sabato 22 dicembre 2007

Plan Condor a processo

Il giudice federale argentino Sergio Torres ha istruito il processo contro diciannove tra politici e ufficiali per crimini contro l'umanità commessi durante il periodo in cui era in vigore il Plan Condor. Tra questi spiccano il dittatore Jorge Rafael Videla, che ha governato ferocemente l'Argentina dal 1976 al 1983, l'ex capo dell'esercito argentino Cristino Nicolaides, l'ex generale Luciano Menendez, l'ex ministro degli Interni Albano Harguindeguy e l'ex ministro della Pianificazione Ramon Diaz Bessone, ed altri ufficiali.

Il Plan Condor fu una immane operazione di politica estera statunitense attuata negli anni '70; l'operazione fu avviata in Latino America per bloccare e destabilizzare i governi di sinistra che si stavano per instaurare nell'area e che avrebbero nuociuto alle multinazionali statunitensi a causa delle loro politiche sociali.

Il Plan Condor fu messo in atto dalla CIA in collaborazione con organizzazioni para militari di estrema destra, partiti politici e movimenti armati anticomunista; il frutto del loro lavoro fu il rovesciamento dei governi democraticamente eletti e l'instaurazione delle dittature in Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay. Le procedure per la messa in atto di questo folle progetto furono diverse ma tutte ebbero un minimo comune denominatore il ricorso sistematico alla tortura e all'omicidio degli oppositori politici. Spesso gli oppositori tra cui ambasciatori, politici,dissidenti o semplici persone rifugiati all'estero furono assassinati anche oltre i confini dell'America Latina.

Durante l'era del Plan Condor studenti, giornalisti, intellettuali, professori universitari, sindacalisti, operai, e anche familiari che cercavano i propri cari scomparsi, furono rapiti, torturati ed uccisi; le violenze, quasi sempre, non si limitavano alla singola persona ritenuta "sovversiva", ma si estendevano anche ai familiari ed amici del sospettato.

Il giudice paraguaiano José Augustín Fernández nel 1992 ad Asunción, mentre stava indagando in una stazione di polizia, scoprì, negli archivi, molti documenti dettagliati che descrivevano minuziosamente la sorte di migliaia di sudamericani rapiti segretamente, torturati ed infine assassinati tra gli anni '70 e '80 dalle polizie, eserciti e servizi segreti di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay. Nei documenti scoperti si hanno notizie di 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse (desaparecidos) e 400.000 incarcerate. Gli archivi, sono ritenuti assolutamente attendibili, e fanno riferimento anche alla partecipazione dei servizi segreti di altri paesi Sud Americani quali Colombia, Perù e Venezuela.

I documenti scoperti dal giudice paraguaiano furono denominati Archivi del terrore ed è anche grazie a questi documenti che il giudice federale argentino Sergio Torres ha potuto ricostruire i contatti ed i coordinamenti tra le polizie politiche delle dittature presenti in Bolivia, Cile, Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù. Il giudice afferma che le polizie implicate avrebbero "coordinato azioni criminali tra le quali la sparizione forzata di oppositori politici e l'obiettivo principale del Plan Condor sarebbe stato quello di sequestrare e assassinare gli oppositori politici che si trovavano in esilio fuori dal proprio paese". Continua il giudice affermando che "il Piano Condor è stato una vasta associazione a delinquere attiva nel Cono Sud, diretta al sequestro, alla sparizione, tormento e morte, senza considerare limiti territoriali o la nazionalità delle vittime". "E' esistita un'associazione a delinquere concretizzata nel cosiddetto 'Operativo Condor', messo in atto da chi occupava i governi del Cile, Paraguay, Uruguay, Brasile, Bolivia e Argentina avente come obbiettivo tra gli altri reati la sistematica sparizione di persone. Non è possibile individuare la data di inizio di tale associazione criminale, ma questa fu senza alcun dubbio attiva a partire dal colpo di stato in Cile, l'11 settembre 1973, e durò fin quando durarono le dittature in America".

I documenti che aiutano a comprendere la portata del Plan Condor e le implicazioni degli Stati Uniti sono riportate dall'Agente del FBI Robert Scherrer il 28 settembre 1976, che inviò un documento dalla sua ambasciata a Buenos Aires. Nel documento redatto da Scherrer si legge: "Operazione Condor è il nome in codice per l'individuazione e l'interscambio dei cosiddetti 'sinistrorsi' comunisti o marxisti, instaurata tra i servizi segreti dell'America del Sud. Il passaggio più concreto implica la formazione di squadre speciali dei paesi membri con la facoltà di viaggiare ovunque nel mondo con il compito di castigare e assassinare i terroristi e chi li appoggiano". Le 'squadre speciali' di cui parla l'Agente del FBI Robert Scherrer non si fermarono al Sud America ma ricercarono i loro obbiettivi in tutto il mondo, per esempio in Spagna, in Italia dove a Roma nel 1975 cercarono di assassinare il fondatore della democrazia cristiana cilena Bernardo Leighton, a Washington dove 1976 l'ex ministro degli esteri di Allende Orlando Letelier con la sua segretaria Ronni Moffit furono dilaniati da 200 kg di esplosivo.

I documenti segreti USA, oggi declassificati, pongono sotto i riflettori l'ex-segretario di stato statunitense Henry Kissinger che è sempre stato al corrente di quello che accadeva, anche se ha sempre negato, ed inoltre aveva una linea segreta con Manuel Contreras capo della polizia segreta cilena (DINA). Nel Plan Condor sono importanti anche gli anticastristi che operavano a fianco della CIA e che avevano gettato le basi per la creazione del Plan Condor organizzando centinaia di atti terroristici negli anni '60 e inoltre parteciparono a numerose operazioni fondamentali per la creazione ed il funzionamento Plan Condor. Nei documenti in questione, oltre a queste informazioni, si ritrova anche il rapporto di Luis Posada Carriles che dimostra la sua implicazione nell'operazione che ha portato al sequestro, tortura e assassinio di due impiegati dell'ambasciata cubana a Buenos Aires.

Il processo che inizierà a Buenos Aires pone sotto accusa la cospirazione internazionale che parte dalla collaborazione dei regimi Latino Americani ed arriva agli Usa ed agli esuli cubani di Miami che ebbero un ruolo fondamentale. Gli imputati, per adesso, sono tutti di nazionalità Argentina ma si attende l'estradizione di sette ufficiali uruguayani e di altri responsabili.

Il processo è una grande ed importante occasione per ricostruire cosa è accaduto negli anni bui delle dittature Sud Americane, per dare giustizia alle innumerevoli vittime e alle loro famiglie, e per ribadire con forza che la giustizia, seppur dopo molti anni, compie il suo dovere anche se avversata e ostacolata; dobbiamo continuare, come Sergio Torres sta facendo, a ricercare la verità scavando nei meandri delle "menzogne vere" che ci vengono propinate che hanno solo il compito di confonderci, scoraggiarci e far rimanere impuniti i colpevoli ed i sistemi da loro creati.

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