domenica 16 agosto 2009

L'integrazione di Bolivia, Uruguay e Paraguay

A distanza di 17 anni un presidente boliviano ha effettuato un viaggio ufficiale in Uruguay; il motivo della visita è stato l'avvio dei negoziati per fornire all'Uruguay gas naturale in cambio di uno sbocco sul mare per la Bolivia.
Per il governo di Morales lo sbocco sul mare è di fondamentale importanza per l'esportazione delle merci prodotte ed il sistema portuale uruguayano darebbe ampie garanzie commerciali: soprattutto potrebbe rimpiazzare il partner cileno a cui la Bolivia si era rivolta già molto tempo addietro.
L'accordo bilaterale tra Montevideo e La Paz deve tenere conto anche di un terzo paese, il Paraguay, che si trova tra i due paesi e che dovrebbe dare l'autorizzazione per il passaggio del gas e delle merci per poter arrivare all'area interessata del porto fluviale di Nueva Palmira dove si incontrano Rio Uruguay e Rio de la Plata.
Al Paraguay i due governi che si sono incontrati a metà luglio 2009 hanno offerto la possibilità di importare gas naturale e di utilizzare il porto fluviale di Nueva Palmira in segno di "solidarietà" verso un paese che ha grandi difficoltà nel commercio.
Questa potenziale accordo, che sembra procedere spedito, darà la possibilità di una maggiore integrazione politico-economica dei tre paesi e permetterà di diversificare le forniture di gas che per adesso provengono in larga parte dall'Argentina per quanto riguarda Uruguay e Paraguay; per la Bolivia c'è la possibilità di poter continuare a trattare un'ulteriore sbocco sul mare con il Cile anche se adesso le trattative sono quasi bloccate.
Dopo l'incontro tra i due presidenti, Morales e Tabaré, un gruppo di tecnici dei due paesi si è messo al lavoro per cercare di condensare le molteplici esigenze di Bolivia e Uruguay in un trattato senza però dimenticare il ruolo importante del Paraguay.

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