venerdì 28 maggio 2010

Chi si ribella alla Union Fenosa?

In Guatema1a la Union Fenosa, società spagnola che fornisce l'energia elettrica a tutto il paese centro americano, continua da circa due anni a bloccare l'erogazione dell'energia ai cittadini del dipartimento di San Marcos.

La Union Fenosa, partecipata anche da Eni e dalla spagnola Acs, opera in Guatemala dal 1998 anno in cui furono privatizzati numerosi servizi pubblici dal governo del presidente Alvaro Arzù.
La società spagnola controlla l'erogazione dell'energia elettrica in 20 dei 22 municipi del Paese grazia alla creazione di due municipalizzate fantoccio (la Deocsa che copre l'area ovest del Paese e la Deorsa per quella est) interamente controllate interamente dalla Union Fenosa. La creazione di queste due municipalizzate è servita solamente per non far aprire indagini da parte del antitrust per posizione dominante del mercato.
Da quando ha iniziato ad operare nel paese centro americano la Società spagnola ha via via gonfiato ingiustificatamente le bollette energetiche a danno degli utenti. A dimostrazione di questo vi è una sentenza dalla Corte Costituzionale nazionale che nel 2004 condannò la Union Fenosa a risarcire gli utenti con circa 200 milioni di euro perché colpevole di aver gonfiato in modo illegittimo le bollette.

All'inizio del 2009 si è levata la protesta dei cittadini del dipartimento di San Marcos che hanno presentato numerose (circa 91.000 in sei mesi) denuncie alla Commissione Nazionale dell'Energia che segnalavano moltissime infrazioni commesse dall'azienda spagnola. I cittadini contestavano le altissime tariffe e l'immobilismo dei funzionari statali davanti ai reclami. Immobilismo che ha portato i cittadini di San Marcos a chiedere chiedere l'espulsione di Deocsa dal Paese, la nazionalizzazione del settore energetico e la riforma della Legge sull'elettricità.
Davanti a queste azioni la Union Fenosa ha replicato con la sospensione dell'erogazione dei propri servizi il 15 dicembre del 2009 creando gravissimi disagi tra cui la perdita di 45 mila vaccini destinati ai bambini e conservati negli ospedali e nei centri di salute del dipartimento di San Marcos.
Con il blocco dell'energia elettrica la popolazione coinvolta iniziò la sua protesta che sfociò nel blocco dei pagamenti, alcune associazioni Frena (Frente de Defensa de los Recursos Naturales y derechos de los pueblos) appoggiarono la protesta dando anche assistenza legale alle vittime della Union Fenesa.
Dall'inizio della protesta si sono verificati anche molte violenze; la presidentessa Evelinda Ramirez del Frena è stata uccisa insieme ad altri tre membri del Frente de Defensa, il 13 gennaio 2010, dopo una riunione con i comitati cittadini che si oppongono alle scelte della Union Fenosa. Il 24 ottobre del 2009 Victor Galvez, uno dei leader degli oppositori, è stato assassinato con trentacinque colpi di mitra, alcuni giorni dopo anche Octavio Roblero, vicepresidente del Frena, è stato ucciso da numerosi colpi di pistola ed infine anche il cognato di Galvez, anche lui leadere degli oppositori, è morto in un agguato il 17 febbraio 2010.

Le violenze che hanno subito le popolazioni che lottano per veder riconoscere i propri diritti contro la multinazionale spagnola non sono riconducibili ad essa a causa della mancanza di prove ma analizzando obbiettivamente i fatti sembra palese il coinvolgimento della Union Fenosa che grazie alla sua forza economica e politica continua a dettare le regole in Guatemala anche grazie al presidente Alvaro Colom che non ha mai smesso di essere succube delle grandi multinazionali straniere.

lunedì 24 maggio 2010

Un porto per La Paz

José Mujica ed Evo Morales si sono incontrati a La Paz a metà marzo 2010 per discutere l'eventuale possibilità di creare alcuni porti boliviani lungo la costa uruguaiana. Oltre al nuovo sbocco marittimo della Bolivia l'incontro ha trattato anche un'eventuale sinergia per lo sviluppo energetico e per i progetti educativi.

