giovedì 27 novembre 2008

I fondi pensioni in Argentina

Il governo argentino continua nella sua politica di protezione sociale nazionalizzando i fondi pensionistici privati.
La decisione presa dalla presidentessa Cristina Kirchner è stata dettata anche dal momento negativo della finanza mondiale e soprattutto del comparto bancario che gestisce i fondi pensione più importanti.
La privatizzazione della previdenza sociale venne concepita ed attuata dal presidente Ménem nel 1994 in un periodo in cui l'Argentina sottostava ai preziosi suggerimenti del FMI e della Banca Mondiale che, come tutti sanno, l'hanno portata alla bancarotta nel 2001.

I fondi pensionistici privati interessavano circa 10 milioni di lavoratori che davano vita ad un giro di affari di circa 25 miliardi di euro; con questa riforma i fondi privati confluiranno nel fondo pubblico, già scelto da circa 6 milioni di lavoratori, che uniformerà le procedure per le liquidazioni ed il pagamento delle pensioni.
Nel corso del 2008 i fondi pensioni privati hanno perso circa il 23% del loro valore e l'aggravarsi della crisi finanziaria continua ad aumentare le perdite.
La presidentessa ha affermato che la riforma "era necessaria per contrastare l'impatto negativo che la crisi finanziaria mondiale ha avuto sulle pensioni" e per far sì che "l'epoca politica del saccheggio degli anni '90" si concluda definitivamente.

lunedì 24 novembre 2008

La Minga de los pueblos in Colombia

Il 12 ottobre è stato festeggiato l'anniversario della scoperta del nuovo continente che in Colombia viene chiamato El día de la raza. Questa ricorrenza ha dato il via alla protesta delle popolazioni indigene colombiane che vanno ad ingrossare le fila dei contestatori del governo Uribe, come i giudici che hanno sospeso il loro sciopero dopo 43 giorni in attesa di veder mantenuti gli accordi con il governo, i tagliatori di canna da zucchero che scioperano da oltre 40 giorni che chiedendo salari equi, pensioni e sanità.
Per le popolazioni indigene il 12 ottobre del 1492 simboleggia l'inizio della loro resistenza al mondo occidentale che li ha privati dei loro diritti. "La Minga de los pueblos" commemora l'inizio della loro resistenza, quest'anno hanno aderito il sindacato dei lavoratori (Cut), il sindacato dei magistrati (Asonal Judicial), i movimenti di contadini e studenteschi.
La "strana" convergenza dei vari movimenti sindacali e studenteschi che hanno manifestato insieme alle popolazioni indigene è da spiegarsi con l'impegno che il popolo Nasa ha profuso per far incontrare realtà molto differenti tra loro ma che condividono punti fondamentali come i diritti sociali e la giustizia.

I diritti delle popolazioni indigene sono da sempre calpestati ed ignorati, basta leggere i dati che ha diffuso l'Organizzazione nazionale indigena colombiana (Onic) che contano, solo nel 2008, 1253 omicidi e 54.000 espropri di terre appartenute da sempre agli indigeni. Il rapporto continua con un dato ancora più agghiacciante in cui viene calcolato che su 102 popolazioni indigene con meno di 200 persone, 18 rischiano la scomparsa.
L'Onic continua ad esigere l'abolizione di alcune recenti norme che scavalcano la Costituzione colombiana del 1991 e permettono di esplorare ed estrarre i minerali che si trovano nei loro territori ancestrali senza che le popolazioni locali abbiano autorizzato le operazioni.
I diritti basilari che l'Onic reclama si trovano tutti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni che fu approvata da tutti i paesi latinoamericani, tranne la Colombia, nel settembre del 2007.

"La Minga de los pueblos" dei Nasa è riuscita a portare a María-Piendamó, nella regione del Cauca, 20.000 indigeni che hanno manifestato occupando la Carretera Panamericana che unisce la Colombia con l’Ecuador.
Poco dopo l'occupazione della Carretera Panamericana sono arrivati gli squadre antisommossa della polizia che immediatamente ha usato gas e manganelli contro i manifestanti, in cui si trovavano numerose donne con bambini e anziani, per poi passare ai fucili ed alle granate fatte da polvere da sparo, chiodi e pezzi di vetro.

