sabato 26 luglio 2008

In Argentina dopo cento giorni

Sono passati più di cento giorni da quando in Argentina gli imprenditori agricoli hanno dichiarato guerra alle imposte sull’esportazione della soia e di altri generi alimentari, che il governo di Cristina Fernández de Kirchner ha varato per cercare di redistribuire parte della ricchezza generata dall'aumento dei prezzi dell'ultimo periodo (Sciopero Agropecuario in Argentina).
In questi cento giorni di scioperi sono stati attuati blocchi stradali indiscriminati, comportamenti criminali come lo spreco di migliaia di litri di latte versati nelle strade in un paese dove ancora molti bambini soffrono e muoiono di fame. Il Governo non ha usato il pugno duro verso questa protesta orchestrata dai grandi latifondisti ma anzi ha concesso un abbassamento delle tasse, prima aumentate, nell'esportazione della carne e del frumento. Oltre a queste concessioni il governo ha creato l'Istituto per la Ridistribuzione, per ripartire le imposte straordinarie in progetti specifici come la costruzione di 30 ospedali ipertecnologici nelle province, 60 centri per la salute, la costruzione di case popolari e la costruzione di strade provinciali su proposta di sindaci e governatori.
Le proposte del Governo argentino e della politica, sempre mirate a trovare un accordo con gli scioperanti, hanno fatto sì che i ricchi agricoltori abbiano dovuto accettare le proposte di Cristina Fernández de Kirchner.
Ora che questo scontro si sta chiudendo, almeno così sembra, ci si aspetta una tregua armata tra capitalismo finanziario e rurale da una parte ed il Governo dall'altra al fine della preparazione di nuove proteste capeggiate dai ricchi argentini vessati.

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