venerdì 2 gennaio 2009

La politica del Governo Lula per l'Amazzonia

Il ministro dell'Ambiente Carlos Minc in una conferenza stampa avvenuta all'inizio di dicembre del 2008, ha affermato che entro il 2015 il disboscamento della foresta Amazzonica sarà bloccato grazie ad un programma di interventi che sta per essere varato.

Il piano mira a eliminare gli sprechi, migliorando l'efficienza energetica, riducendo il taglio delle foreste e ripiantando le specie originarie o da coltivazione; ma questo nuovo progetto ne affianca uno già esistente che mira localizzare le popolazioni indigene, che vivono nel polmone verde del mondo, per capire e valutare per valutare le difficoltà che ogni giorno devono affrontare. Per poter scovare nella fitta vegetazione i villaggi Indios verranno utilizzati apparecchiature dell'esercito come aeri da ricognizione, satelliti e foto/video camere a raggi infrarossi.
Questo censimento è utile per capire se le popolazioni Indios sono in pericolo o meno, se ci sono grosse coltivazioni vicino a loro o se vivono nei pressi di una miniera. La rilevazione dei villaggi partirà dal nord Ovest del Mato Grosso, un'area dove le tribù locali sono state messe in pericolo dal disboscamento selvaggio per avere nuovi spazi per le coltivazioni e dalla violenza delle compagnie illegali che commerciano in legname. Lo scopo di questa ricerca è quello di individuare i villaggi Indios, senza però voler entrare in contatto, perché come è accaduto in passato, il tentativo di integrazione ha portato solo alcolismo e nuove malattie fra gli indigeni.

Sidney Possuelo, esploratore che in passato ha rintracciato moltissime nuove tribù di Indios, ha commentato il progetto del Governo così: "La filosofia dovrebbe essere proprio quella di non avere alcun contatto con loro perché più si entra nella foresta e più si creano problemi agli indigeni. Abbiamo bisogno di localizzarli e di aiutarli, e farlo senza bisogno di andare sul luogo sarebbe fantastico".
Possuelo conclude che “Quando abbiamo incominciato ad andare nella foresta avevamo uno zaino sulle spalle, una mappa del luogo se esisteva, e delle guide per aiutarci a censire le piante. Oggi, con il passare del tempo, abbiamo mappe molto più dettagliate, immagini satellitari e Gps. Ora possiamo andare nella foresta con i computer e comunicare con il resto del mondo. Se non usiamo questa tecnologia per proteggere gli Indios, le grandi compagnie le useranno per andare e impiantare campi di soya. Come già stanno facendo. In questo siamo in ritardo".

Sicuramente i progetti che il Governo brasiliano ha dato alla luce sono utili e servono a bloccare la distruzione della foresta Amazzonica ma rimane un interrogativo: sarebbe stato altrettanto importante oltre a sapere dove e come vivono gli Indios anche individuare le aree dove le multinazionali e le imprese brasiliane depredano e distruggono l'Amazzonia.

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