giovedì 28 maggio 2009

Elezioni presidenziali in Ecuador

Le elezioni presidenziali del 26 aprile in Ecuador sono state vinte dal presidente uscente Rafael Correa, che aveva rimesso il proprio mandato dopo soli due anni dalla sua precedente vittoria, dopo che la nuova Costituzione è stata approvata con circa il 54% dei voti.
I due avversari di Correa erano entrambi esponenti della destra. L'ex colonnello Gutierrez, che fu presidente dal 2002 al 2005 quando si dimise per scandali di corruzione, aprì le porte del paese al libero commercio e alle privatizzazioni.
Álvaro Noboa è l'uomo più ricco dell'Ecuador e re del settore bananiero, possiede il Grupo de Empresas Noboa e la Corporación Noboa (multinazionali con interessi in tutto il mondo); è il leader del Partido Renovador Institucional de Acción Nacional (Prian). Noboa puntava molto sulla sua roccaforte, Guayaquil, e basava il suo programma elettorale sulla giustizia sociale, lo sradicamento della povertà e la promessa che tutti gli abitanti potessero raggiungere il benessere.

Correa ha vinto le elezioni al primo turno grazie al cambiamento che è riuscito ad imprimere alla politica del paese in soli due anni di presidenza. Sono da ricordare gli enormi passi avanti nel settore ambientale, la Costituzione con cui sono stati riconosciuti diritti che non esistono in nessun altro paese al mondo, la difesa della regione di Yasuní dall’estrazione petrolifera, le leggi per la regolamentazione del lavoro (le agenzie di lavoro interinale sono state eliminate), l'equiparazione del salario dei lavoratori al costo reale della vita, il riconoscimento dei pieni diritti alle donne, il rafforzamento della sovranità nazionale, sancita anche dallo smantellamento della base nordamericana di Manta, il riconoscimento dei diritti culturali delle comunità ancestrali, l'indipendenza in politica economica dai dogmi del FMI o della Banca Mondiale incrementando la spesa sociale, l'aiuto per la creazione di un industria nazionale, la rinegoziazione dei contratti con le multinazionali estere che depredavano il paese delle sue risorse a prezzi ridicoli, l'estensione dell'obbligo scolastico fino al terzo livello, la copertura medica che lentamente diventerà gratuita ed infine la progettazione per tutte le infrastrutture (centrali idroelettriche, aeroporti, raffinerie, strade) per aiutare il paese nello sviluppo della propria industria.
Il neo presidente dopo i risultati dello scrutinio ha ringraziato tutti gli elettori ed ha aggiunto: "E' chiaro che la destra, i gruppi che sempre hanno dominato questo paese, si sono uniti dietro una candidatura che tanto deprecarono in passato (Gutierrez). È questa la moralità di certi settori di questo paese che privilegiano i loro interessi persino rispetto ai loro stessi principi e alla loro etica. Ma la storia li giudicherà. La stampa, per questa campagna elettorale, si è inventata di tutto, persino un'esplosione di disoccupazione. Contro questa parte di stampa in malafede e corrotta, abbiamo dovuto sempre scontrarci. Questo è un punto fondamentale che rende la nostra vittoria ancor più rilevante. Il popolo ecuadoriano non si è lasciato ingannare e ha portato alla vittoria più splendida degli ultimi cinquant'anni. In un paese dove dal 1996 al 2006 nessun governo democratico ha finito il suo mandato, dove si sono susseguiti sette presidenti, oggi si vince al primo turno. È qualcosa di inedito, compatrioti, abbiamo fatto la storia, insieme abbiamo fatto la storia"

Per l'Ecuador adesso si apre una nuova via, o meglio si continua, su quella che era già stata tracciata dal primo biennio Correa; la partitocrazia che ha dominato il paese negli ultimi venti anni è stata ridimensionata e relegata all'opposizione.
Uno dei prossimi obbiettivi per il futuro, forse il più arduo da raggiungere, della "Revolución Ciudadana" dovrà essere quello di consolidare le idee che Correa incarna cercando di far maturare il cambiamento sociale, solidale e culturale slegandoli dai singoli leader che in futuro si alterneranno facendo germogliare nelle coscienze di ogni singolo cittadino.

