mercoledì 21 ottobre 2009

Alla sbarra la Chevron per danni ambientali

La compagnia petrolifera statunitense Chevron fu denunciata più di dieci anni fa in Ecuador per il danni all'ambiente causati dall'improprio smaltimento dei rifiuti dell'estrazione e della lavorazione del greggio tra il 1966 ed il 1990.
Lo smaltimento, non controllato, dei rifiuti tossici e di petrolio grezzo da parte della Chevron ha causato un forte inquinamento del Rio delle Amazzoni. I versamenti illegali nel bacino idrico più vasto al mondo ha causato danni incalcolabili sia all'ambiente sia alle popolazioni locali; il danno economico per bonificare e risarcire le popolazioni è stato quantificato dal Governo dell'Ecuador in circa 28 miliardi di dollari.
Oltre alle accuse formali che hanno portato ad aprire un processo a carico della compagnia petrolifera statunitense, la Chevron deve difendersi anche da un lungometraggio (intitolato Crude) che documenta come gli indios e le comunità che vivevano a stretto contatto con il Rio delle Amazzoni abbiano avuto un incidenza molto più alta della media nazionale di alcune malattie come cancro, leucemie, aborti, malformazioni dei neonati; tutti questi danni secondo autorevoli studi sono riconducibili all'inquinamento prodotto dalla multinazionale.
La multinazionale statunitense per cercare di non perdere totalmente la propria credibilità e per porre un freno, anche se parzialmente, alle accuse su cui la magistratura sta indagando sembra sia venuta in possesso di alcuni video in cui il giudice che presiede il processo a carico della Chevron stia trattando il suo prezzo con due rappresentanti del governo che vorrebbero far condannare la compagnia petrolifera.
Dopo questa rivelazione il governo ha chiesto alla Chevron di rendere pubblico il video ma la multinazionale si è rifiutata senza motivarlo, aggiungendo che le immagini ed i colloqui tra il giudice e gli emissari del governo sono più che eloquenti.
Il perché la Chevron non renda pubblici questi video non è dato saperlo ma il sospetto che sorge è quello che i video non esistano, e servano solo per sviare l'opinione pubblica e per mettere in cattiva luce il Governo e la giustizia ecuadoriana che è chiamata a giudicare un complesso processo.

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