sabato 18 luglio 2009

Un passo indietro del Perù

Dopo gli scontri tra manifestanti indios dell'area amazzonica e le forze di polizia inviate dal governo che hanno lasciato sul campo cinquantadue corpi (30 indios e 22 poliziotti) il Congresso del Perù ha deciso di sospendere la legge che ha dato il via alle proteste per novanta giorni.
Dopo gli scontri il Presidente Alan Garcia ha affermato: "Il mio governo non si piegherà al volere di piccoli gruppi che non rappresentano la maggioranza del Paese".

A distanza di alcuni giorni il primo ministro del Perù, Yehude Simon, ha cercato un dialogo con gli indios affermando: "Chiedo un milione di volte perdono. A prescindere se uno sia responsabile o meno, come primo ministro devo chiedere perdono"; insieme a queste parole il governo peruviano ha cancellato due decreti, conosciuti come "leyes de la selva", che regolavano lo sfruttamento delle risorse naturali su circa 45 milioni di ettari di foresta amazzonica.
Gli altri decreti approvati per attuare il Trattato di Libero Commercio sottoscritto con gli Stati Uniti saranno esamitati a Lima dal Gruppo per lo sviluppo dei popoli amazzonici.
Il resto dei decreti del pacchetto approvato lo scorso anno nel piano di adeguamento della legislazione nazionale al Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, dovrebbero essere valutati dal Gruppo per lo sviluppo dei popoli amazzonici per comprendere se i decreti prevarichino o no i diritti fondamentali degli indios.

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