domenica 24 maggio 2009

Lo sviluppo sociale ed economico secondo l'Alba

La Banca dell’Alba finanzierà alcuni progetti negli stati membri (Nicaragua, Bolivia, Cuba, Venezuela, Honduras e Repubblica Dominicana) per un importo di circa 18 milioni di dollari.
Il progetto che interessa il settore sanitario, costerà circa 3,5 milioni di dollari, prevede la creazione di un centro per il controllo e la regolamentazione della qualità dei farmaci nei Paesi dell'Alba oltre alla distribuzione dei medicinali.
L'altro progetto energetico dal costo di 8 milioni di dollari, sarà incentrato sullo sviluppo ed il miglioramento delle tecniche di produzione dell'energia che può provenire dagli idrocarburi ma soprattutto dalle fonti di energia alternative e rinnovabili.
Il progetto incentrato sulla cultura (6,5 milioni di dollari) distribuirà borse di studio, bandirà concorsi in cui la cultura caraibica e latino americana sarà la protagonista, pubblicherà cataloghi di musei e mostre nei paesi dell'Alba e probabilmente darà alla luce anche una rivista.
Oltre a queste iniziative che vedono la luce nei paesi membri dell'Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America verranno finanziate altre fondamentali iniziative, tutte a fondo perduto, come un processo di alfabetizzazione ad Haiti dal costo di oltre 5 milioni di dollari. Verrà sovvenzionato con altri finanziamenti pari a 13,5 milioni di dollari lo sviluppo dell'agricoltura nei paesi caraibici come Honduras, Suriname, Guyana, Giamaica, Nicaragua e Belize.

giovedì 21 maggio 2009

Minacciata la presidentessa della ANAIRC

La presidentessa della ANAIRC (Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica), Carmen Ríos, il 9 di aprile del 2009 ha subito delle gravissime minacce di morte.
La minaccia è stata recapitata nell'abitazione a Chichigalpa di Carmen Ríos con un volantino colmo di offese, accuse e minacce (Morte a Carmen Ríos) oltre a infangare la memoria dei lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero dell'Ingenio San Antonio oramai morti.
Questo volantino è stato addirittura distribuito nel quartiere, La Candelaria, dove vivono la maggior parte dei lavoratori che hanno contratto l'insufficienza renale cronica.
Le minacce a Carmen Ríos non si sono esaurite con il volantino ma nei giorni successivi le sono state fatte telefonate minatorie in cui la voce anonima affermava: "Lo sai che ti veniamo dietro per ucciderti?".
Le minacce e le campagne diffamatorie che investono la ANAIRC sono molte e derivano dalle lotte, che da quando sono iniziate, hanno ottenuto più 5 mila pensioni per i malati di insufficienza renale cronica. Oltre a questo successo la loro lotta tocca molta gente "importante" e i loro enormi interessi.
Carmen Ríos in una intervista ha detto: "Non ho paura. Fin dall'inizio di questa lotta sapevo a cosa andavo incontro ed i pericoli che c'erano, ma non saranno le minacce a fermare la nostra lotta perché non abbiamo nulla da perdere e ho già una denuncia alla Polizia per queste minacce di morte".

Anche il web con facebook (http://www.facebook.com/group.php?gid=76399022845) si è mosso per sostenere la ANAIRC; un gruppo di nicaraguensi ha lanciato una campagna per boicottare il ron Flor de Caña, vero e proprio fiore all'occhiello della Nicaragua Sugar Estates Ltd e del Gruppo Pellas.

