente del Tribunal Oral Federal 5, ha emesso una sentenza storica nel processo che vedeva imputati dodici repressori della Escuela de Mecánica de la Armada dopo due anni trascorsi ad ascoltare testimoni, vagliare prove ed interrogare gli imputati.  
Il Tribunale ha emesso la sentenza di condanna all'ergastolo per dodici dei diciotto imputati  per privazione della libertà, torture ed omicidio di 86 persone. 
Le condanne colpiscono nomi molto importanti nella gerarchia militare del ESMA e sono:Jorge el "Tigre" Acosta, capo operativo del maggior centro di detenzione clandestino della diittatura argentina, Antonio Pernías, Ricardo Cavallo, Jorge Radice, Oscar Montes e Alfredo Astiz detto l’angelo biondo o angelo della morte.
Fondamentali sono state le testimonianze di due sopravvissuti del ESMA, Carlos Lordkipanidse e Miriam Lewin, che si sono salvati perché destinati alla pecera (l’acquario come lo chiamavano gli aguzzini) che era un'ufficio nel centro di tortura dove venivano falsificati documenti, prodotte traduzioni, archiviati dati e giornali dell’epoca.

I condannati sono stati riconosciuti colpevoli per l'omicidio di 12 appartenenti al Grupo de la Iglesia Santa Cruz (in cui operava Azucena Villaflor, una delle prime Madres de Plaza de Mayo, e la monache francese Alice Domon e Léonie Duquet); inoltre sei imputati (Acosta, Pernías, Astiz, Radice, Cavallo, Ernesto Weber y Juan Carlos Fotea) sono stati condannati anche per privazione della libertà, torture, sottrazione di beni ed l'omicidio di Rodolfo Walsh (simbolo del giornalismo argentino che scrisse una toccante e famosissima lettera aperta alla giunta militare in cui denunciava tutti i crimini della dittatura).
Il tribunale ha riconosciuto colpevole Oscar Montes dell'omicidio di María Cristina Lennie, che nel momento in cui fu rapita ingerì una pasticca di cianuro; il suo caso fu archiviato come suicidio ma il giudice ha dichiarato che "María Cristina Lennie non decise di suicidarsi liberamente e per propria decisione ma fu spinta dalle circostanze delittuose ed del tutto illegali che l'imputato creò"
Altro caso che creerà un precedente nella giurisprudenza Argentina è la condanna inflitta a per l'omicidio di Raymundo Villaflor anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato il giudice ha sentenziato che il delitto è avvenuto grazie ad alcune testimonianze ed alcuni documenti rinvenuti nel centro di detenzione clandestina.

Gli altri imputati Manuel García Tallada e Juan Carlos Fotea dovranno scontare una pena di 25 anni, il medico Carlos Capdevilla 20 anni per detensione illegale e torture, Juan Antonio Azic a 18 anni per detensione illegale e torture. Mentre Juan Carlos Rolón e Pablo García Velazco, alias Dante, sono stati assolti ma rimarranno in carcere perché imputati in altri processi.

Al termine della lettura delle condanne la folla che era ospitata dentro e fuori dal tribunale ha iniziato a cantare "30 mil compañeros detenidos desaparecidos, presentes. Ahora y siempre!"

domenica 11 dicembre 2011

Argentina: rieletta Cristina Fernandez


Domenica 23 ottobre 2011 il popolo argentino ha scelto di affidare nuovamente la guida del paese a Cristina Fernandez Kirchner che già fu eletta nel 2007.
Le percentuali del voto sono eloquenti; Cristina Fernandez ha avuto il 54% circa delle preferenze contro il 17% di Binner (Frente Amplio Progreesista), del 11% di Alfonsin (UDESO) e poi a seguire gli altri candidati con meno del 8%.
Il risultato delle urne punisce severamente l'opposizione di destra frammentata in numerose correnti, senza un programma e senza etica.

Cristina Fernandez de Kirchner
La vittoria della Presidenta è frutto del nuovo corso dell'Argentina iniziato nel 2003 con lo sviluppo di un proprio modello economico basato sull'indipendenza dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, la riproposizione dello Stato al centro della politica economica, la redistribuzione più equa della ricchezza e la difesa del mercato interno. 
Tutto ciò non ha portato al protezionismo o l'isolazionismo ma ad una maggiore integrazione economica e politica; il tutto grazie alle opportunità offerte rispettivamente dal Mercosur e dal Unasur.
La politica economica voluta dal presidente Kirchner e, continuata, dalla presidenta Fernandez ha portato ad una crescita costante del prodotto interno lordo (la media si attesta al 6% annuo con un picco del 10% nel 2010) permettendo all'Argentina la ri-statalizzazione del sistema pensionistico, delle società che gestiscono il servizio idrico, delle poste, della compagnia di bandiera (Aereolineas Argentina) ed infine di una parte delle ferrovie. 
Tutte queste società furono privattizzate o meglio svendute sotto "suggerimento" del FMI ed della Banca Mondiale durante gli ultimi anni dele secolo scorso, anni di liberismo sfrenato. Inoltre la disoccupazione è scesa dal 20,5% del 2003 al 7% della metà del 2011. 
Il nuovo assetto sociale del paese ha dato un assegno a circa 3.500.000 bambini che provengono da famiglie in difficoltà economica ed ha fatto crescere del 23% il numero degli scolari; la riforma del settore pensionistico ha aumentato le pensioni del 900%. 
Anche la ricerca scientifica, tecnologica e l'educazione hanno beneficiato della crescita economica e sono state "investite" da un notevole flusso di denaro. 

Cristina Fernandez con questa rielezione, l'insediamento è programmato per il 10 dicembre 2011, dovrà riuscire ad ampliare e consolidare le politiche sociali e lo sviluppo economico che le hanno permesso di essere la presidenta più votata della storia dell'Argentina.

lunedì 5 dicembre 2011

Bolivia: lacrimogeni contro indos


La marcia di protesta organizzata dagli indios e partita da Trinidad con destinazione La Paz (Bolivia) a metà agosto 2011 è stata interrotta violentemente il 25 settembre dalla polizia.
La Marcia degli Indios
Gli indios avevano deciso di percorrere i 500 chilometri Trinidad da La Paz per opporsi alla costruzione di una nuova strada (Bolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada) che profanerà il parco nazionale Isiboro-Secure dove loro vivono insieme ad altri 50mila indios. 

La marcia a cui partecipavano, oltre mille persone, è stata intercettata e bloccata a Yucumo dalle forze dell'ordine. 
La polizia ha fatto irruzione nell'accampamento dove i manifestanti riposavano usando gas lacrimogeni e sembra anche proiettili di gomma; negli scontri sarebbero rimasti ferici circa trenta indios.

martedì 29 novembre 2011

Continua il conflitto tra governo cileno e studenti


Il governo Cileno rappresentato dal neo-ministro dell'educazione, Felipe Bulnes, ha deciso di proporre agli studenti medi, universitari ed al collegio dei professori una serie di incontri per cercare di far cessare la loro forte protesta che dura ormai dall'inizio del 2011.
Le proposte del governo Cileno agli Studenti

Il piano del governo prevede una serie di benefici per gli studenti, il finanziamento istituzionale, il rafforzamento dell'educazione pubblica, la regolazione della qualità dell'insegnamento ed una riforma costituzionale per l'educazione.
Gli investimenti previsti dal governo del presidente Pinera (la cui fiducia è al 27%) dovrebbero essere dell'ordine dei 200 miliardi di dollari che andrebbero a finanziare le università pubbliche ed abbasserebbero i tassi di interesse dei prestiti agli studenti.

