mercoledì 29 ottobre 2008

Nuovo sciopero Agropecuario in Argentina

In Argentina si è tenuto da venerdì 3 ottobre, per sei giorni, il quinto sciopero del settore agropecuario dall'inizio della anno.
Le ragioni dello sciopero sono le solite che li hanno portati in piazza le quattro volte precedenti (In Argentina dopo cento giorni, Sciopero agropecuario in Argentina) e cioè le limitazioni nelle esportazioni, lo stretto controllo sull'andamento dei prezzi (per evitare speculazioni), la crisi del settore causata dalla crisi finanziaria mondiale e le risposte, inadeguate secondo loro, del governo di Christina Fernandez de Kirchner.
Alberto Garetto presidente della Coninagro (Confederacion Intercoperativa Agropecuario) ha espressamente richiesto ai manifestanti di chiudere le proprie saracinesche senza effettuare i blocchi stradali che nei mesi scorsi hanno paralizzato il paese ma che contemporaneamente hanno fatto scendere in piazza gli Argentini per manifestare a favore della politica del governo.

Il governo argentino ha dichiarato, una volta appreso dello sciopero, che "in un momento in cui nessuno sa quando potrà terminare la crisi finanziaria, la protesta inscenata dalle associazioni degli agricoltori sembra essere fuori luogo e non aiuta il Paese".
La Coninagro non è solo una parte dell'economia argentina ma anche l'espressione politica della vecchia oligarchia che si sta riorganizzando e contrastando la presidentessa Christina Fernandez a causa della sua linea politica che continua la strada intrapresa dal suo predecessore, Kirchner, in fatto di efficienza economica e di redistribuzione del reddito.

domenica 26 ottobre 2008

L'Ecuador approva la nuova Costituzione

Domenica 28 settembre 2008 in Ecuador si è svolto il referendum per la ratifica della nuova Costituzione, approvata con circa il 67% di voti favorevoli, che sostituisce quella creata nel 1998 dai militari.
La nuova costituzione scritta dall'Assembra Costituente tra il dicembre 2007 ed il luglio 2008 è composta da 444 articoli che pongono come basi fondamentali l'uguaglianza degli individui, il riconoscimento di uno Stato basato e formato da numerosi popolazioni (ancestrali, meticci, bianchi e mulatti), la sovranità nazionale (economica, alimentare e militare), l’uguaglianza sociale, il suffragio universale, l'assistenza sanitaria gratuita per tutti gli anziani, le unioni civile dei gay, la legalizzazione dell'aborto, la sostenibilità dell'economia, la riforma agraria, la difesa dell'ambiente, il rafforzamento della partecipazione popolare alla vita politica ed il potere militare subordinato a quello civile.
Alla nuova Costituzione si è opposta la destra oligarca ed ultraconservatrice che insieme all'Opus Dei, l'espressione più oscurantista della Chiesa Cattolica, sentono minacciati i propri privilegi dalle profonde riforme della nuova Carta.
La nuova Carta è un'enorme passo avanti per i diritti civili del popolo ecuadoregno, ma rimane migliorabile la parte che si occupa della storica esclusione dei popoli indigeni che, pur avendo appoggiato il fronte del "Si" al referendum costituzionale, continuano a proporre norme che integrino la Costituzione, per regolamentare più rigidamente le nuove esplorazioni ed estrazioni dal sottosuolo dell'industria mineraria e petrolifera, che ancora oggi danneggiano le popolazioni ancestrali.
Il presidente Rafael Correa, dopo aver appreso della vittoria del "Sì", ha dichiarato: "l'Ecuador ha deciso di essere un nuovo Paese. E' un momento storico e fondamentale per tutti gli ecuadoregni, perché è un processo voluto e sostenuto dal popolo".

mercoledì 22 ottobre 2008

Le difficoltà di Cuba dopo Ike

Ike ha letteralmente attraversato quasi tutta l'isola di Cuba ed ha portato oltre ad enormi danni alle infrastrutture ed alle colture anche la morte per sette cubani che non hanno osservato scrupolosamente le misure prese dalla Protezione Civile.
Le province più colpite da questo secondo uragano sono Pinar del Rio, Holguin, Las Tunas, Camaguey e l’Isola della Gioventù.
Prima del passaggio di Ike su Cuba la Protezione Civile ha protetto circa 2 milioni ed ottocentomila persone tra cui circa 3mila turisti.
Il lavoro delle autorità cubane ha potuto limitare le perdite di vite ma non è riuscita a fermare la potenza del secondo uragano che ha portato a circa 450mila il numero di abitazioni danneggiate o distrutte dopo il passaggio di Gustav; la forza dei due uragani ha danneggiato anche moltissime cisterne di acqua potabile oltre al danneggiamento delle reti dell'alta tensione; per esempio nell'Isola della Gioventù la rete elettrica è stata danneggiata in ogni sua parte.
Le colture di ortaggi, tabacco e canna da zucchero hanno subito gravi danni ed anche i relativi depositi sono stati danneggiati o addirittura distrutti.