Le minacce che hanno avuto come bersaglio Carmen Ríos sono il sintomo di paura. L'associazione di cui è presidentessa sta svolgendo un lavoro molto importante che, speriamo, porti alla luce tutte le responsabilità del Gruppo Pellas.

sabato 16 maggio 2009

L'Alba ha la sua moneta: il Sucre

Nella riunione dell'Alba a Cumana (Venezuela) di metà aprile 2009 i Paesi membri hanno ratificato la nascita di una nuova moneta: il Sucre.
Il fondo per garantire la nascita ed i primi passi della nuova moneta è di circa 200.000 milioni di dollari.
Il Sucre verrà usata per gli scambi tra i paesi dell'ALBA e per il momento sarà solo un’unità di conto e valore come lo fu l'ECU per Unione Europea, cioè una moneta virtuale, e non avrà un organismo per l'emissione delle banconote.

Insieme alla moneta è stato istituito un Fondo monetario di stabilizzazione e riserva per proteggere i paesi dell'ALBA (Bolivia, Cuba, Repubblica Dominicana, Honduras, Nicaragua, Venezuela e Ecuador) dalle speculazioni e da tutti gli istituti finanziari (FMI in primis) globali e dal monopolio del dollaro.
Ricardo Cabrisas, vicepresidente del consiglio dei ministri cubano, ha indicato la centralità del dollaro nel sistema finanziario internazionale uno dei fattori principali per la crisi mondiale, quindi è doveroso sottrarre l'economia del sud America al fluttuazioni del dollaro e dal suo controllo.

Il nome della nuova moneta è l'acronimo di Sistema Unico di Compensazione Regionale ma è anche il nome del Grande Maresciallo Antonio José de Sucre (1795-1835) che insieme a Simón Bolívar e a José de San Martín furono gli artefici dell'indipendenza latinoamericana dal dominio spagnolo.

mercoledì 13 maggio 2009

Argentina e Brasile colpita dal Dengue

L'epidemia di dengue si sta diffondendo in Argentina ed in Brasile. Nel primo paese sono state infettate circa 6000 persone(dati del 16 aprile 2009) soprattutto nelle province che confinano con il Paraguay e la Bolivia (51.000 casi accertati) da cui è partita l'epidemia.
Le province del Chaco e della Salta, rispettivamente con 3.022 e 1.262 infetti, sono le aree più colpite dell'Argentina.

In Brasile i dati del Ministero della Salute affermano che ci sono stati 40 morti da gennaio mentre il numero delle persone contagiate sono circa 48.000. Sorprende il dato che il periodo per la diffusione del dengue è ormai terminato e che il suo tasso di mortalità sia notevolmente cresciuto, almeno in Brasile, dato che nel 2008 in ci furono 121.000 persone contagiate ed i morti furono 50.

Ancora oggi non esiste un vaccino e così l'unica via da percorrere è la prevenzione.
In molte zone è difficile prevenire il diffondersi della malattia perché le basilari norme igieniche non esistono, sfortunatamente esistono ancora quartieri o meglio baraccopoli dove ci sono cloache a cielo aperto ma anche dove migliaia di pozze d'acqua stagnate creano le condizioni migliori per il prolificare della Aedes aegypti.

sabato 9 maggio 2009

Il Gruppo Pellas ed i pesticidi

Il Gruppo Pellas detiene sia il controllo della Nicaragua Sugar Estates Ltd (che produce il ron Flor de Caña) che del Ingenio San Antonio (produttrice di pesticidi), che vengono usati scriteriatamente nelle coltivazioni della canna da zucchero.
L'uso massiccio e indiscriminato dei pesticidi nelle piantagioni ha portato ad un inquinamento inimmaginabile delle risorse idriche dell'area; oltre a questa catastrofe ambientale c'è anche il dramma di migliaia di lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero che si sono scoperti affetti dall'Insufficienza Renale Cronica (IRC) che hanno contratto lavorando giorno dopo giorno nelle province di León e Chinandega.

