giovedì 6 novembre 2008

Guerra tra Narcos e Stato in Messico

In Messico si è scatenata una feroce guerra tra vari gruppi di narcos e la polizia dall'inizio di settembre. Questa guerra è scoppiata, almeno così si pensa, per il controllo di una vasta zona che parte a sud da Tijuana finisce oltre il confine degli USA; chi riesce a dettare legge in questa area poi riesce a controllare l'ingresso delle sostanze stupefacenti in gran parte del mercato statunitense.
Quasi tutti i giorni a Tijuana e provincia si ritrovano cadaveri che hanno subito violenze come le mani e piedi legati dietro la schiena, un colpo di pistola alla nuca e mutilazioni come il ritrovamento delle lingue dei morti dentro un normale sacchetto di plastica. Oltre a tutto questo in alcuni casi è stato fatto ritrovare anche un biglietto su cui era scritto "Questo è ciò che succede a che fa la spia a El Ingeniero" (soprannome di Fernando Arellano Felix uno dei capi più spietati del narcotraffico messicano).
Questo modus operandi ha come unico scopo quello di dimostrare la forza e la netta contrapposizione verso il nemico che è sono le fazioni di narcos nemiche ma anche il governo messicano.
Il governo messicano ha deciso di inviare circa 35 mila agenti di polizia per cercare di riportare la calma e per aiutare le forze di polizia già presenti nelle indagini ma nei primi giorni di ottobre sono stati rinvenuti altri settanta morti. Tutti i cadaveri scoperti avevano i segni delle violenze che lasciano solo i gruppi di narcos.
Il massiccio invio di forze dell'ordine sembra non dare gli effetti sperati dato che gli omicidi non si sono fermati; altro dato preoccupante è quello che indica che la stragrande maggioranza dei reati non viene punita mentre la paura dei messicani della zona aumenta e con la loro paura aumenta anche la forza dei narcos che per adesso continuano a dettare la loro legge.

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