mercoledì 13 febbraio 2008

Gas naturale nell'Amazzonia peruviana

A metà gennaio del 2008 sono stati scoperti in Perù e più precisamente nella foresta amazzonica enormi giacimenti di gas naturale. La stima fatta dalla spagnola Repsol si attesta intorno a 56 mila milioni di metri cubi di gas, ovvero il fabbisogno della Spagna per due anni. I media Peruviani e Spagnoli hanno dato largo eco alla scoperta dei giacimenti ed hanno tessuto le lodi, soprattutto in Perù, della multinazionale che crea posti di lavoro e che ha una politica di Responsabilità sociale corporativa (Rsc), in cui si impegna "a rispettare e promuovere i diritti umani nella sua area di influenza".
Niente di tutto questo è falso, ma solo sulla carta; la dura realtà è molto differente da come la descrivono i giornali e televisioni.

Per iniziare possiamo dire il giacimento sorge nel cuore dell'Amazzonia peruviana dove vivono popolazioni indigene, alcune delle quali si sono addentrate dentro la foresta volontariamente per non avere contatti con l'esterno. L'estrazione di gas che sarà effettuata dalla Repsol interessa cinque vaste aree protette dove vivono popoli che saranno costretti ad abbandonare le proprie terre ancestrali.

Le multinazionali (Repsol, Burlington) impegnate nell'esplorazione del sottosuolo e nell'estrazione delle materie prime, privano le popolazioni indigene di ogni diritto con salari infimi ed orari di lavoro massacrante. A tutto ciò si deve aggiungere la requisizione delle terre in cui vivevano questi popoli e la successiva distruzione ambientale.

La testimonianza di un attivista, raccolta dalla Ong Intermón Oxfam nella pubblicazione Pueblos sin derechos, racconta: "Siamo stati al monte, abbiamo visto un accampamento; hanno violato tutta la collina e hanno tagliato le piante. Sono anche entrati con le trochas (camion aperti per la esplorazione) lunghe 500 metri e ampie un metro, e abbiamo trovato due linee. Ci siamo immediatamente riuniti, ci siamo accordati per chiedere alla compagnia che paghi, per questo abbiamo trattenuto l'ingegnere Luis Quispe (responsabile locale di Repsol), per fare pressione e negoziare una compensazione".

La legge peruviana, in teoria, non permetterebbe questi comportamenti da parte delle multinazionali, avendo prima sottoscritto un accordo nel 1995 con l'Organizzazione internazionale dei lavoratori, e poi varato una legge per tutelare i lavoratori ed i popoli indigeni e tribali. Non sarà per caso che i petrodollari riescono a far cadere in prescrizione gli abusi perpetrati?

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