lunedì 17 dicembre 2007

La memoria corta della diplomazia spagnola

L'incidente diplomatico occorso alla chiusura della 17 Cumbre Iberoamericana tra Hugo Chavez da un lato e il presidente Spagnolo Zapatero e il re Spagnolo Juan Carlos I dall'altro, nasce nel momento in cui Chavez definisce "fascista" l'ex presidente spagnolo José María Aznar. Zapatero mentre stava difendendo la persona di Aznar affermando che era stato democraticamente eletto è stato interrotto da Chavez che non accettava le parole in difesa dell'ex presidente; in quel momento Juan Carlos I ha affermato, prima in aula e poi tramite un comunicato stampa, che la corona non accetterà mai che i suoi antichi sudditi mettano in discussione un governante o ex governante dello stato spagnolo.

E' sicuramente da condannare il comportamento del presidente Venezuelano che non ha lasciato terminare l'intervento dell'omologo Spagnolo ma sono da condannare le parole del Re di Spagna che crede di avere ancora del potere politico e/o morale nel continente Latino Americano.
Tanto per rinfrescarsi la memoria ci dovremmo ricordare di come la Spagna appena uscita dalla dittatura di Franco negli anni '80, cercava il dialogo con gli stati del sud America e promuoveva il passaggio a governi democratici dove vi erano dittature, instaurate o aiutate dagli USA, ma solo per avere vantaggi economici con accordi commerciali bilaterali.
Negli anni '90 la crescente intesa tra il governo spagnolo e quello statunitense ha provocato un forte raffreddamento diplomatico tra gli stati Latino-americani e la Spagna; da questo momento in poi la Spagna ha considerato le ex colonie come un potenziale mercato su cui applicare il caratteristico modello imparato dagli USA e cioè rapina e depreda. Esempi di questa politica neocolonialista sono le imprese iberiche del settore idrico ed energetico che hanno generato grandi conflitti sociali e povertà nei paesi dove hanno operato o operano Argentina, Bolivia, Venezuela e Colombia.

Ritornando alla definizione che il presidente Chavez ha dato di Aznar cioè "Fascista", direi che non si è allontanato molto dalla verità.
Come si può definire un capo di Governo che nel 2002 quando la confindustria, la ricca oligarchia venezuelana e la CIA organizzarono il colpo di stato ai danni di Chavez, presidente democraticamente eletto dal suo popolo, non fece passare che poche ore prima di dare il suo appoggio al nuovo e "legittimo" governo che il golpe aveva formato?
Si può definire in altro modo Aznar che ha ospitato un vertice con USA e Gran Bretagna nelle Azzorre per definire le strategie per la guerra in Iraq scatenata con il pretesto dell'uso delle armi di distruzione di massa da parte si Saddam Hussein? Le armi chimiche che i tre capi di stato giuravano si trovassero in Iraq prima non furono rinvenute nel momento dell'invasione e dopo alcuni anni fu confessato dal dipartimento di stato USA che era solo un pretesto per creare consenso popolare.

Nel marzo del 2004 Madrid è sconvolta da un attacco terroristico in cui muoiono se non erro 184 persone; Aznar poco dopo l'attentato addita subito l'ETA come la responsabile di tutte quelle morti ma l'ETA si dissocia immediatamente e poco dopo arriva la rivendicazione da parte di una cellula di Al Qaeda, ma Aznar continua ad incolpare ETA anche quando tutte le prove raccolte dalla polizia scagionano i separatisti Baschi. Come lo si può definire oltre che bugiardo?
E cosa faceva il Re Juan Carlos I mentre Aznar combinava tutto ciò? Il Re avvallava la politica del suo Presidente perché generava potere al governo spagnolo ed alla Monarchia.
La Cumbre Iberoamericana non è una conferenza dove si incontrano i sudditi ed il re, ma una conferenza dove capi di stato si incontrano e dialogano da pari a pari; per cui i dibattiti sono accesi, appassionati e ricchi di spunti per tentare di risolvere i problemi delle varie società latino americane; tra questi anche il forte desiderio di giustizia che chiedono a gran voce, a volte in maniera ferma e gentile, altre volte in modo più provocatorio.

Gli stati ed i popoli latino americani non sono più colonia di nessuno e non sottostanno più agli ordini del re. Vogliono rispetto e pari dignità; il compito di noi europei è quello di collaborare nello sviluppare le loro idee, come essi possono aiutare noi a rielaborare le nostre. Dobbiamo ricordare il passato recente e non, che molti in Europa hanno volutamente rimosso, per non generare altre atroci disparità, ma guardare a un futuro senza subordinazioni.

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