Il popolo Nasa non usa mai armi e le sue forme di protesta sono sempre pacifiche, ma al contrario le squadre antisommossa della polizia le hanno usate ed hanno anche lasciato sulla strada due morti (Ramos Valencia ha avuto il cranio trapassato da parte a parte da un proiettile) e settanta feriti.
Dopo gli scontri cercati e voluti dalla polizia, il governatore del Cauca Guillermo González Mosquera (legato ai paramilitari, tanto che alcune intercettazioni telefoniche rese pubbliche lo hanno costretto alle dimissioni) e il capo della polizia Oscar Naranjo Trujillo (ex capo del dipartimento antidroga, ma che fu costretto a dare le dimissioni a causa dell'arresto e della condanna in Germania di suo fratello per narcotraffico internazionale) hanno affermato che i manifestanti Nasa erano armati ed hanno attaccato le forze di polizia.
Queste false affermazioni sono state amplificate dai "liberi" media colombiani che non hanno provato neanche a controllare ciò che realmente era accaduto; perché se lo avessero fatto si sarebbero accorti che i manifestanti non avevano armi mentre la polizia le aveva e le ha usate contro di loro, altrimenti non si spiegherebbero i due morti ed i settanta feriti.

Giustizia, diritti sociali, salari equi, pensioni e sanità sono gli obbiettivi delle manifestazioni e dei numerosi scioperi; contemporaneamente, le proteste pongono il Governo in grave difficoltà. Così criminalizzare "La Minga de los pueblos", gli studenti, i tagliatori di canna da zucchero, i giudici, i campesinos è utile per mascherare, agli occhi dell'opinione pubblica, il difficile momento del governo Uribe che, oltre alle numerose proteste che fioriscono in tutto il paese, è alle prese con le inchieste giudiziarie che hanno portato alla luce i legami tra politica e paramilitari.
(La corte penale internazionale in Colombia, Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari, Paramilitari nella politica Colombiana).



giovedì 20 novembre 2008

Condannato il capo della "Caravana de la Muerte"

Il generale ottantottenne in congedo, Sergio Arellano Stark, è stato condannato, a metà ottobre 2008, a sei anni dalla Corte Suprema del Cile insieme a quattro suoi ufficiali per alcuni delitti commessi dalla "Caravana de la Muerte" di cui facevano parte.
La condanna è stata inflitta per l'arresto, la tortura e infine l'uccisione di quattro giovani aderenti al Partito Socialisti.

La Caravana de la Muerte fu il nome di un gruppo dell'esercito cileno che percorse il paese in lungo ed in largo nell'ottobre del 1973, dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet, arrestando, torturando ed assassinando più di 130 oppositori politici del regime (membri del Partido Socialista de Chile, del Partido Comunista de Chile e cittadini senza connotazione politica).
I militari si spostavano di prigione in prigione torturando i fermati, uccidendoli e poi occultando i loro cadaveri nel deserto o in aree non facilmente raggiungibili.
La Caravana de la Muerte era composta da soldati di fanteria e alcuni ufficiali dell'esercito tra cui il generale Sergio Arellano Stark, il tenente colonnello Sergio Arredondo González, il maggiore Pedro Espinoza Bravo, il capitano Marcelo Moren Brito (il futuro comandante di Villa Grimaldi, il famoso centro di torture) ed il tenente Armando Fernandez Larios (futuro agente della DINA ed implicato nell'omicidio di Orlando Letelier).

Stark ha commentato la sentenza come "estremamente ingiusta perché non si basa su prove reali" mentre l'avvocato delle vittime Hugo Gutierrez ha affermato che "Qualsiasi condanna contro Arellano Stark e i suoi uomini per i crimini commessi è sempre troppo bassa. Pero è un principio di giustizia".

domenica 16 novembre 2008

La strana offensiva di Sendero Luminoso

Proprio nei giorni in cui tutto il Perù seguiva con interesse le vicende dello scandalo delle tangenti del governo dimissionario i guerriglieri di Sendero Luminoso hanno sferrato una nuova offensiva la notte del 9 ottobre.
Il loro attacco ad una carovana di cinque convogli militari nella valle dei fiumi Apurímac ed Ene ha ucciso dodici soldati e sette civili secondo le dichiarazioni del ministro della difesa Antero Flores Araoz alla stampa che ha continuato definendolo "il più duro attacco degli ultimi dieci anni".
Sendero Luminoso è stato smantellato quasi completamente nel 1992 quando fu catturato il suo capo Abimael Guzman, che poi condannato nel 2006 all'ergastolo. Così da allora resistono solo piccoli gruppi di guerriglieri in alcune aree del paese.