Oggi Cuba è in difficoltà per reperire l'enorme quantità materiale per ricostruire ciò che gli elementi hanno distrutto ma l'embargo sconsiderato imposto dagli USA blocca quasi tutte le iniziative per la ricostruzione che il Governo cubano vorrebbe attuare.
Proprio in questo periodo Ignacio Ramonet ha sottoscritto l’appello degli intellettuali cubani nel quale chiedono la fine del Bloqueo; in tutto il mondo sono fioccate le adesione di studiosi ed intellettuali ed i firmatari adesso sono circa 5mila.
La speranza è che questa iniziativa possa almeno sospendere temporaneamente il Bloqueo, per far acquistare i materiali per le riparazioni ma anche gli alimenti che sono andati persi, e far aumentare i ridicoli aiuti offerti dal governo di G. W. Bush.
Il Bloqueo è da sempre immorale ma adesso che il paese è stato colpito in una settimana da due violentissimi uragani (Gustav ed Ike) diventa ancora di più immorale e crudele per le enormi limitazioni nel commercio cubano

domenica 19 ottobre 2008

Nuova condanna per Contreras

Manuel Contreras (Ergastolo al capo della DINA), ex capo della polizia politica di Pinochet, la Dina, è stato condannato a sette anni di reclusione insieme a tre suoi collaboratori, per il rapimento ed uccisione del sacerdote spagnolo Antonio Llidó Mengual avvenuto nell'ottobre del 1973.
Il Sacerdote fu sequestrato perché contrario alla dittatura di Pinochet e fu sottoposta ad ignobili torture come piccoli ed innumerevoli tagli sul corpo, l'applicazione di elettrodi in bocca ed infine l'estrazione dei denti.
Il giudice cileno, Jorge Zepeda, ha potuto ricostruire la vicenda di Llidó Mengual partendo dalle parole che Pinochet aveva usato con alcuni vescovi, che chiedevano notizie sul sacerdote, il quale affermava che "non era un prete, era un marxista".

martedì 14 ottobre 2008

UNASUR appoggia con forza Morales

L’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) riunito il 15 settembre 2008 a Santiago del Cile in seduta straordinaria per analizzare la grave crisi interna boliviana, ha portato i presidenti Latino Americani a chiedere unanimemente l'opposizione del Governo Morales ad abbandonare ogni tipo di lotta violenta per le proprie rivendicazioni.
La dichiarazione finale della seduta esprime "il più pieno e deciso appoggio al governo costituzionale del Presidente Evo Morales" ed hanno "condannato la violenza dei gruppi che vogliono destabilizzare il paese"; infine i governi Sud Americani "rifiutano energicamente qualunque situazione che tenti un colpo di stato, la rottura dell’ordine istituzionale e che compromettano l’unità territoriale della Repubblica di Bolivia".

Nei giorni precedenti alla riunione dell'UNASUR, in Bolivia erano iniziati i negoziati tra il Presidente Morale ed il Conalde (il gruppo dei prefetti secessionisti riuniti nel Consejo Nacional Democratico) rappresentato dal prefetto di Tarija, Mario Cossío.
Il deciso appoggio al Governo Morales del gruppo dell'UNASUR ha spianato la strada per un accordo con il Conalde. Il prefetto di Tarija, Mario Cossío, ha firmato l'accordo con il governo per iniziare la fase del dialogo, fermare le violenze ed i blocchi stradali che hanno imperversato in Bolivia; Mario Cossio ha annunciato: "Firmiamo l'accordo di pacificazione del paese. Questa è l'unica opportunità di aprire il cammino verso un processo di dialogo nazionale". Per adesso l'opposizione ha combattuto con la violenza il Governo Morales, legittimamente eletto, sfociando nella regione di Pando nella uccisione di 30 Indios da parte di un gruppo di paramilitari diretti dal prefetto Leopoldo Fernández che è attualmente ricercato.
La speranza è che l'accordo sia rispettato dai prefetti della Media Luna e dai gruppi fascisti del Comité Civico Pro Santa Cruz e della Union Juvenil Crucenista, che sono i loro bracci armati.