Gli studenti medi si può riassumere con la richiesta di eliminare la gestione delle scuole da parte dei municipi a favore di una ri-centralizzazione dello Stato. Il sistema oggi in vigore è figlio della dittatura e porta con se un paradosso. Nelle municipalità dove vivono le famiglie più ricche l'educazione è gratuita mentre nelle altre dove vivono famiglie meno agiate l'istruzione pubblica ha un livello scadente per cui le famiglie scelgono di pagare rette salate a scuole private per poter offrire ai propri figli un'istruzione migliore.
Per quanto riguarda gli studenti universitari, però, continuano a contestare duramente gli enormi finanziamenti alle università private a discapito di quelle pubbliche (le università pubbliche con le sovvenzioni statali riescono a coprire solo l'8% dei costi di gestione) che sono costrette ad avere rette altissime per poter sopravviviere.
Il portavoce del collettivo studentesco dell'Università di Santiago (Usach), Camilo Ballestreros, ha sottolineato che la distanza tra il governo ed i manifestanti non è dettata solo dai finanziamenti ma è soprattutto una questione ideologica; questo è cosa ha dichiatrato a Radio Cooperativa: "È positivo che si stiano toccando temi quali finanziamento, qualità e rafforzamento dell'educazione pubblica ma quando ci si siede a parlare di lucro con il governo, si sa in anticipo la sua risposta".

La risposta del governo non si è fatto attendere tramite il  presidente di Renovaciòn Nacional (il partito di Sebastian Pinera), Carlos Larrain, che ha non lascia molte speranza per il futuro dato che ha bollato gli studenti come "Inutili e sovversivi".

martedì 22 novembre 2011

Cile: Sciopero Generale


Lo sciopero generale del 24 e 25 agosto in Cile che ha visto scendere in piazza i sindacati, per rivendicare le riforme su pensioni e sulla sanità, e gli studenti, per le riforme sull'istruzione pubblica, ha praticamente paralizzato il paese.

Sfortunatamente in alcune manifestazioni si è giunti allo scontro tra forze dell'ordine, intervenute per bloccare e reprimere le proteste, ed i manifestanti con il bilancio di circa 50 carabinieri feriti, 400 arresti ed il danneggiamento di oltre 250 veicoli.

Durante le manifestazioni è stato ucciso un ragazzo di 14 anni, Manuel Gutierrez Reinoso,  è da un proiettile esploso da una pattuglia di carabineros secondo numerosi testimoni tra cui manifestanti, studenti e giornalisti.
Il presidente Sebastian Pinera ha affermato che "il governo sta facendo tutto ciò che è necessario per fare luce sulle circostanze e sulla responsabilità della morte anche se il giovane è morto durante una manifestazione anti-governativa". Pinera ha continuato la sua dichiarazione chiedendo alle parti sociali di fermarsi ed aprire al "dialogo costruttivo per trovare le soluzioni", anche se l'appello risulta poco credibile dato che in un'altra intervista ha sottolineato il fatto che il sistema "educativo ed il sistema sanitario gratuito sono una chimera perché niente è gratuito nella vita. Qualcuno deve pagare."

lunedì 14 novembre 2011

Colombia: condannato Jorge Noguera Cotes


Il tribunale di Bogotà ha condannato Jorge Noguera Cotes, ex direttore della polizia politica (DAS) tra il 2002 ed il 2005 sotto la prima presidenza di Alvaro Uribe ed ex console colombiano a Milano, a 25 anni di carcere per omicidio, abuso d'ufficio aggravato e uso illegale di informazioni privilegiate.
Jorge Noguera Cotes
L'ex direttore della DAS, secondo la sentenza del tribuname, ha rivelato i movimenti di alcuni membri delle Farc ed informazioni private (come giustamente puntualizzato dal commento di Annalisa) di esponenti della società civile come Alfredo Correa de Andreis, il politico Pisciotti e la sindacalista Zully Codina che successivamente furono uccisi dai paramilitari del Bloque Norte de las Autodefensas a cui l'imputato era molto vicino. 
Inoltre Noguera è stato riconusciuto colpevole di aver aiutato uomini vicini o facenti parti di gruppi paramilitari nell'ascesa ai vertici della Dasad  .

La sentenza si basa sulle dichiarazioni dall'ex capo paramilitare Salvatore Mancuso e dell'ex direttore del reparto informatica della polizia politica, Rafael Garcia, che hanno raccontato dettagliatamente gli incontri che Noguera teneva con membri del Bloque Norte de las Autodefensas come Hernán Giraldo e Jorge 40.

martedì 8 novembre 2011

Massacro di Acteal: Zedillo a giudizio


L'ex presidente del Messico Ernesto Zedillo (dal dicembre 1994 al dicembre 2000) è stato denunciato per Lesa Umanità dai sopravvissuti al massacro che avvenne nel 1997 ad Acteal in Chiapas.
Ad Acteal il 22 settembre 1997 furono massacrate 45 persone (A 10 anni dal massacro di Acteal e Il massacro di Acteal non ha colpevoli) da un gruppo di paramilitari; la strage faceva parte della “guerra a bassa identità” con cui lo stato messicano cercava di contrastare e distruggere l’Esercito di liberazione nazionale di Zapata.

I sopravvissuti di Acteal si sono rivolti all'ufficio legale Rafferty Kobert Tenenholtz Bounds & Hess (specializzato in diritto internazionale) di Miami che grazie alle leggi statutarie degli USA danno la possibilità ai querelanti di citare Zedillo come mandante morale di crimini contro l'umanità e torture.
Oltre alle testimonianze dirette dei sopravvissuti vi è un'importante documento (Rapporto della Segreteria della Difesa Nazionale) scritto nel 1994. Nel Rapporto si esplicita il piano per formare gruppi di paramilitari che dovevano disperdere le popolazioni locali dalle aree sotto il controllo dell' esercito Zapatista al fine di distruggere le basi d’appoggio delle milizie e la solidarietà della società verso EZLN

mercoledì 2 novembre 2011

Perù: il popolo Nahua in pericolo


Nahua è il nome di un popolo incontattato che rischia un forte ridimensionamento o addirittura di scomparire a causa delle esplorazioni che la compagnia argentina Pluspetrol sta effettuando e continuerà ad effettuare nelle foreste del Perù.