Il governo peruviano considera questo attacco di Sendero Luminoso come la risposta all'operazione militare chiamata "Excelencia", nata per catturare i rivoluzionari ancora presenti nel territorio di Valle del Apurimac y Ene.
Il vice presidente, Luis Giampietri, ha fatto dichiarato che i "senderisti si sono riorganizzati e sono attivi nella zona dove avvengono gli scontri. Le morti sono il prezzo che dobbiamo pagare per sconfiggere definitivamente le rimanenze di terroristi che operano nell'area".
L'operazione non ha portato i risultati sperati ma solo molte sparizioni denunciate degli abitanti del luogo, oltre a racconti di bombardamenti aerei nell'area delle operazioni militari che hanno causato la morte di decine di civili. A dare sostegno alle denunce degli abitanti di Valle del Apurimac y Ene sui desaparecidos è stato il ritrovamento di una fossa comune in cui sono stati rinvenuti quattro cadaveri, tra cui una donna al quinto mese di gravidanza, di contadini uccisi con un colpo di pistola.

Ci sono alcuni aspetti strani di questa controffensiva: perché Sendero Luminoso ha atteso più di un mese per contrattaccare i militari impegnati nell'operazione "Excelencia" dato che questa operazione non ha intaccato l'organizzazione guerrigliera ma ha portato alla morte ed alla sparizione di alcuni contadini di Valle del Apurimac y Ene?
Perché il ministro della difesa Antero Flores Araoz ha impiegato quasi un intero giorno per dare notizia, per ora immagini video o fotografiche non sono state diffuse, dell'attacco alla colonna di militari e per attribuirlo al vecchio nemico?
La risposta, sicuramente maliziosa, può essere che il Presidente Alan García ed il suo entourage si trova in grave difficoltà a causa dello scandalo sulle tangenti che vede implicato tutto l'ex-gabinetto di governo, compreso il primo ministro Jorge Del Castillo, suo braccio destro; a questo si deve sommare la ormai scarsa popolarità nei sondaggi data al 20% circa, le proteste della popolazione contro le privatizzazioni indiscriminate che impoveriscono lo stato e l'aumento costante di persone che vivono sotto la soglia di povertà che già oggi ha superato la metà dei 28 milioni di peruviani.

lunedì 10 novembre 2008

Tangenti nel governo di Jorge Del Castillo


Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre 2008 in Perù sono state diffuse le intercettazioni, audio e video, dove l'intero governo, compreso il primo ministro Jorge Del Castillo, insieme ai dirigenti della compagnia statale Perù Petro contrattavano con la compagnia petrolifera norvegese Discover Petroleum i diritti di esplorazione e estrazione del greggio in cambio di laute tangenti .
La vicenda è venuta alla ribalta grazie all'ex ministro degli interni Fernando Rospigliosi ed ha costretto il presidente Alan García ad effettuare qualche epurazione, che si è rivelata insufficiente e così l'unica soluzione è stata quella delle dimissioni in blocco del governo Del Castillo.

L'ex primo ministro Del Castillo è il braccio destro del presidente García, e da sempre entrambi seguono la linea iperliberista e delle privatizzazioni. I loro governi e/o legislature sono sempre state caratterizzate da nomine di ministri vicini o addirittura collaboratori del Fondo Monetario Internazionale o della Banca Mondiale.
Le ombre dello scandalo aleggiano anche sul Presidente, oltre che per lo stretto legame con il premier implicato direttamente dalle intercettazioni, anche per il proprio passato che lo ha visto costretto alla fuga dal Perù nel 1990 per non essere incarcerato e processato per corruzione e poi rientrato in Perù dopo undici anni di esilio grazie ad una legge del Parlamento che ha invalidato i processi pendenti per gli ex-presidenti.

