giovedì 16 dicembre 2010

La sfida di Dilma Rousseff

Il 31 ottobre Dilma Rousseff del Partito dei Lavotatori (PT), del ex presidente Lula, ha sconfitto al ballottaggio l'esponente della destra, José Serra (PSDB), conquistanto il 56,05% dei voti (da ricordare il risultato del primo turno dove ottenne il 46,7% delle preferenze) e diventando così la prima donna presidente del Brasile.

Subito dopo la vittoria al ballottaggio Dilma ha affermato che la politica monetaria non subirà cambiamenti rispetto alla presidenza Lula e quindi anche il Ministro delle Finanze (Guido Mantega) e il Presidente della Banca Centrale (Henrique Meirelles) continuano il loro lavoro.
Il neo governo Dilma darà continuitàa ai progetti ed a molte politiche intraprese dal governo precedente, un'esempio è il progetto PAC (programma progressivo di accelerazione della crescita) che era curato preoprio dalla neo presidente.

Dilma nelle sue prime uscite ufficiali ha immediatamente posto l'accento sulla lotta alla povertà. La sua politica chercherà di estirpare nei prossimi anni la miseria che colpisce circa il 16% della popolazione brasiliana e che già durante il governo Lula (durato otto anni) diminuì del 18%.
I risultati ottenuiti fino ad oggi dal pregetto Bolsa Familia sono da elogiare ma sicuramente il progetto nato da Lula è stato aiutato dalla congiuntura economica molto favorevole che sta permettendo al Brasile di imporsi sul mercato globale; ciò ha permesso negli ultimi otto anni di creare più di 14 milioni di posti di lavoro.
Il progetto oltre a puntare sullo sviluppo economico del paese sostiene le famiglie con lo stanziamento di circa quindici milioni di euro all'anno che è pari all'un percento del PIL brasiliano.

L'intervento del governo brasiliano è urgente e "quello che conta è che venga eliminata la povertà estrema" ha affermato il ministro dello sviluppo sociale Márcia Lopes ed il nuovo censimento che dovrebbe vedere la luce entro fine anno dovrebbe permettere al progetto di mirare ancora meglio gli aiuti alla popolazione che vive nella povertà più estrema.

Ed è un intervento anche piuttosto urgente, perché nonostante l'85 percento di coloro che vivono con un dollaro al giorno sia già iscritta a Bolsa Familia, il contributo risulta insufficiente a far sì che alzino la testa uscendo dalla miseria più estrema. Settanta reais a persona al mese (circa 30 auro) resta irrisorio. 

Il nuovo governo dovrà essere in grado di mantenere le promesse e la strada che il governo Lula, seppur con grandi contraddizioni ed errori, ha intrapreso sarà sicuramente difficile; ma la speranza dei brasiliani, che hanno dato fiducia a Rousseff ed a Lula che l'ha fortemente voluta come sua erede, è quella di continuare a dare dignità a tutto il popolo brasiliano rendendolo l'attore principale dell'economia e della politica del paese.

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