venerdì 10 ottobre 2008

La Bolivia sull’orlo della guerra civile

In Bolivia si sono intensificate le azioni terroristiche e di sabotaggio nelle provincie di Santa Cruz, Beni, Tarija e Pando ai danni di negozi gestiti da Indio, di pozzi petroliferi e di gas ed i relativi gasdotti che esportano gli idrocarburi in Brasile ed Argentina. I danni ai gasdotti si aggirano intorno ai 100 milioni di dollari e sembra anche che alcuni gruppi armati facenti parte di organizzazioni neofasciste abbiano preso il controllo e bloccato alcuni pozzi per l'estrazione di gas naturale.
Dopo queste numerose azioni terroristiche l'11 settembre 2008 nella provincia di Pando è avvenuta una strage di contadini Indio.

Il CSUTCB, una delle più grandi confederazioni sindacali boliviane, manifestava pacificamente denunciando negli ultimi mesi la sparizione di circa 50 affiliati fino a che un gruppo di paramilitari ha sparato sulla manifestazione lasciando sulla strada 30 corpi e molti feriti. Testimoni hanno affermato che "Sparavano pure da postazioni sugli alberi. Ci stavano aspettando, è stata una vera imboscata". I paramilitari che hanno fermato nel sangue la manifestazione dei contadini Indio sono legati al prefetto della regione del Pando, Leopoldo Fernández (già collaboratore di due dittatori) che, in passato, ha più volte "utilizzato" gruppi di paramilitari "per garantire la sicurezza dei cittadini". La mattanza, secondo le informazioni trapelate dalla polizia e le testimonianze delle persone presenti, sembra sia stata pianificata a tavolino e poi eseguita sul campo dai paramilitari.

La Bolivia dopo il referendum che ha confermato il Presidente Evo Morales con una percentuale di circa il 64,5% è piombata in una situazione molto preoccupante perché le provincie della Media Luna (Santa Cruz, Beni, Tarija e Pando) non accettano il risultato elettorale che rafforza il consenso di Morales, il primo Presidente Indio del paese. Forte del risultato uscito dalle urne il Presidente ha promulgato una legge che storna il 30% delle entrate dalla vendita del gas naturale e del petrolio per sostenere le pensioni sociali, l'istruzione e la sanità per i meno abbienti. Questa legge è stato l'ultimo colpo che la "bianca e fascista" oligarchia, che ha sempre governato il Paese, non ha tollerato.

Evo Morales da quando ha iniziato il suo mandato presidenziale sta cercando di migliorare la situazione economica e sociale del paese è sempre stato fronteggiato da un opposizione durissima che molte volte ha sconfinato nell'illegalità (Referendum in Bolivia); ma è stata ed è aiutata e finanziata dalle agenzie statunitensi come la USAID e il NED che desiderano il ritorno dell'oligarchia al potere per poter ripristinare il controllo che oggi è stato perso.
Oltre a queste agenzie anche l'ambasciatore USA è stato più volte accusato di di aiutare le provincie della Media Luna finanziandole e per questa ragione il presidente Morales ha dichiarato l’ambasciatore degli Stati Uniti Philip Goldberg ( www.selvas.org ) persona non gradita e lo ha espulso.

Oggi La Bolivia sta attraversando un momento difficilissimo in cui la Guerra civile sembra vicina ma Morales per ora non è mai caduto nell'errore di far reprimere le violenze dei paramilitari e dei prefetti rivoltosi con l'esercito.
Il presidente boliviano parla sempre di dialogo e tiene sempre aperte la porta per la risoluzione pacifica di questa difficile situazione che è stata creata ad arte da un'opposizione che vede come unica via la violenza per cercare di delegittimare Evo Morale, per bloccare la sua crescente popolarità ed i radicali cambiamenti del Paese che sta mettendo in atto.