Vi è, sfortunatamente, già un precedente che vede vittima la popolazione Nahua che fu decimata dalle malattie trasmesse dai lavoratori della Shell che dovevano condurre ricerche di idrocarburi e gas naturale. 
La Pluspetrol ha violato, secondo la denuncia dell’ong Survivor International, la riserva di Kugapakori-Nahua “per condurvi test ambientali d’idoneità”. Survival International in un suo comunicato afferma che ”effettuare trivellazioni di gas e petrolio nelle riserve delle tribù isolate vuol dire compromettere la promessa del governo di proteggere questi gruppi, che sono particolarmente vulnerabili”.

venerdì 28 ottobre 2011

Il Perù riconosce i diritti degli indio


Ollanta Humala ha presentato ad Imazita, nella provincia di Bagua in Perù, la Ley de Consulta Previa che finalmente pone fine ad una legislazione reazionaria e discriminatoria verso i popoli indio.
La presentazione è avvenuta in un luogo simbolo della repressione dello stato peruviano verso gli indio, infatti a Bagua nel 2009 vi furono violenti scontri, durante le proteste (Le manifestazioni Indios affogate nel sangue) contro le leggi che mettevano in pericolo l'Amazzonia e le sue risorse, in cui morinono 34 persone fra poliziotti e manifestanti e nativi awajunes.

La legge fu proposta da Humala durante l'ultima campagna elettorale per le presidenza del paese; la legge riconosce il diritto ai popoli nativi di essere consultati preventivamente su atti legislativi o amministrativi che li interessano direttamente o che possono modificare i loro diritti collettivi. Oltre a questo vi è anche una parte che protegge la loro identità culturale, la loro qualità della vita ed il loro sviluppo.

Questa nuova normativa dovrebbe porre far cessare tutte le proteste delle popolazioni indio che osteggiano le concessioni, ottenute dalle multinazionali nelle aree protette, per le esplorazioni e le estrazioni minerarie e di idrocarburi.

giovedì 20 ottobre 2011

Assolto Menem per traffico di armi


Il tribunale di Buenos Aires assolve in primo grado Menem (ex presidente argentino) e da altri diciotto tra alti ufficiali dell'esercito argentino e funzionari del governo tra i quali alcuni ministri dalle accuse di traffico internazionale di armi.
Carlos Menem
Le armi furono contrabbandate in Croazia nel 1991 ed in Bolivia nel 1995 (paesi sotto embargo  imposto dal ONU per i rispettivi conflitti nella ex Jugoslavia e con il Perù).

Gli armamenti, circa 6500 tonnellate di piccolo e medio calibro ma anche cannoni e armamento pesante, furono prodotte dalla Fabricaciones Militares (azienda controllata dall'esercito) senza numero di serie e senza lo stemma dell'Argentina. 
Il primo carico composto da cinque navi merci doveva giungere Panama secondo i documenti firmati dal presidente Menem, Domingo Cavallo (ministro dell'Economia) ed invece furono scaricate in Croazia; mentre il secondo carico doveva arrivare in Venezuela ed invece arrivò in Ecuador.
La seconda spedizione fu però scoperta da alcuni giornalisti del quaotidiano El Clarin che portarono alla luce i fatti da cui poi nacque l'inchiesta giudiziaria.

Poco dopo l'inizio delle indagini da parte della magistratura i primi di novembre del 1995 l'impianto di proiduzione di armamenti della Fabricaciones Militares a Río Tercero esplose uccidendo sette persone e trecento feriti. 
L'esplosione distrusse casualmente anche tutti gli archivi cartacei ed informatici della società. 
Carlos Menem, che giunse il giorno dopo sul luogo a Río Tercero, dichiarò ai media che l'esplosione fu solo una tragica fatalità. 

A distanza di sei anni dall'apertura dell'inchiesta il giudice ottenne gli arresti di Menem e di altri imputati che però dopo alcuni mesi ottennero gli arresti domiciliari; inoltre nel 2003 si riuscì ad istruire una perizia tecnica che afferma come la fabbrica di armi fu rasa al suolo da cariche di esplosivo collocate all'interno della struttura stessa fabbrica furono invece programmate e coordinate da degli esperti.

Il pubblico ministero che ha condotto le indagini e richieste le condanne al tribunale per Menem e gli altri diciotto indagati ha già fatto istanza di appello contro la sentenza di assoluzione emessa dal tribunale di Buenos Aires.

venerdì 14 ottobre 2011

Perù: il problematico insediamento di Humala


Il 28 luglio 2011 si è ufficialmente insediato il nuovo presidente del Perù, Ollanta Humala.
Humala prima del suo insediamento aveva deciso di effettuare alcuni viaggi all'estero per cercare di intraprendere nuove alleanze (sia politiche che economiche). L'ultima tappa del suo viaggio (che lo ha portato in Venezuela, Messico e Cile) è stata Cuba dove ha incontrato Raul Castro. 

Il neo presidente deve far fronte ad una serie di scandali e polemiche che sono scoppiate in seno alla sua famiglia; le hanno portato ad un forte calo della sua popolarità scesa dal 70% al 40%.
Il primo scandalo in ordine di tempo vede protagonista il fratello minore ed imprenditore, Alexis, del neo presidente che ha effettuato un viaggio in Russia dove ha incontrato membri del governo e grandi aziende (tra le quali Gazprom con cui ha posto le basi per uno sviluppo di un progetto nucleare) i quali lo hanno ricevuto in qualità di inviato speciale del  presidente. 
Ollanta Humala ha diramato una nota con cui si affermava che fratello non è mai stao investito della carica di inviato speciale; ma l'ambasciata russa a Lima ha emesso, quasi contemporaneamente, un comunicato per precisare che il viaggio è stato richiesto ufficialmente dal Perù e che Alexis Humala è stato ricevuto come inviato speciale del neo presidente.
Altri problemi provengono dal padre, Isaac, che afferma la superiorità della razza andina rispetto alle altre popolazioni del paese; ma anche dal fratello Antauro, in carcere per aver organizzato un golpe nella città di Andahuaylas nel quale sono morti quattro poliziotti, che in una lettera aperta da suggerimenti ad Ollanta Humala sulla formazione del governo.

Le polemiche scoppiate dopo questi episodi hanno però permesso al presidente uscente, Garcia, di emanare indisturbato un'ultima scandalosa legge per favorire lo sviluppo del giacimento di  gas Camisea, nel Perù sud orientale, denunciata da Survival International.
Il S.I. rende noto che le riserve degli Indiani incontattati verranno aperte alle compagnie petrolifere che così potranno iniziare le esplorazioni del sottosuolo in cerca di gas e petrolio.
L'apertura delle riserve del Perù metterà a rischio l'esistenza di circa quindici tribù dell'Amazzonia che hanno scelto di resistere al contatto con l'esterno. 
Lo sviluppo del giacimento di Camisea mette a rischio gran parte della riserva Kugapakori-Nahua-Nanti dove vivono molte delle tribù incontattate.

Survival International per bocca del direttore generale, Stephen Corry, ha dichiarato: "Questa decisione è una mossa incredibilmente cinica da parte del governo uscente. Se saranno mantenuti questi tipi di programmi, il Dipartimento agli affari indiani non avrà più nessun Indiano di cui prendersi cura. L'apertura delle riserve delle tribù incontattate le porterà quasi certamente all'estinzione e se la nuova amministrazione ha intenzione di impegnarsi per proteggere i popoli indigeni, deve certamente abbandonare il progetto".

venerdì 7 ottobre 2011

Bolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada


In Bolivia sta crescendo la protesta degli indio contro la creazione di una strada che attraverserà l'Amazzonia ed in particolare il parco nazionale Isiboro-Secure; la nuova via di comunicazione collegherà la città di Cochamba con San Ignacio de Moxos.
Per manifestare il loro dissenso circa mille indio, sostenuti da numerosi gruppi ecologisti che hanno avviato anche azioni legali, hanno iniziato a metà agosto 2011 una marcia di 500 Km dalla città di Trinidad a La Paz.