Il Gruppo Pellas è stata denunciata più volte per il massiccio uso di pesticidi della Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica (ANAIRC) che hanno sostenuto la propria tesi con dati inconfutabili; negli ultimi anni, dal marzo 2005 al marzo 2009, 3.209 persone sono morte ed altre 4.500 si sono ammalate di IRC.
Per questo motivo ANAIRC continua a battersi perché il Gruppo Pellas riconosca le proprie responsabilità ed indennizzi i malati e le famiglie degli scomparsi.
Nel comunicato dell ANAIRC si legge: "In base alla Legge No. 456 - Legge di Addizione di Rischi e Malattie Professionali alla Legge No. 185, Codice del Lavoro, la Irc è una malattia professionale. L'informazione sul numero di persone decedute ha come base i dati riportati sul Libro dei Decessi del comune di Chichigalpa e di altri comuni della zona. Questa situazione deve obbligare le autorità competenti del paese ad affrontare una vera e propria emergenza sanitaria, particolarmente nella zona dove si coltiva la canna di zucchero."

Le autorità locali cercano di occultare le responsabilità dell'azienda perché nel momento in cui il malato di IRC muore, il sistema sanitario emette il certificato di morte con la causa che per il 99% dei casi è l'infarto. Questo comportamento mira a nascondere l'incidenza della malattia professionale e quindi deresponsabilizza il Gruppo Pellas nel momento in cui dovrà rispondere dei danni alla salute di questi lavoratori.

Ci sono migliaia di storie come quella di María Danelia che grazie alla Anairc nel 2006 ottenne la pensione di invalidità (circa 200 dollari mensili) per il marito ex lavoratore del Gruppo Pellas e malato di IRC. Nel 2008 il marito morì e la Previdenza Sociale le garantì solo una piccola percentuale della pensione del marito (60 dollari mensili) che non permette di vivere dignitosamente. María continua dicendo che "quello che più mi preoccupa sono i miei figli, perché due di loro lavorano nell'Ingenio e sappiamo dell'inquinamento dell'acqua. Ma cosa possiamo fare se questo è l'unico lavoro che c'è? Sanno perfettamente che in qualunque momento si possono ammalare, ma la necessità è grande e devono garantire il cibo alle loro famiglie. Io e le altre vedove chiediamo all'Ingegno San Antonio ed al Gruppo Pellas di pagare un indennizzo per tutto questo dolore e sofferenza, perché fino ad oggi non si sono nemmeno fatti vedere per rendersi conto di come stiamo. Non dimostrano nessun interesse per le vedove e non ci prendono in considerazione. Ti dicono anche che i lavoratori hanno un'assicurazione sulla vita, ma è una bugia. Ho cercato di verificare questa cosa con l'impresa, ma mi hanno detto che non ne avevo diritto perché quando mio marito è morto non stava più lavorando per loro. Per noi vedove è importante far parte della Anairc, perché oltre all'aiuto pratico che ci offre per ottenere la pensione e per ottenere un indennizzo, ci dà l'opportunità di riunirci, di conversare su quello che stiamo vivendo, sulle difficoltà e di mantenere vivo il ricordo dei nostri mariti" .

Nell'ottobre del 2008 sono accaduti due fatti importanti: il Tribunale Permanente dei Popoli ha emesso una sentenza di condanna morale ed etica nei confronti del Gruppo Pellas per il caso delle migliaia di morti tra i suoi ex lavoratori. In direzione completamente e lungimirante opposta si è mosso il Governo italiano che per mano dell'ex ambasciatore a Managua, Alberto Boniver, ha conferito al presidente del gruppo Pellas, Carlos Pellas, l'onorificenza di Grande Ufficiale "Ordine della Stella della Solidarietà Italiana" e successivamente lo ha nominato Console onorario d'Italia nella città di Granada.

mercoledì 6 maggio 2009

La "socialista" Bachelet e gli Indio cileni

n Cile il governo della signora Bachelet sta portando avanti in Senato una modifica costituzionale che limita i diritti dei popoli nativi, negando così la validità della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni del Onu (Convegno 169 ).