sabato 4 ottobre 2008

E' stata bloccata la nuova costituzione boliviana

Dopo due settimane il referendum che ha confermato il presidente Evo Morales con più del 64% di voti, continuano le manifestazioni nelle provincie di Santa Cruz, Chiquisaca, Pando, Beni e Tarija.
Le proteste si sono riaccese a causa delle royalties che Morales intende utilizzare per la riforma pensionistica e sanitaria. Le province che si sono ribellate sono quelle più ricche di idrocarburi e sono quelle che hanno convocato un referendum farsa per rendersi indipendenti dal governo centrale della Bolivia.
Oltre a questo problema, il governo Morales si deve occupare anche dell'ostruzionismo sempre più violento contro il referendum indetto il 7 dicembre 2008 per la ratifica della nuova Costituzione.
La Corte Elettorale (CNE) ha accolto le richieste dei governatori, due dei quali sfiduciati nella consultazione del 10 agosto 2008, delle regioni di Santa Cruz, Pando, Beni e Tarija che vogliono impedire la ratifica definitiva della Costituzione.
La CNE sostiene che in Bolivia non ci siano le garanzie per tenere una qualsiasi tornata elettorale o referendaria fino a quando non saranno risolte tutte le questioni legali sollevate contro la nuova Costituzione. Dopo che il CNE ha bloccato la consultazione referendaria la questione torna al Parlamento boliviano che è paralizzato dagli innumerevoli emendamenti dell'opposizione.

Oggi il Governo Morales è ostaggio dell'opposizione che seppur uscendo sconfitta dal referendum del 10 agosto, riesce a bloccare il processo di rinnovamento sociale e politico che la nuova Carta Costituzionale attuerebbe; oltre a portare rinnovamento, la nuova Costituzione porrebbe fine a quelle enormi aree di potere ed influenza a cui gli uomini dell'opposizione si stanno aggrappando con tutte le proprie forze.

mercoledì 1 ottobre 2008

Cuba e l'uragano Gustav

L'uragano Gustav è passato sull'isola della Rivoluzione a fine agosto 2008 ed ha portato, come era immaginabile data la sua forza, distruzione e innumerevoli disagi al popolo cubano ma nessuna vittima.
Secondo le dichiarazioni del colonnello Miguel Ángel Puig, capo del dipartimento delle Operazioni dello Stato Maggiore della Difesa Civile, poi confermate dal governo cubano a Cuba, l'uragano Gustav ha procurato solo 19 feriti non gravi; grazie al pronto ed efficiente piano di evacuazione che ha interessato circa 470mila persone,, tra cubani e turisti, di cui circa 80% si trovavano nelle province di Pinar del Rio, Isla de la Juventud e del Havana.

I danni sono ingenti; l'elettricità in alcune zone del paese, come alla Isla de la Juventud e Pinar del Rio, è stata ripristinata dopo quasi una settimana in cui i tecnici hanno lavorato 24 ore su 24; addirittura in alcune zone del paese dopo le prime riparazioni di emergenza, per alleviare i disagi alla popolazione e far riprendere le varie attività produttive, molte linee elettriche dovranno essere ricostruite.
32 malati ricoverati all'ospedale della Isla de la Juventud sono stati trasferiti all'Havana appena Gustav ha lasciato Cuba, a causa dei danni subiti dall'ospedale.

Per dare un'idea della potenza devastatrice dell'uragano Gustav, l’Istituto di Meteorologia ha misurato la velocità massima dei venti a 340 km/h; il raggio del suo occhio era di 30 km, ed oltre 450 km il diametro dei venti forti.
Il governo calcola che delle 25.000 abitazioni presenti nella Isla de la Juventud, circa 20.000 sono lesionate e di queste, circa 10.000 sono danneggiate gravemente o addirittura distrutte.
Dove Gustav ha attraversato Cuba ha danneggiato o distrutto circa il 50% delle abitazioni o delle strutture produttive, ma grazie al piano dello Stato Maggiore della Difesa Civile per fronteggiare queste calamità naturali oltre all'evacuazione della popolazione ha messo in salvo i capi di bestiame ed ha accelerato la raccolta nei campi con l'invio di militari; il tutto per cercare di limitare i danni dell'uragano.

La ricostruzione a Cuba si è immediatamente messa in moto, i magazzini di prodotti edili sono stati aperti e gli operai insieme ai militari hanno iniziato a smistare le risorse ed a riparare le prime infrastrutture (ponti, scuole, ospedali ecc.) e le abitazioni; grazie a questa organizzazione l'anno scolastico è iniziato regolarmente, seppur con qualche disagio dato dai circa 500 edifici scolastici danneggiati, la seconda settimana di settembre.

Anche Gustav è passato ed ha lasciato molti danni dietro di se ma non vittime!
I piani della Difesa Civile cubana si rivelano sempre molto efficienti anche se i media occidentali si ricordano di Cuba solo quando c'è da mettere in vetrina i suoi problemi e le sue contraddizioni. Nessun media ha parlato dell’uragano che incombeva sull'isola e dello sforzo congiunto della Difesa Civile e di tutti i cubani per limitare i danni e salvare vite umane.
In Occidente non riusciamo e non possiamo avere le notizie dall'isola della Rivoluzione se lei ci è di esempio.