Gli indio sostengono che il governo di Evo Morales non ha rispettato la Costituzione perché ha approvato il progetto senza una consultazione tra le popolazioni locali che verranno interessate dall'opera.
Le popolazione dell'area (Chiman, Yurucare e Moxos) hanno basato il loro sviluppo e sostentamento sul rispetto dell'ambiente e sulle risorse della foresta.

Il governo Morales si difende affermando che l'opera migliorerà la vita delle popolazioni e che saranno prese tutte le precauzioni per limitare al massimo l'impatto ambientale.
Morales inoltre si dice pronto solo ad ascoltare i manifestanti ma non a consultare le popolazioni ed a fermare i lavori.

La costruzione di questa strada suscita una riflessione sul comportamento del presidente Evo Morales che ha sempre sostenuto di difendere i diritti dei popoli indio ma che oggi non rispetta la costituzione. 

domenica 2 ottobre 2011

Guatemala: quattro condanne per il massacro di Dos Erres


A distanza di 29 anni la strage del villaggio di Dos Erres compiuta da 16 militari guatemaltechi del gruppo Kaibiles sono stati arrestati quattro militari.
Nel massacro, commesso tra il 6 e l'8 dicembre 1982, di Dos Erres furono torturati ed uccisi 252 indigeni Maya. 
Gli ex-militarii Daniel Martinez, Manuela Pop Sun e Reyes Collin sono stati condannati a 6060 anni di prigione ciascuno per omicidio e crimini contro l'umanità. Carlo Carias è stato condannato a 6 anni supplementari per furto aggravato.
A questi condanne si devono sommare gli altri sei ex-militari già in carcere e condannati a pene esemplari; sfortunatamente ci sono altri sei assassini a piede libero che devono essere processati per i crimini commessi.

Alla fine degli anni '70 ed inizio anni '80 la guerriglia delle Forze armate ribelli (Far) era molto attiva e radicata nell'area ed è per questo che l'esercito rispose con molta forza iniziando un'indottrinamento della popolazione contro i guerriglieri, costruendo un distaccamento a Las Cruces, cittadina vicina a Dos Erres, ed infine sostenendo i paramilitari della Patrullas de Autodefensa Civil (Pac).
Il golpe del febbraio 1982 portò al potere il generale José Efraín Ríos Montt che decise di reprimere la guerriglia; il Guatemala fu messo a ferro e fuoco ed in pochi mesi le vittime degli omicidi di massa erano incalcolabili.

Il 6 dicembre 16 militari, in borghese per non essere intecettati dai guerriglieri, irruppero a Dos Erres dove bloccarono tutte le vie di accesso e dove catturarono tutti gli abitanti del villaggio. Durante la notte furono torturati gli uomini ed alle otto del mattino arrivò l'ordine da parte del comandante del distaccamento de Las Cruces, Carlos Carías López, di uccidere tutti prigionieri ed alle due del pomeriggio iniziò l'esecuzione degli indio. 
I bambini furono uccisi per primi, numerose ragazzini dai dodici ai quattordici anni furono  violentate ed poi uccise; il massacro si con cluese con l'esecuzione delle donne e per ultimi gli uomini. Molti corpi furono gettati in un profondo pozzo e poi ricoperto di terra incuranti del fatto che alcuni indio erano ancora vivi; gli ultimi sopravvissuti furono uccisi poco distante dal villaggio ed abbandonati sotto il sole.

martedì 27 settembre 2011

Continua la protesta studentesca in Cile


Le manifestazioni studentesche proclamate per il 4 agosto 2011 per protestare contro il governo Piñera che mantiene le leggi sull'educazione promulgate da Pinochet e non ascolta i bisogni del popolo cileno sono state vietate.
La polizia ha bloccato gli studenti cileni in varie città del paese che si stavano radunando; la repressione voluta dal governo ha scatenato una vera e propria battaglia tra forze dell'ordine e giovani cileni. Il bilancio degli scontri a Santiago è di 874 persone arrestate ,le accuse vanno dal disordine pubblico al possesso illegale di armi da fuoco ed esplosivi, e  90 carabineros feriti; non si conosce il numero dei manifestanti feriti negli scontri e sembra che nella regione del Araucanía ci sia anche una vittima. 

Il governo cileno ha commentato i fatti attraverso il sottosegretario agli Esteri, Rodrigo Ubilla, che ha dichiarato che gli scontri sono "il prodotto di un appello irresponsabile da parte dei dirigenti del movimento studentesco e del Collegio dei professori. La bassa adesione dimostra che la maggioranza degli studenti crede nel dialogo che il governo ha instaurato". Le parole di Rodrigo Ubilla non corrispondo nemmeno lontanamente alla verità dato che in tutto il Cile sono stati numerossisimi gli studenti che hanno tentato di manifestare, altro dato importante è quello riferito da molti giornalisti che hanno visto numerose persone uscire dalle proprie case, in tutto il paese, e manifestare il loro appoggio agli studenti con il classico cacerolazo (forma di protesta utilizzata in Argentina e Cile durante la dittatura che consiste nello sbattere tra loro le pentole).

Le manifestazioni di dissenso si sono acuite dal luglio 2011 quando Sebastián Piñera ha annunciato la creazione di un fondo di 4000 milioni di dollari per lo sviluppo del paese (la maggior parte di questo denaro doveva essere destinato al sistema scolastico).
Ma così non è stato perché controllando i documenti presentati dal governo gli studenti si sono accorti che solo una piccola parte del denaro promesso da Piñera era destinato all'educazione; i trasporti (gestiti malamente e carissimi) non venivano mensionati minimamente ed infine la grande disuguaglianza tra istruzione pubblica e privata, a favore di quest'ultima, non veniva intaccata minimamente intaccata.

La presidente della Fech, federazione studentesca cilena, Camila Vallejo ha dichiarato che "il comportamento del governo è stato inaccettabile e assolutamente in linea con le minacce continue a cui siamo sottoposti. Ho ricevuto minacce ripetute, chiamate al telefono di casa, con avvertimenti che mi avrebbero picchiata. Sono gruppi dichiaratamente di destra. È preoccupante e sento che in qualche modo stanno tartassando tutto il movimento, concentrandosi in particolare su di me. Riteniamo necessario che oggi il Governo riconsideri nuove misure concrete che permettano al Cile di arrivare a un sistema realmente più democratico, a carico dello Stato, gratuito e di qualità. Il Governo deve organizzarsi per dare una risposta concreta a queste esigenze, cosa che non ha fatto. E come se non bastasse il ministero dell'Interno osa reagire in modi assolutamente inaccettabili. Ha messo sotto assedio il centro di Santiago, violando diritti costituzionali come la libertà di riunione, di associazione, di transito negli spazi pubblici. È preoccupante".

giovedì 22 settembre 2011

La protesta studentesca in Cile


Gli studenti cileni continuano la loro lunga protesta nata nell'inverno del 2011 e che ad oggi mantiene tutta la sua forza. La protesta nasce dalla riforma, non condivisa dai sindacati e dagli studenti (Frente por la Educación), del settore scolastico attuata dal governo di Piñera. 
Il "Frente por la Educación" chiede da tempo maggiori investimenti nell'istruzione dei giovani cileni (ricostruendo gli edifici danneggiati o distrutti dal sisma del febbraio 20101), che venga diminuito prezzo del trasporto pubblico agevolando gli studenti e le fasce più povere della popolazione e soprattutto che le disuguaglianze che esistono tra scuola pubblica e privata (da sempre privilegiata) siano eliminate.
Inoltre gli studenti delle scuole superiori chiedendo che gli istituti siano amministrati dallo Stato, come accadeva già prima della riforma varata nel 1981, e non dalle amministrazioni locali.