Il ministro de Relaciones Exteriores di Montevideo, Luis Almagro, ha affermato: "Si è discusso in relazione al tema dei porti affinché il nostro Paese possa costituirsi come uno sbocco permanente verso il mare per la Bolivia attraverso l'idrovia che passa dal Rio Paraguay e dal Rio Paranà. Così verranno facilitate le esportazioni boliviane" ha fatto sapere Almagro.
Subuto dopo l'incontro tra Mujica e Morales i tecnici si sono messi a lavoro per stilare una prima lista dei migliori siti, con particolare interesse per l'area di Nueva Palmira, dove costruire il nuovo porto per lo stato boliviano.

Questo incontro riapre le speranze boliviane per poter riottenere dopo più di 130 anni lo sbocco sul mare perso nel 1879 con la sconfitta nella guerra contro il Cile.

In attesa dei futuri incontri tra i due Paesi che portino alla definizione di un accordo la Bolivia potrà continuare ad usufruire dell'idrovia, lunga più di 3mila chilometri, che si conclude nel porto di Càceres in Brasile e che attraversa Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia.

giovedì 20 maggio 2010

Brasile: Sospeso il progetto per la centrale idroelettrica sul fiume Xingu

Il progetto per la costruzione della diga sul fiume Xingu, in Amazzonia, ha causato forti reazioni da parte delle popolazioni indigene e degli ambientalisti. Le origini del progetto risalgono alla metà degli anni '70 che prevede la deviazione di circa 80% delle acque del fiume Xingu, nei presi del monte Belo, che inonderà più di 500 chilometri quadrati di foresta di 65 comuni numerose terre indigene abitate in totale da circa ventimila persone che dovrebbero essere evacuare.
La diga secondo i progetti e le stime via via aggiornate dovrebbe produrre circa 11.500 mega watt divenendo la terza centrale idroelettrica al mondo sia per dimensioni che per produzione.
Le battaglie degli ambientalisti e degli indio risalgono alla presentazione del progetto e sono riuscite a fa rinviare l'inizio dei lavori fino al 15 aprile 2010. In questa data il giudice federale, Antonio Almeida Campel, della Stato del Parà ha deciso di sospendere la gara d'appalto prevista per il 20 aprile. Le motivazioni ancora non sono state rese pubbliche ma secondo alcune indiscrezioni sembra che il giudice abbia accolto le motivazioni dei pubblici ministeri dello stato del Parà che affermavano che i danni ambientali prodotti dalla costruzione della centrale sarebbero irreparabili.

La sentenza del giudice Campel pone anche una sanzione di circa 400 mila euro per l'Istituto brasiliano dell'ambiente e delle risorse rinnovabili (Ibama) e per l'Agenzia nazionale dell'energia elettrica (Aneel), che sarà destinata interamente alle popolazioni indigene dell'area interessata, nel caso in cui non sia rispettata l'ordinanza di sospensione.

sabato 15 maggio 2010

Brasile e Bolivia costruiranno nuove centrali idroelettriche

I primi giorni di aprile è stato sottoscritto un accordo bilaterale sottoscritto dal Brasile con il presidente Lula e dalla Bolivia con l’omologo Morales che prevede la costruzione di alcune centrali idroelettriche con capitale brasiliano in territorio boliviano.
L'accordo sarà coordinato per la Bolivia dall Ende (Empresa Nacional de Electricidad) e per il Brasile dalla Electrobras,

I responsabili dei due governi e delle due società si sono incontrate già nel mese di aprile per iniziare ad individuare alcune zone dove poter costruire le centrali. Negli incontri bilaterali sono stati presentati studi sulla viabilità, la conformazione morfologica e la dimensione massima della futura centrale idroelettrica. Tetti gli studi sono stati improntati all'eco compatibilità delle nuove eventuali costruzioni per produrre il minor impatto ambientale possibile e per proteggere la natura circostante.