La modifica costituzionale elimina il riconoscimento di ogni popolo indigeno come soggetto giuridico; questa modifica implica l'eliminazione dei diritti che ogni comunità ha sulle acque che scorrono sui loro territori ancestrali e la relativa eliminazione del diritto indio che il Convegno 169 la Costituzione cilena riconoscono.
Il nuovo articolo della Costituzione sancirebbe che la nazione cilena è "una, indivisibile e multiculturale [...] Lo Stato riconosce l'esistenza dei popoli indigeni che abitano il loro territorio e il diritto delle sue comunità, organizzazioni, membri..." quindi solo gli individui avrebbero dei diritti riconosciuti dalla Costituzione mentre i popoli non avrebbero nessun diritto.
Alle comunità native verrebbe riconosciuto il il diritto a "conservare, rafforzare e sviluppare la propria identità, cultura, lingua, istituzioni e tradizione e a partecipare nella vita economica, sociale, politica e culturale del paese nella forma che stabilisce l'ordinamento nazionale".
La riforma costituzionale eliminerebbe il diritto dei popoli a vigilare sulle proprie terre secondo le loro leggi ancestrali ("I popoli indigeni potranno organizzare la loro vita in accordo ai loro costumi, sempre che questi non contravvengano la Constitución e le leggi dello Stato").

La modifica è stata approvata rapidamente dalla Comisión de Constitución, Legislación y Justicia y Reglamento del Senato con un'inusuale dibattito a porte chiuse oltre a non aver rispettato alcuni principi fondamentali, sottoscritti dal Cile nel 2008 durante il Convegno 169, come quello di "consultare i popoli interessati mediante procedimenti adeguati e attraverso le loro istituzioni rappresentative".
La rapidità della procedura è da spiegarsi anche dal fatto che i Mapuche e altri popoli indigeni dell'area andina hanno denunciato con vigore, e giustamente, agli organi per la difesa dei diritti umani, alla Oit, all'Onu e alla comunità internazionale quello che sta accadendo nel loro paese.
Grazie a queste denunce il il Commissario Onu presto dovrebbe recarsi in Cile per avere dei colloqui con l'esecutivo che ha già invitato a sospendere la riforma fino al termine degli incontri ma il ministro Viera Gallo ha ribadito più volte che l'iter della riforma deve essere velocizzato.
Con tutte queste premesse risulta chiaro che il Governo della presidentessa Bachelet desidera incontrare il Commissario dell'ONU solo dopo l'approvazione della Riforma costituzionale oltre a voler eliminare ogni diritto alle popolazioni indio.

domenica 3 maggio 2009

Alberto Fujimori condannato a 25 anni

Il processo che ha visto protagonista l'ex presidente peruviano Alberto Fujimori (dal 1990 al 2000) è arrivato al suo epilogo il 7 marzo 2009 con la condanna dell'imputato a 25 anni per i capi di imputazione di omicidio e di sequestro aggravato.

Alberto Fujimori detto El Chino, per le suo origini giapponesi, ha guidato il Perù per dieci anni; appena eletto riformò profondamente il paese con un programma economico neo-liberale che vide triplicare il prezzo dei prodotti di prima necessità dalla sera alla mattina; molte società entrarono in crisi ed iniziarono a licenziare i dipendenti ed il governo per "snellire" la pubblica amministrazione licenziò circa 2/3 dei dipendenti pubblici. Le riforme del governo Fujimori furono ribattezzate Fujichock.
Grazie alla sconsiderata politica di Fujimori il Perù conobbe la fame ed iniziò ad una forte emigrazione all'estero delle classi più povere.
Trascorsi due anni dalla sua elezione, il suo esecutivo attraversava un periodo di forte crisi, dettato anche dal conflitto interno con il gruppo maoista di Sendero Luminoso, a cui pose fine con un golpe del 1992, frutto dell'alleanza con lo stato maggiore formato da militari corrotti e reazionari.
Alberto Fujimori continuò a governare grazie alla repressione militare, all'assistenzialismo populista ed alla propaganda dei media, ma nel 2000 fu travolto da numerosi scandali per corruzione (esaustivamente filmata e comprovata) ma anche per la violazione dei diritti umani.
Fujimori fuggì dal paese a causa dei numerosi mandati di cattura emessi a suo carico e si rifugiò in Giappone (suo paese di origine) ma nel 2006 decise di ritornare in Perù per presentarsi ancora una volta alle elezioni presidenziali ma nel suo viaggio che lo riportava a Lima fu arrestato in Cile, che concesse l`estradizione in Perù nel settembre 2007.