A seguito delle nutritissime e pacifiche manifestazioni degli studenti e dei sindacati il governo di Sebastián Piñera, nello scorso inverno, aveva proposto "un Gran Acuerdo Nacional por la Educación" (l'accordo GANE) nella speranza, dimostratasi poi vana, di fermare le proteste e le manifestazioni. 
Gli studenti non si sono accontentati di alcuni ritocchi alla riforma scolastica e delle numerore promesse fatte dal governo ma hanno continuato a chiedere profonde riforme struttrali di tutto il sistema scolastico del paese. 

Nei primi giorni di luglio a distanza di molti mesi dall'inizio della protesta studentesca, che non ha mai diminuito la propria  intensità, il ministro dell'Istruzione, Joaquín Lavín, ha ceduto e si è dimesso costringendo di fatto il presidente Piñera ad un rimpasto di governo.
Il rimpasto ha visto protagonisti ben otto ministri e così a Lavìn è stato assegnato il dicastero della Pianificazione, mentre al ministero dell'educazione è statao designato Felipe Bulnes che prima del rimpasto era il ministro della Giustizia. 

La lotta studentesca ha contagiato tutto il paese ed ha portato l'attuale preseidente ad un calo di popolarità mai registrato dai tempi di Pinochet.

Le dimissioni del ministro dell'educazione, Joaquín Lavìn, ha soddisfatto gli studenti ma come ricorda la presidentessa degli studenti delle scuole superiori (Aces), Laura Ortiz, non deve far distogliere l'attenzione e le forze dal vero obbiettivo che è quello di un rinnovamento profondo ed ecquo del sistema scolastico. La Federazione Metropolitana degli Studenti delle scuole superiori (Femes) ha dichiarato: "Il ministro costituiva un grosso ostacolo, ma il problema è strutturale. Per questo vogliamo che si cambi nuovamente ministro senza che sia trovata una reale soluzione ai nostri problemi". 
Anche gli studenti universitari sono soddisfatti per le dimissioni del ministro ma secondo il presidente della Federazione degli Studenti dell'Università Cattolica, Giorgio Jackson, ha dichiarato: "il movimento sociale ha forzato un cambio politico anche se l'obbiettivo di tutti gli studenti non erano le sole dimissioni del ministro, ma la sviluppo di una nuova politica in Cile che ponga la scuola pubblica al centro del sistema sociale.

giovedì 15 settembre 2011

Uruguay: è morto Juan Maria Bordaberry


L'ex presidente dell'Uruguay, Juan Maria Bordaberry, è morto il 17 luglio 2011.
Juan Maria Bordaberry
Bordaberry rimase in carica tra il 1 marzo 1972 ed 27 giugno 1973 giorno in cui sospese tutte le garanzie costituzionali, dichiarò i partiti illegali e sciolse il Congresso. Rimase alla guida del paese con il supporto delle forze armate fino al 12 giugno 1976, quando fu rovesciato da un nuovo colpo di stato.

Negli anni della dittatura di Bordaberry furono sequestate, torturate ed uccise oltre 250 persone e si registrarono un numero non calcolabile di desaparecidos soprattutto nell'esercito guerrigliero dei Tupamaros. 

Nel 2006, dopo anni di oblio, l'opinione pubblica spinse il governo e la magistratura a riaprire i casi legati ai delitti commessi nel periodo della dittatura; la riapertura di alcuni casi portò all'arresto di Bordaberry perché implicato in quattro omicidi politici.
Nel 2010 Bordaberry fu condannato a 30 anni per numerose sparizioni e assassini (Uruguay: condannato l'ex-dittatore Juan Maria Bordaberry).

giovedì 8 settembre 2011

Octubre Nero: Sanchez de Losada accusato di genocidio


A metà luglio 2011 la Fiscalia boliviana ha richiesto per l'ex presidente Sanchez de Losada, 25 anni di carcere perché accusato di genocidio durante gli scontri del 'Octubre Negro' nel 2003.

 Sanchez de Losada
Tra il settembre ed il novembre del 2003 a El Alto (cittadina poco distante da La Paz) vi furono numerose marce e manifestazioni dei campesinos che tentavano fermare il progetto, per l'esportazione del gas naturale, attuato dal governo e da alcune multinazionali statunitensi.
Dopo un mese di proteste l'esercito ricevette l'ordine di reprimere il dissenso ed alla fine degli scontri si contarono 67 vittime e circa 400 feriti(Secondo le associazioni per i diritti umani ci furono ottanta morti e circa mille feriti che che furono lasciati senza soccorsi).

Dopo gli scontri la tensione tra la popolazione vittima della repressione e lo stato crebbe fino a che il presidente Sanchez de Losadaa fuggire negli Stati Uniti insieme ad alcuni suoi ministri.

A distanza di otto anni i giudici, Milton Mendoza e Mirna Aranciba, hanno dichiarato incostituzionale l'ordine con cui si autorizzava l'esercito a "reprimere le proteste con la scusa della presenza di gruppi guerriglieri e cospiratori". 

giovedì 1 settembre 2011

La denuncia degli indios Ayoreo-Totobiegosode


Il progetto, Global Compact, del ONU finanzia le imprese che basano le loro attività produttive su dieci principi cardine. I principi sono: il rispetto dei diritti umani delle popolazioni, dei lavoratori, dell'ambiente e lotta alla corruzione.
Il progetto mira allo sviluppo delle aree dove le società investono ma anche garantire a quest'ultime nuovi siti produttivi e l'ampliamento del loro mercato.

Alcune società che partecipano al progetto Global Compact sembrano non rispettare i principi base dettati del ONU; la denuncia arriva dagli indios Ayoreo-Totobiegosode (Paraguay) che denunciano numerose attività illecite ed il mancato rispetto dei diritti umani.
La compagnia in questione è la brasiliana Yaguarete Porá; si è macchiata di una serie di disboscamenti in zone dove vivono indios ancora non contattati ed ha mantenuto nascosto la scoperta al Governo pur di continuare la sua attività di disboscamento. Per questa suo comportamento fu solamente multata e poté riprendere il proprio lavoro. Alcuni mesi fa, grazie ai satelliti, sono stati scoperti nuovamente a distruggere la foresta e così multati un'altra volta.

