mercoledì 4 agosto 2010

L’amico di Pinochet: Miguel Otero

Miguel Otero, ex-ambasciatore cileno a Buenos Aires, nella sua prima intervista da ambasciatore ha affermato: “La maggior parte dei cileni non ha sofferto la dittatura. Al contrario, si è sentita sollevata”. Inoltre nella sua intervista al quotidiano Clarin ha Nella Otero ha ribadito il concetto che senza il colpo di stato e la conseguente dittatura militare (1973-1990), che lui chiama “Pronunciamento militare”, il Cile sarebbe divenuto una seconda Cuba.
Nella sua intervista si legge che la dittatura militare di Pinochet ha raccolto un “paese mendicante” e lo ha fatto diventare un paese dignitoso, moderno ed evoluto economicamente; tutte queste conquiste sono tangibili anche oggi.

In un passaggio dell'intervista il giornalista afferma che in Cile la dittatura militare è stata particolarmente sanguinaria ed Otero ribatte che il governo militare ha ripulito le strade ed ha creato occupazione, continua poi affermando che il popolo che con Allende il popolo “non poteva comprare niente di importato ed era costretto a pagare, e caro, quello che si produceva in Cile e che dal giorno alla notte ha potuto comprare quello che voleva”.

Effettivamente durante il governo di Allende non era possibile trovare merci se non al mercato nero; la causa è da ricercare nel fatto che gli imprenditori ed il governo statunitense, Nixon affermò “Hay que reventar ese hijo de perra” riferendosi ad Allende, foraggiò gli scioperi di massa ed i sabotaggi che paralizzarono il paese. Magicamente appena avvenuto il golpe militare i negozi tornarono ad avere i magazzini colmi!

Le polemiche seguite all'intervista dell’ex avvocato e senatore di Renovacion nacional (Rn, partito del primo presidente, Pinera, di destra democraticamente eletto negli ultimi 50 anni) sono stata aspre ed il ministero degli Esteri cileno è subito intervenuto per cercare di prendere le distanze da Otero ed ha affermato che dichiarazioni sono tutte "opinioni personali". Pochi giorni dopo la pubblicazione dell'intervista e dopo le pressioni del presidente Pinera l'oramai ex-ambasciatore in terra argentina ha rassegnato le proprie dimissioni che sono state immediatamente accettate.

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