Terminata la prima fase di studio e redatte le relazioni del caso i risultati saranno sottoposti ai governi di Bolivia e Brasile per poter poi iniziare a pianificare la costruzione degli impianti.
L’accordo bilaterale ha subito una forte accelerazione a causa di un black out che ha colpito il Brasile nel novembre del 2009 causata da una violenta tempesta nella regione dove si trova la centrale di Itaipù (la seconda più grande centrale idroelettrica del mondo) al confine tra Brasile e Paraguay, che ha lasciato al buio per numerose ore oltre 50 milioni di brasiliani, un quarto della popolazione totale.

La reazione di queste nuove centrali idroelettriche dovrebbe consentire la produzione di circa 50 Mw (è la quantità di energia necessaria al paese di Lula per non rischiare più black out come quello del novembre 2009) al costo stimato di 50 miliardi di euro; investimento che dovrebbe iniziare nel 2011 e vedere la sua conclusione nel 2015.

martedì 11 maggio 2010

L'Ecuador risarcirà la Chevron

Texaco, poi divenuta Chevron, presentò tra il 1991 ed il 1993 ai tribunali ecuadoriani sette cause contro la compagnia petrolifera Petroecuador. Le contese erano incentrate sulla risoluzione dei contratti commerciali tra Chevron e Petroecuador; una causa verteva sulla violazione del contratto per la cessione di una quota di petrolio dalla multinazionale Statunitense all'Ecuador e che quest'ultimo esportava violando alcuni, presunti, accordi che imponevano allo stato andino l'uso interno del greggio e non la sua commercializzazione.

Le cause intentate dalla Chevron non hanno mai avuto risposta da parte della giustizia ecuadoriana e per questo motivo la multinazionale statunitense ha deciso nel 2006 di rivolgersi alla Corte Permanente degli Arbitrati dell'Aia (Paesi Bassi) che a fine marzo 2010 ha emesso il suo verdetto.
Il Tribunale dell'Aia ha stabilito che l'Ecuador dovrà pagare 700 milioni di dollari di risarcimento alla Chevron, più gli interessi cumulati e spese legali.
Secondo alcune indiscrezioni, dato che le motivazioni della sentenza ancora non è stata resa pubblica, la Corte ha riscontrato una violazione del Trattato Bilaterale per gli Investimenti tra Stati Uniti e Ecuador, in quanto quest'ultimo non ha attivato tutti i canali per la risoluzione del contenzioso.

venerdì 7 maggio 2010

Arrestato Carlos Galián aguzzino dell'ESMA

Il 24 marzo in Argentina si è celebrata la Giornata della Memoria del golpe del avvenuto nel 1976.
Per la prima volta quest'anno la Giornata Nazionale della Memoria per la Verità e la Giustizia è stata celebrata con due manifestazioni distinte; una si è tenuta alla Escuela de Mecánica de la Armada (Esma) con le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo e la "presidenta" Cristina Kirchner. L'altra manifestazione si è tenuta in Plaza de Mayo ed è stata promossa dall'organizzazione Encuentro Memoria Verdad y Justicia.
Nel 2010 si sono avute, per la prima volta, due manifestazioni distinte per la commemorazione del giorno della Memoria a causa delle polemiche tra Encuentro Memoria Verdad y Justiciae la "presidenta" Kirchner che secondo l'associazione "pretende di monopolizzare Plaza de Mayo".