Gli indios Ayoreo-Totobiegosode alla luce dei riprovevoli comportamenti (è riuscita a distruggere circa 4mila ettari di foresta) della compagnia brasiliana chiedono che sia bloccato il suo lavoro e che sia estromessa da qualsiasi progetto del ONU.
La risposta del ONU è stata singolare e disarmante ed è questa:"Global Compact non ha né le risorse né il mandato per condurre indagini su nessuno dei suoi partecipanti".
Probabilmente la posizione di chi dirige il progetto è dettata dalla forza sia economica che politica che le società riescono a mettere in campo.

Le regioni devastate dal disboscamento erano custodi di biodiversità ancora intatta ma erano anche abitate da gruppi indigeni incontattati che per sopravvivere sono stati costretti ad abbandonare le loro terre ed entrare ed entrare in contatto con la "civiltà".

Ancora oggi attendiamo un intervento che blocchi lo scempio in atto denunciato dal popolo Ayoreo-Totobiegosode.

giovedì 25 agosto 2011

Il processo per “El Vesuvio”


Il processo che vedeva imputati gli ex-colonnelli dell'esercito argentino, Héctor Gamen e Hugo Pascarelli, si concluso il 15 luglio 2011 con un ergastolo ciascuno per crimini contro l'umanità.

I due ex-militari erano distaccati nel centro detentivo clandestino di “El Vesuvio”, a Buenos Aires, che rimase attivo tra il 1975 e il 1978. Nel centro di detenzione clandestino furono imprigionati e torturati oltre 2.500 cittadini tra cui l'autore Haroldo Conti e il regista Raimundo Gleyzer.

Héctor Gamen e Hugo Pascarelli negli anni in cui prestarono servizio a “El Vesuvio” si macchiarono di circa 156 casi di crimini di lesa umanità soprattutto verso i prigionieri politici che furono arrestati illegalmente e brutalmente torturati.
Nel processo che ha condannato i due ex-colonelli vi erano altri cinque imputati che hanno ricevuto pene tra i 18 ed i 22 anni di reclusione.

mercoledì 17 agosto 2011

L’impopolarità della classe politica cilena


Secondo un sondaggio effettuato dal Centro de Estudios de la Realidad Contemporánea (Cerc) sul Presidente cileno Sebastián Piñera rivela che il 60% dei cileno disapprova l'operato del suo governo. I risultati del sondaggio affermano che Piñera ha raggiunto livelli di  disapprovazione più alti di Pinochet.

Il governo ha iniziato la propria discesa nel gradimento popolare a causa della mancata riforma dell'educazione, che ancora oggi è frutto delle leggi di Pinochet, voluta e sostenuta con numerose marce e manifestazioni organizzate dai movimenti studenteschi.
Altre due proteste hanno aumentato la disapprovazione sull'operato del governo e sono: le proteste contro la creazione delle enormi centrali idroelettriche in Patagonia e l'appoggio dato ad una multinazionale che ha truffato migliaia di cileni. 

Oltre a questi tre fronti si ne è aperto un altro il 10 luglio 2011 ed è quello che ha portato allo sciopero nazionale del rame. In sciopero scenderanno circa 17.000 lavoratori della Corporación Nacional del Cobre (Codelco) che si oppongono alla privatizzazione di questa società mineraria che è anche la più grande impresa di estrazione del rame al mondo. 
Con la privatizzazione della Codelco si mette a rischio il posto di lavoro di migliaia di lavoratori e la funzione dell'azienda più importante del paese che da sola copre oltre il 50% del export nazionale. La Federación Nacional de Trabajadores del Cobre ha iniziato la sua lotta contro la vendita ed ha trovato supporto della popolazione e del movimento studentesco. Nelle manifestazioni di protesta contro la scelta del governo i cileni sono arrivati a rivendicare la nazionalizzazione del rame.

Se il governo non trova consensi tra gli elettori cileni anche l'opposizione non può sorridere. Il partito che oggi siede all'opposizione, la Concertación, attraversa un momento difficile a causa della sua lontananza dalla popolazione ed in particolare dai suoi elettori storici. 
Il popolo cileno chiede a gran voce che la classe politica si faccia da parte per lasciare spazio a persone non corrotte dalla brama di potere. 

giovedì 11 agosto 2011

Bagua archiviato il processo

Il processo che vedeva imputato il leader indigeno, Alberto Pinzago, insieme ad altri tre compagni (Saúl Puerta Peña, Cervando Puerta Peña e Teresita Antazú Lopez) per le violenze esplose durante le manifestazioni di Bagua in Perù (Ricordare Bagua ad un anno di distanza e Le manifestazioni Indios affogate nel sangue) è stato archiviato.

Le manifestazioni erano nate per il timore da parte degli indio di veder cancellati i propri diritti ancestrali sulle loro terre a causa di una nuova legislazione.A seguito di manifestazioni e blocchi stradali ci furono alcuni scontri tra manifestanti e forze di polizia nel giugno 2009 a Bagua in cui morirono 33 tra indio e militari; a seguito di ciò alcuni leader indio furono costretti all'esilio.

Il giudice Oscar Atilio Quispe Cama a due anni dai fatti ha deciso di sospendere i capi di accusa che erano sedizione, cospirazione e ribellione. Sempre per le violenze di Bagua sono stati incriminati tre alti funzionari della polizia e ufficiali dell'esercito per abuso di potere e violenze private.

giovedì 4 agosto 2011

Perù: Ollanta Humala eletto presidente

Alle elezioni presidenziali in perù dei primi di giugno è stato eletto Ollanta Humala con il 50,7% dei voti contro il 49,3% di Keiko Fujimori (figlia del dittatore ora in carcere per violazione dei diritti umani e delitti di lesa umanità).

Ollanta Humala
Le prime parole da Presidente le ha pronunciate in Plaza Dos de Mayo a Lima e sono state: "Stanotte rinnovo il mio compromesso con il popolo peruviano. Cominceremo a lavorare dal prossimo 28 luglio. I risultati ci stanno mostrando un successo arrivato al culmine di una campagna elettorale dura. Adesso possiamo procedere con un governo di concertazione."
Nella politica estera il governo Humala proverà ad avvicinare il Perù a gli altri paesi sud americani che già da anni hanno iniziato un processo forte di integrazione politico-economico.

Le priorità del suo mandato dovranno essere la crescita economica, le politiche sociali che mirino ad diminuire drasticamente le profonde ingiustizie sociali che esistono nel paese. 
A questo riguardo durante il suo primo discorso ha dichiarato: "Trasformeremo l'agricoltura e l'industria, per ricavarne più posti di lavoro e più soldi da far girare nel paese"

Il governo Humala dovrà trovare le soluzioni ai numerosi problemi che assillano la sanità, l'educazione e la sicurezza; inoltre il Perù dovrà varare un piano per ammodernare le infrastrutture.
Altro impegno importatne per il neo presidente sarà la lotta della corruzione nella politica e nelle pubbliche amministazioni. 