I crimini che lo hanno fatto condannare a 25 anni risalgono agli inizi degli anni '90 quando il gruppo paramilitare Colina guidato da un su fido collaboratore (Montesinos) massacrò quindici persone a Barrios Altos e dieci persone all’Università La Cantuta. Sempre i paramilitari di Colina sequestrarono, torturarono e assassinarono l’imprenditore Samuel Dyer e il giornalista Gustavo Gorritti durante il golpe del 5 aprile 1992.
La pubblica accusa ha portato avanti la tesi, oltre che confutarla con migliaia di prove, che Fujimori è "l'autore intellettuale dei due massacri avvenuti nel novembre 1991 e nel luglio del 1992 dove persero la vita 25 persone. I massacri furono opera di un gruppi di militari guidati da un fidatissimo e potentissimo collaboratore di Fujimori, Vladimiro Montesinos che attualmente si trova in prigione". L'accusa ha affermato e provato che Fujimori coordinava qualsiasi operazione anti-sovversiva e di conseguenza conosceva ed era implicato in ogni violazione dei diritti umani commessa da militari e paramilitari. Alla fine la richiesta dell'accusa è stata di 35 anni di carcere.
El Chino ha sempre sostenuto la sua innocenza fino a dichiarare in tribunale che "contro di me non ci sono prove. Sono alla sbarra per aver ridato la pace al Perù e questo verrà riconosciuto dalla storia. La strategia che ho portato avanti per pacificare il Paese è stata giusta non mi pento di nulla".
La sentenza della Corte Suprema peruviana dichiara Fujimori colpevole di tutti i reati contestatigli: omicidio per le stragi di Barrios Altos e La Cantuta e sequestro di Gustavo Gorriti e Samuel Dyer. Il processo ha appurato, e nella sentenze si può leggere, che l'ex presidente conosceva e approvava una "politica anti-sovversiva parallela e illegale [...] che era attiva una catena di comando che, partendo appunto da Fujimori, passava per Monetesinos e arrivava al gruppo paramilitare Colina che compiva direttamente i delitti". Fujimori al tempo dei delitti per cui è stato riconosciuto colpevole era capo supremo delle forze armate e della polizia e non poteva non sapere cosa accadeva; per questo motivo i giudici lo hanno riconosciuto colpevole anche di aver portato avanti "guerra sucia" durante il conflitto civile con Sendero Luminoso.

Questo è il link al testo completo della sentenza

venerdì 1 maggio 2009

Ecuador e Cuba produrranno farmaci generici

Il presidente ecuadoriano Rafael Correa nel suo viaggio a Cuba del gennaio 2009 ha sottoscritto un accordo con Raul Castro per la cooperazione e lo sviluppo dell'ambito delle biotecnologie e della farmaceutica.
A distanza di alcuni mesi questo accordo produce il primo frutto; i primi giorni di maggio è stata costituita una società che distribuirà in Ecuador, a partire da fine estate, i medicinali generici prodotti a Cuba.
Questa società al 50% ecuadoriana ed al 50% cubana dovrà soddisfare circa il 40% della popolazione del paese andino che ancora non ha un semplice accesso alle cure mediche a causa delle aree difficili da raggiungere, ma soprattutto per il costo elevato di tutti i medicinali prodotti dalle multinazionali.

La seconda tappa dell'accordo prevede la costruzione di uno stabilimento in Ecuador in cui si potrà produrre i farmaci necessari alla popolazione locale grazie anche al supporto tecnologico e scientifico che metterà a disposizione Cuba.
Il Ministero della Salute cubano ha prodotto un elenco di 866 medicinali che vengono utilizzati sull'isola della Rivoluzione e di cui 537 sono prodotti a Cuba per merito delle ricerche degli scienziati e ricercatori locali.
I dati del Ministero cubano che ha monitorato la produzione di farmaci a Cuba, dati comprovati dal OMS, ha visto aumentare la produzione nel 2007 del 25% e soprattutto ha introdotto 25 nuovi farmaci che sono andati a soppiantare quelli prodotti dalle multinazionali.