Pochi giorni prima, 18 marzo, del giorno delle Memoria è stato arrestato un aguzzino dell'ESMA, Scuola meccanica dell'Armata, che durante la dittatura (1976 - 1983) fu trasformata in un centro di detenzione clandestino dove furono perpetrati oltre settecento delitti di lesa umanità. Coloro che entravano nella Scuola aveva poche possibilità di uscire vivo dalle torture, dalle vessazioni fisiche e psicologiche a cui ogni giorno venivano sottoposti, coloro che morivano durante le violenze venivano caricati su aerei militari da cui venivano gettati nel Rio della Plata o nell'oceano Atlantico.

L'aguzzino si chiama Carlos Galián, ex soldato della marina, che è riuscito a nascondere per moltissimi anni le violenze che sono inflitte ai "nemici della patria"; l'ordine di arrestarlo è stato firmato dal giudice Sergio Torres.
Galián, conosciuto come Pedro Bolita, è stato uno dei carcerieri più spietati che l'ESMA ricordi insieme a Pedro Morrón.
I carcerieri della Scuola, grazie alla folle dedizione dei due Pedro, dopo di loro furono chiamati Los Pedros.
Il giudice Sergio Torres ha ricostruito i compiti di Pedro Bolita che prelevava in piena notte nelle loro case i 'sovversivi' per farli rinchiudere nei centri di detenzione e poi farli sparire per sempre, oltre ai rapimenti si occupava anche di torturare i detenuti ed infine era il responsabile della custodia delle donne incinta. Secondo alcune testimonianze Galián prendeva i figli appena partoriti da queste donne, che poi divenivano desaparecidos, e li consegnava alle famiglie fedeli alla dittatura.

In Argentina i responsabili delle violazioni dei diritti umani sono ancora vivi, liberi e molti non sono stati ancora indagati; ma grazie all'abolizione nel 2003 delle leggi di Obediencia Debida e del Punto Final, leggi del perdono, si è potuto iniziare le indagini ed i processi che dovranno dare Giustizia alle vittime.

lunedì 3 maggio 2010

Guatemala: la violenza continua

Per i media il Guatemala è un paese pacifico invece i fatti, seppure taciuti, parlano di un chiaro e sanguinoso conflitto civile.
Sono centocinquantotto le morti violente (132 uomini, 17 donne e due bambine a cui si deve aggiungere cinque sequestri e sette autisti di autobus uccisi durante il loro servizio) nelle prime due settimane di marzo, è un bilancio da guerra civile ma queste morti non fanno notizia!
Le cause di questa violenza sono da ricercare negli alti tassi di povertà, disoccupazione e la bassissima alfabetizzazione oltre a questi fattori si deve sommare anche il narcotraffico e delinquenza comune che sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni; il tutto mina la sicurezza del paese.

La Ong Gam, Gruppo di mutuo appoggio, "conta" i morti e cerca di stilare statistiche da analizzare per comprendere le cause e le responsabilità di tutta questa violenza. Nei rapporti della Gam si può notare come il governo sia immobile contro la criminalità che detta le regole ed insanguina il paese.

Il primo marzo è cambiato nuovamente il Ministro de Gobernación (In Italia sarebbe equiparata al Ministero degli Interni) da cui dipende la politica sulla sicurezza. L'attuale governo di Álvaro Colom, eletto nel gennaio 2008, ha sostituito per la quinta volta la guida di questo importante dicastero; l'alto numero dei ministri che si sono alternati fino ad oggi dimostra che le istituzioni sono deboli, non riescono ad affrontare i problemi del paese e non sono in grado di dare una risposta all'emergenza sociale che il Guatemala sta vivendo.
La debolezza del governo è tangibile ed un esempio importante sono le indagini che procedono a rilento e poco approfondite su un ex ministro del governo (ora latitante) e su due ex direttori della Pnc (che si trovano in carcere) per vari reati legati a tangenti e sembra anche al traffico di stupefacenti.
Se il Governo, la magistratura e la polizia non si impegneranno per riuscire a scoprire la verità il governo sarà sempre più debole e la malavita potrà continuare a dettare le proprie regole di violenza rendendo il Guatemala insicuro e in balia della delinquenza.