Mario Vargas Llosa, scrittore e premio Nobel della Letteratura, che si è molto speso per la campagna elettorale di Ollanta Humala ha affermato di essere "molto contento, c'è stata una sconfitta del fascismo, in Perù la democrazia è salva."

giovedì 28 luglio 2011

Honduras: Zelaya rientra nel paese

Manuel Zelaya

Alla fine di maggio 2011 a quasi due anni dal golpe che lo depose l'ex presidente, Manuel Zelaya, ha fatto ritorno in Honduras.
Zelaya è stato accolto da una grande folla all'aereoporto di Tegucigalpa, insieme a lui vi erano anche il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, e quello dominicano, Carlos Morales Troncoso. Nella delegazione sbarcata nella capitale hondurena vi era anche la senatrice, Piedad Cordoba, che si è distinta nella mediazione tra governo golpista e Zelaya.

Zelaya è riuscito a rientrare nel suo paese solo dopo una lunga mediazione portata avanti dal presidente Chavez e dal persidnete Santos; queste operazioni diplomatiche hanno riportato l'Honduras nell'Organizzazione degli stati americani (da dove era stato espulso poco dopo il golpe). 
La trattativa ha portato ad un accordo, siglato a Cartagena de Indias (Colombia), in cui lo stato hondureno si impegnava a istituire una commissione del Tribunale d'Appello della Corte Suprema di Giustizia dell'Honduras per analizzare i processi istruiti e le sentenze emesse contro Zelaya durante il suo esilio.
I tre magistrati del tribunale ceh si sono occupati dei casi in cui l'ex presidente era imputato ed hanno annullato "le sentenze pronunciate contro Manuel Zelaya perché è stato violato lo stato di diritto, in quanto l'accusato non si è potuto difendere".

Adesso il governo illegittimo di Tegucigalpa deve mantenere tutti gli impegni sottoscritti a Cartagena de Indias riconoscendo il Frente Nacional de Resistencia Popular (FNRP) come partito politico, iniziare le consultazioni per la creazione di un'assemblea costituente ed indire nuove e liber elezioni.

sabato 23 luglio 2011

Mandato di cattura per la strage del Universidad Centroamericana

Il giudice spagnolo Eloy Velasco ha emesso un'ordine di cattura internazionale per i venti militari tra cui il colonnello Guillermo Benavides che il 16 novembre 1989 uccisero, nel Universidad Centroamericana di San Salvador, padre Ignacio Ellacuría, cinque padri gesuiti e Elba Julia Ramos con la giovane figlia.

I militari del Atacatl fecero irruzione nella notte nel Universidad e trascinarono fuori dalle proprie camere padre Ellacuría, Ignacio Martín Baro, Segundo Montes, Armando López, Juan Ramón Moreno, Joaquín López y López (tutti di nazionalitá spagnola tranne López). I gesuiti furono condotti nel giardino del Universidad dove pochi minuti dopo furono assassinati.
Elba Julia Ramos e sua figlia Celina assistettero alle esecuzioni e furono fermate dai militari che prima le rassicurarono e poi le uccisero.

Padre Ignacio Ellacuría era una della anime della Teologia della Liberazione ed aveva fatto del Universidad Centroamericana di San Salvador la base di tutte le sue attività. Con l'inizio della guerra civile in El Salvador le autorità militari cercarono di imbavagliare tutte le università ed i centri culturali del paese ma Ellacuría era riuscito a non far cadere l'università nelle mani della censura.
Dopo l'omicidio di monsignor Romero il padre gesuita divenne un punto di riferimento nel paese, insieme al vescovo si adoperavano affinché si avviassero dei negoziati tra la dittatura militare ed i guerriglieri per pacificare il paese.
A causa della sua attività padre Ellacuría fu dichiarato persona non gradita dalla dittatura militare e fu costretto a tornare in Spagna continuando, però, ad impegnarsi per la risoluzione pacifica del conflitto.

L'ex sergente Antonio Ramiro Avalos durante un interrogatorio ha ammesso di aver partecipato alla strage e di aver ucciso padre Moreno e del padre Lópezha. Avalos, inoltre, ha dichiarato di aver obbedito agli ordini dai suoi superiori i quali affermavano che i religiosi erano delinquenti che andavano eliminati per le idee che infondevano.
Un altro ex militare che adesso vive in esilio in Spagna ha ammesso che fu preparato un piano da Benavides che riunì i suoi ufficiali per uccidere Ellacuría una volta rientrato in El Salvador dalla Spagna. L'ex militare racconta la riunione con molti particolari dato che vi partecipava come maggiore del battaglione Atacatl ed infine afferma di aver comunicato all'allora colonnello Ponce che la missione era stata portata a termine con successo.

Il mandato di cattura internazionale del giudice spagnolo obbliga il governo di El Salvador a rispettare gli accordi bilaterali sull'estradizione. Grazie alle ultime rivelazioni ed alle nuove indagini del giudice Velasco si è moderatamente certi che l'omicidio dei padri gesuiti fu pianificata dallo Stato maggiore dell'esercito per cercare di allentare le pressioni che  stavano facendo sulla comunità internazionale per organizzare una conferenza di pace e mettere fine al conflitto in corso.  

lunedì 18 luglio 2011

Bolivia: Mi Agua

In Bolivia è stato approvato e sta per aver il suo ufficiale inizio il progetto "Mi agua".
Il progetto interesserà l'intera nazione e garantirà l'acqua potabile a tutti; per riuscire a portare l'acqua a tutti i boliviani lo stato ha previsto un investimento che oscilla tra i 100 ed i 300 milioni di dollari per gli interventi in più di 300 municipalità.Il presidente Evo Morales ha presentato il piano Mi Agua a Chuquisaca davanti a migliaia di persone accorse ad ascoltare la presentazione dei circa ottanta progetti già approvati che avranno lo scopo di fornire l'acqua a tutte le comunità della zona che ancora non la hanno.

Mi Aqua permetterà la costruzione di nuovi acquedotti ma anche di una serie di condutture per l'irrigazione delle zone agricole. Il progetto è stato creato solo per le municipalità più piccole ed isolate del paese e non le grandi città, per le esigenze di queste ultime sarà creato un altro progetto nel prossimo futuro.

Il Presidente Morales si è speso molto per questo progetto e lo ritiene fondamentale per lo sviluppo del Paese dato che permette di migliorare le condizioni di vita della popolazione e non solo."Mi Agua" è anche l'opportunità di migliorare i servizi che già adesso hanno i cittadini; per  esempio con i fondi del progetto si potranno costruire micro-centrali idroelettriche, costruire pozzi per l'approvvigionamento dell'acqua, creare aree di stoccaggio e un rete di distribuzione più capillare.

martedì 12 luglio 2011

Perù: mobilitazioni contro il selvaggio sfruttamento minerario

Nella regione del Puno (Perù) il governatore, Mauricio Rodriguez, ha firmato un'intesa con la multinazionale canadese Bear Creek per lo sfruttamento delle risorse minerarie della regione.

La risposta della popolazione della regione è stata immediata in venticinque mila hanno manifestato tutta la loro preoccupazione e la loro contrarietà al progetto della società canadese.
La protesta ha visto la partecipazione di oltre venticinque mila contadini, 900 autocarri e circa un migliaio di commercianti che hanno bloccato il ponte di Desaguadero, snodo fondamentale per il commercio internazionale tra Perù e Bolivia, sul lago Titicaca.
Le esplorazioni del sottosuolo ed il relativo sfruttamento danneggerebbe irreparabilmente l'equilibrio naturale dell'area che vede come principale fonte di reddito  l'agricoltura, la piccola industria casearia ed il turismo.

