mercoledì 17 settembre 2008

Il nuovo Presidente Paraguayano

Fernando Lugo si è insediato nel Palacio de los López (sede del governo paraguayano) il 15 agosto 2008 dopo che il 20 aprile aveva vinto le elezioni con il 40% dei voti.
La vittoria di Lugo, ex-vescovo che si è formato con la Teologia della Liberazione, arriva dopo 60 anni di dominio del partito conservatore Partido Colorado ed è il sesto Presidente dopo la destituzione del dittatore Alfredo Stroessner (1954 - 1989).
Nel periodo in cui era al governo il precedente Presidente paraguayano, Duarte Frutos, migliaia di persone sono emigrate alla ricerca di un lavoro e la popolazione che vive sotto la soglia della povertà (ovvero con meno di 2 dollari al giorno) è aumentata del 20% il che si traduce in circa 2,2 milioni di indigenti.

La situazione del Paese non è semplice ed il nuovo Presidente è chiamato a migliorare l'economia, schiava del liberismo imposto dai governi precedenti, a limitare la dipendenza dalla soia, a lottare contro la povertà ed infine contro la corruzione. La lotta alla povertà passa dalla creazione di nuovi posti di lavoro; essi saranno creati grazie alle nuove imposte sulle esportazioni della carne e della soia. La politica sociale non si fermerà con la creazione di nuovi posti di lavoro ma sarà accompagnata da un programma sociale per che cercherà di garantire a tutti alcuni dei diritti fondamentali, come il diritto alla tutela della salute ed allo studio.
Altro punto fondamentale per il mandato di Lugo è la riforma agraria che dovrà redistribuire circa 12 milioni di ettari di terre ai contadini che adesso non ne hanno. Basti pensare che circa 500 famiglie possiedono il 90% delle terre coltivabili e contemporaneamente ci sono 350 mila agricoltori che si spartiscono il restante 10% o che addirittura non posseggono nulla. Queste cifre fanno del Paraguay lo Stato Latino Americano con la maggior disparità nella divisione delle terre coltivabili.
Durante la campagna elettorale Lugo ha anticipato che avrebbe convocato una serie di incontri per la rinegoziazione dei trattati sulla produzione e la vendita di energia elettrica con il Brasile e l'Argentina nelle centrali idroelettriche di Itaipú e Yacyretá.
La rinegoziazione con il Brasile riguarda l'energia prodotta dalla centrale di Itaipú; il trattato stipulato nel 1975 divide l'energia prodotta al 50% tra i due paesi ed obbliga uno dei due paesi che non consuma tutta la sua quota a vendere l'eventuale eccedenza al prezzo di costo, in questo caso il Paraguay assorbe solo il 34% dell'energia che le spetta e così l'eccedenza viene venduta ad un prezzo irrisorio al Brasile, ed è proprio questo prezzo che Lugo vorrebbe alzare.
La situazione si presenta analoga per quanto riguarda i termini dell'accordo per la diga di Yacyretá dove, però, il Paraguay consuma solo il 10% della sua parte ed il resto lo cede sempre a prezzo di costo all'Argentina.

La presidenza di Lugo dovrebbe far iniziare in Paraguay una nuova stagione di riforme incentrate sulla giustizia sociale; ma ci si aspetta anche che possa aiutare il processo di integrazione Latino Americano che è già iniziato ed ha compiuto notevoli passi avanti ma che ha sempre bisogno di nuovi sostenitori e di nuove idee.

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