Il 12 ottobre Alan García ha nominato Yehude Simon nuovo primo ministro; Simon fu eletto parlamentare negli anni Ottanta per il partito Izquierda Unida, con Fujimori a capo del paese fu condannato a otto anni di carcere per essere sospetto terrorista oltre che sospettato di appartenere al Movimiento Revolucionario Túpac Amaru. La sua nomina a primo ministro è ancora tutta da decifrare, non si capisce se è una manovra del presidente García per far sopire lo scandalo delle tangenti o se rappresenta un cambio deciso nella politica peruviana.

giovedì 6 novembre 2008

Guerra tra Narcos e Stato in Messico

In Messico si è scatenata una feroce guerra tra vari gruppi di narcos e la polizia dall'inizio di settembre. Questa guerra è scoppiata, almeno così si pensa, per il controllo di una vasta zona che parte a sud da Tijuana finisce oltre il confine degli USA; chi riesce a dettare legge in questa area poi riesce a controllare l'ingresso delle sostanze stupefacenti in gran parte del mercato statunitense.
Quasi tutti i giorni a Tijuana e provincia si ritrovano cadaveri che hanno subito violenze come le mani e piedi legati dietro la schiena, un colpo di pistola alla nuca e mutilazioni come il ritrovamento delle lingue dei morti dentro un normale sacchetto di plastica. Oltre a tutto questo in alcuni casi è stato fatto ritrovare anche un biglietto su cui era scritto "Questo è ciò che succede a che fa la spia a El Ingeniero" (soprannome di Fernando Arellano Felix uno dei capi più spietati del narcotraffico messicano).
Questo modus operandi ha come unico scopo quello di dimostrare la forza e la netta contrapposizione verso il nemico che è sono le fazioni di narcos nemiche ma anche il governo messicano.
Il governo messicano ha deciso di inviare circa 35 mila agenti di polizia per cercare di riportare la calma e per aiutare le forze di polizia già presenti nelle indagini ma nei primi giorni di ottobre sono stati rinvenuti altri settanta morti. Tutti i cadaveri scoperti avevano i segni delle violenze che lasciano solo i gruppi di narcos.
Il massiccio invio di forze dell'ordine sembra non dare gli effetti sperati dato che gli omicidi non si sono fermati; altro dato preoccupante è quello che indica che la stragrande maggioranza dei reati non viene punita mentre la paura dei messicani della zona aumenta e con la loro paura aumenta anche la forza dei narcos che per adesso continuano a dettare la loro legge.

sabato 1 novembre 2008

Le alleanze commerciali del Venezuela con Cina e Russia

Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha intrapreso un viaggio in Cina e Russia alla fine di settembre 2008 per stringere nuovi accordi commerciali.
In Cina Chávez ha acquistato alcuni aerei da guerra (aircraft K-8) per la propria aeronautica militare ed ha ampliato gli accordi commerciali che avevano già stipulato in cambio di un aumento del numero di barili di petrolio dai 150.000 di oggi ai 300.000 di fine anno. Per la fine del 2009 l'accordo commerciale dovrebbe portare a 500.000 barili ed aumentare ogni anno fino al 2012, quando la Cina importerà circa un milione di barili dal Venezuela.
Con questo accordo Chávez ha completato la diversificazione delle esportazioni di greggio che ora oltre al mercato nord e sud americano può annoverare anche quello cinese.
L'incontro di Mosca tra il primo ministro russo Vladimir Putin ed Hugo Chávez ha portato all'acquisto da parte di quest'ultimo con 100mila fucili kalashnikov, 24 caccia bombardieri Sukhoi-30, 50 elicotteri ed alcuni sommergibili oltre al proseguo e rafforzamento delle manovre militari congiunte che si sono già tenute nell'estate 2008.

Chávez è riuscito, anche, ad incassare la disponibilità della Russia per gli aiuti nel programma per la ricerca e lo sviluppo del nucleare civile che dovrebbe partire nel 2009.
Con questi presupposti, oggi, il Venezuela ha dato vita ad accordi commerciali e militari di ampio raggio che gli permettono di rompere la storica dipendenza verso gli USA che sono stati storicamente partner privilegiati dei paesi sud americani.