Le manifestazioni, pacifiche, iniziate il 9 maggio non sono ancora terminate, anzi, i portavoce del movimento che si oppone allo sfruttamento minerario della zona hanno affermato che i presidi e le proteste continueranno sine die o almeno fino a quando "il presidente non ascolterà le richieste, giuste e legittime, contro la miniera Santa Ana".
Alle manifestazioni hanno partecipato, anche, migliaia di cittadini delle vicine province di Yunguyo e Chucuito che arrivati a Puno hanno "occupato" Plaza de Armas della città per sostenere i manifestanti locali.

Il presidente Alan Garcia ha risposto ai manifestanti che le manifestazione ed i blocchi stradali dono "faziosi" e che hanno "obiettivi politici"; inoltre ha deciso di far rimuovere e con la forza i blocchi stradali che stanno paralizzando l'economia.
L'intervento delle forze dell'ordine ha provocato due morti: una manifestante è stata uccisa  dal crollo di un muro in circostanze ancora non chiare, l'altra vittima è un ragazzo che è morto soffocato dai fumogeni utilizzati dalla polizia per disperdere i manifestanti.

Le manifestazioni ed i blocchi stradali hanno per adesso hanno ottenuto la sospensione temporanea, fino all'approvazione del riassetto territoriale regionale, delle concessioni minerarie. Le concessioni non possono essere annullate per via giudiziaria ma solamente con un intervento legislativo; di fatto è solo un intervento formale che cerca di placare glia animi sul campo e che permette di arrivare alle consultazioni tra manifestanti e governo nazionale, forse, con gli animi più distesi.

Oltre all'esito delle consultazioni tra manifestanti e governo si dovrà attendere anche l'esito delle elezioni presidenziali del 5 giungo per capire la posizione del futuro presidente peruviano.

giovedì 7 luglio 2011

VI Congresso del PCC

Il VI congresso del Partito comunista cubano ha confermato che la Rivolucion Cubana è sempre in evoluzione. 
Al congresso ha partecipato anche Fidel Castro il quale non ha accettato il rinnovo dei suoi incarichi nel partito a causa delle sue non perfette condizioni di salute. La malattia che lo ha colpito nell'agosto 2006 lo ha costretto nello stesso anno a cedere tutti i suoi incarichi di governo al fratello Raul.
Fidel in un suo articolo riferendosi alla sua scelta di ritirarsi dalla vita politica attiva ha scritto: "Credo di aver ricevuto abbastanza onori. Non avevo mai pensato di vivere così a lungo, i nemici hanno fatto il possibile per impedirlo, hanno cercato di eliminarmi innumerevoli volte e spesso ho 'collaborato' con loro".

Il congresso del Partito Comunista Cubano ha ribadito un concetto fondamentale per lo sviluppo economico dell'isola caraibica che solo con "il socialismo si può vincere le difficoltà e preservare le conquiste della rivoluzione e che nell'aggiornamento del modello economico predominerà la pianificazione, la quale terrà conto delle tendenze di mercato".
Il socialismo sarà la "la forma principale nell'economia nazionale" anche se l'economia  vedrà lo sviluppo di cooperative, di piccoli agricoltori e la comparsa dei lavoratori autonomi; inoltre gli investimenti provenienti dall'estero cresceranno notevolmente.

A confermare questi propositi ci sono le 130.000 concessioni di appezzamenti di terreno per altrettanti contadini e sono state concesse circa 172.000 licenze per la creazione di piccole imprese che verranno ufficializzate entro il 2015. Con queste misure si calcola che circa 1.800.000 troveranno lavoro nel settore privato andando così a diminuire il numero di lavoratori del settore pubblico.
Inoltre i cubani potranno, nel prossimo futuro, acquistare case ed automobili e la Tarjeta de abastecimiento, il libretto con cui i cubani avevano il diritto all'acquisto a prezzi agevolati di generi di prima necessità, sarà abolita.

I cambiamenti che trasformeranno la Rivolucion Cubana nei prossimi anni non riguardano solo la vita economica del paese ma anche quella politica infatti il congresso del partito ha stabilito che coloro che si vorranno impegnare nell'attività politica potranno essere eletti per un massimo di dieci anni ( cinque anni per ogni mandato).

Una commissione istituita all'interno del partito monitorerà l'evoluzione ed interverrà ogni qual volta che la giustizia sociale ed i diritti dei cittadini potranno subire un disequilibrio.

La Rivolucion si trasforma ma al centro vi è sempre l'uomo.

sabato 2 luglio 2011

Honduras: Mediazione di Santos e Chavez



Il Frente Nacional de Resistencia Popular(FNRP) che combatte dal giugno 2009 prima il golpe che ha destituito il presidente Zelaya e l'illegittimo governo a cui è succeduto ha accettato la mediazione offerta dai presidenti della Colombia e del Venezuela.

Nel comunicato stampa che il FNRP ha emesso si legge che i consiglieri del Frente "approvano la mediazione proposta a Cartagena de Indias e diamo la nostra piena fiducia al presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, per la sua volontà verso la democrazia".Il Frente dopo aver appreso con favore l'investitura di mediatori dei presidenti Santos hanno inviato loro le richieste che comprendono il rientro in patria di tutti i politici esiliati, compreso il presidente destituito Zelaya.
L'elenco continua con la cessazione della politica repressiva attuata dal governo golpista, l'istruzione dei processi contro coloro che hanno violato i diritti umani, la costituzione dell'Assemblea Nazionale Costituente democratica ed infine che il Fnrp sia riconosciuta come la forza politica in Honduras.  La mediazione che i presidenti Santos e Chavez stanno per iniziare sarà difficile ma importante per cercare di riportare il Paese centro-americano alla democrazia a due anni dal golpe che ha prodotto un governo, quello attuale di Profirio Lobo, da elezioni illegali il quale riesce a mantenere il controllo del Honduras solo grazie alle minacce ed alla violenza.

lunedì 27 giugno 2011

Presto il processo per “Voli della Morte”

Il giudice federale di Buenos Aires, Sergio Torres, ha reso pubblici i nomi dei cinque indagati per i "voli della morte" per cui ha emesso i mandati di cattura. 
Si tratta di Mario Daniel Arrù, Enrique de Saint Georges, Alejandro D'Agostino, l'ex sottoufficiale della marina Ricardo Ormello e l'avvocato Gonzalo Torres de Toloza. 

Dalle indagini effettuate dal giudice Torres emerge che i primi tre furono i piloti dell'aereo da cui il 14 dicembre 1977 vennero gettate cinque donne (Leonie Duquet, suora francese, Azucena Villaflor de Devicenti, Ester Ballestrino de Careaga, Maria Ponce de Bianco e Angela Aguda (fondatrici delle Madri della Plaza de Mayo) nel Rio de la Plata.
Le cinque vittime furono prelevate dal centro di detenzione dell'Esma (Escuela superior de mecanica de la Armada) per essere imbarcate e poi gettate nel Rio de la Plata nella notte.
I loro corpi furono ritrovati dopo una settimana sulle spiagge di Santa Teresita dove nelle inverno del 1977 furono rivennute altre cinquanta vittime della dittatura.